Quell’ego che vince su ogni emergenza

Quell’ego che vince su ogni emergenza

Non sopporto più un popolo di piagnucolosi, di lamentosi, di lagnosi: gente che borbotta come una pentola di fagioli, che piange, anche quando vive in mezzo a un lusso sfrenato, solo perché guadagna di meno, temendo la perdita di qualche capello.
Tutti piangono nelle emergenze, non perché le emergenze mettono a rischio la vita comune, ma perché ci tolgono qualche utile individualista.
Basterebbe entrare in un negozio a comprare qualcosa o andare dalla parrucchiera a tagliare i capelli, e la lagna inizia come una pioggia dirompente.
Tutti si lamentano sui mancati guadagni. Tasse di qua tasse di là, aumenti di luce, di gas, di benzina, e tutto pesa sul bilancio familiare, sul “mio” bilancio.
E poi succede che tutti vanno ancora in vacanza, si divertono come prima, non rinunciano a nulla, neppure a quel superfluo che è la vera causa di quel disagio procurato da una crisi che ci spoglia di tutto.
A questi eterni piagnucoloni non interessa il virus come tragedia umanitaria, ma interessa il virus come tragedia finanziaria.
Non interessa la guerra e neppure la sofferenza di un popolo ridotto in cenere da un bastardo tiranno, Vladimir Putin.
Che alla gente anche comune interessi solo che il virus o la guerra siano calamità economiche e che tutto si giochi su una emergenza che toglie benessere e felicità del tipo materiale, non è per nulla incomprensibile, ma direi naturale per un popolo a cui è stata tolta ogni dignità spirituale.
Represso lo spirito, tutto si riduce a qualcosa di carnale, anche nel suo aspetto psichico. Anzi, è proprio la psiche che condiziona il corpo, riducendolo ad un ammasso di interessi materiali, tali da annebbiare il cervello, già del resto fuso anche nella normalità di una esistenza piatta e incolore.
Mi chiedo “come” soffrire davanti ad una tragedia come quella ucraina: sì, “come”?
Dubito che oggi, oltre a una emotiva ripugnanza, ci sia quella reale empatia che accomuna ogni essere umano in una solidarietà che vada oltre un dare qualcosa di concreto.
E può succedere, già l’ho scritto, che ci sia una grande solidarietà generale con chi sta soffrendo, e che poi ci si lamenti per le conseguenze di una guerra, che, secondo loro, si potrebbe benissimo risolvere in una resa del popolo ucraino.
Si salva la faccia dando un contribuito, e si fa danno alla causa, per cui un popolo sta soffrendo per mantenere la propria libertà.
09/04/2022
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