Maternità surrogata. Una novità: il Papa equipara peccati e reati

Il cardinale Victor Manuel Fernandez presenta il documento in Sala Stampa
da www.huffingtonpost.it
08 Aprile 2024

Maternità surrogata.

Una novità: il Papa equipara peccati e reati

di Michele Brambilla
La sua esortazione al legislatore a punire chi ricorre all’utero in affitto torna a tempi sepolti dalla storia. Va bene disapprovare, ma non sanzionare: quello lo fanno le teocrazie
Nella Dichiarazione della Congregazione della Dottrina della Fede, pubblicata oggi, si ribadisce la netta contrarietà della Chiesa riguardo all’aborto, alla teoria gender e alla maternità surrogata.
Sbaglia, e di grosso, chi pensa a una rivincita della linea conservatrice. Ancor di più sbaglia chi si stupisce che questo Papa, così osannato da tutto un mondo progressista che di Chiesa capisce poco o nulla, abbia in realtà opinioni diverse su questi temi, ma sia stato in qualche modo costretto a soccombere di fronte alle pressioni dell’ala tradizionalista. Che cosa vi aspettavate da Francesco? Che dicesse sì all’aborto, sì al cambiamento di sesso, sì all’utero in affitto? La Chiesa, su questi temi, non può cambiare posizione.
C’è però una frase di Francesco che rappresenta, in effetti, una novità. Ma non nel senso di un’apertura; al contrario, nel senso di un ritorno a tempi sepolti dalla storia. Anche di quella cattolica.
È dove il Papa in persona scrive, a proposito della maternità surrogata: “Auspico un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”. Tradotto, significa chiedere agli Stati di considerare un reato la maternità surrogata. A scanso di equivoci, sono contrario alla maternità surrogata, molto contrario, così come sono contrario all’aborto. Ma penso che si debba far di tutto per evitare tali scelte: non che si debba mettere in galera chi le compie. Serve convincere, non proibire.
Nemo militans Deo implicat se negotiis saecularibus, nessuno di coloro che militano per Dio deve immischiarsi negli affari secolari: lo scrisse San Paolo e proprio la Chiesa lo ricordò all’eretico Girolamo Savonarola. Ed era nella Ginevra di Calvino che chi non credeva nella Trinità veniva condannato a morte e gettato nel lago. Il “date a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare” è considerato un principio di laicità introdotto proprio da Gesù Cristo.
E poi la questione è molto delicata. Ci sono peccati che devono essere puniti come reati (l’omicidio, il furto) perché uno Stato deve regolare la convivenza civile tra i suoi cittadini. Ci sono reati che non sono considerati peccati ma comportamenti virtuosi: disobbedire alle leggi razziali, ad esempio. Ci sono peccati che sono stati considerati reati, come l’adulterio (in Italia fino al 1968, e solo per le donne…) e che adesso non lo sono più. Ci sono omicidi che non sono stati considerati né reati né peccati, come la guerra e la pena di morte: ma adesso la Chiesa li considera peccati, perché la sensibilità cambia, nel corso della storia.
Equiparare i peccati ai reati è insomma molto rischioso. Lo Stato punisce chi non aiuta i poveri? Chi non soccorre i migranti? Chi è indifferente alle sofferenze degli altri? Eppure per il Papa questi sono peccati gravi.
Il peccato è reato nelle teocrazie, di cui oggi (giustamente) abbiamo orrore. L’aborto e la maternità surrogata sono errori, drammi, tragedie che si deve far di tutto per evitare: con aiuti materiali, con supporto morale, con campagne culturali. Ma non con la galera.
Il governo dei preti non ha mai giovato alla fede.
***
dal Corriere della Sera

Emma Bonino:

«La Chiesa su maternità surrogata e aborto?

Ci sono dei diritti che vanno regolati,

per me ciò che è peccato non può essere reato»

di Alessandra Arachi
Emma Bonino: «Rispetto le posizioni della Chiesa. Ma difendo l’eutanasia con ancora più convinzione»
Emma Bonino, la Santa Sede ha pubblicato la dichiarazione del prefetto Fernandez responsabile ex Sant’Uffizio, approvata dal Papa, che abbraccia a vasto raggio temi bioetici e sociali. Che significato ha per lei?
«Da non credente, rispetto le posizioni della Chiesa, cerco di cogliere gli elementi di continuità e quelli di innovazione. Ma da politica e da legislatore ho sempre pensato che in un Paese libero e democratico il peccato non può diventare reato».
Il documento condanna l’aborto, e invoca i diritti dei migranti che non devono essere lasciati morire in mare.
«La condanna dell’aborto è in linea con la dottrina della Chiesa. Non posso condividerla, come si sa mi sono battuta per la legge sull’aborto e penso sia stato un passo importante contro la piaga dell’aborto clandestino. Condivido invece l’enfasi, sacrosanta, sulla dignità dei migranti calpestata. La destra è reazionaria sui diritti civili, rivendica di uniformarsi alle posizioni della Chiesa, ma si dimentica delle parole del Papa sui migranti. Un cherry picking che trovo un po’ ipocrita».
Per il Vaticano la maternità surrogata deve essere proibita a livello universale. Come giudica questa affermazione?
«Non sono d’accordo. La questione non può essere affrontata con la proibizione universale, ma con una regolazione che bilanci i diritti in gioco, anche mettendo paletti invalicabili».
In che modo?
«Ci sono ormai tantissime bambine e bambini che nascono con la maternità surrogata in Paesi dove è regolamentata e trovano genitori che li amano e li fanno crescere: non riesco a dire che siano figli di un reato. La legge voluta da Meloni sul reato universale è un manifesto ideologico inapplicabile e cinico, oltre che un vero e proprio obbrobrio giuridico».
Il documento della Santa Sede difende i diritti degli omosessuali. Sul cambio di sesso è invece tranciante: non bisogna escluderlo soltanto per chi ha anomalie dei genitali già evidenti alla nascita.
«Considero positive le aperture di Papa Francesco sulla omosessualità, anche se penso si sia in ritardo sul matrimonio egualitario e sulle adozioni per le coppie dello stesso sesso. Il cambio di sesso non può essere trattato con superficialità, certo, ma nemmeno si possono costringere migliaia di persone in un corpo a cui non sentono di appartenere. Servono assistenza e garanzie, il divieto per legge sarebbe inaccettabile».
Dura la critica su quella che il documento chiama la «teoria del gender». Lei saprebbe dire che cos’è la teoria del gender?
«Non conosco teorie o ideologie gender, conosco migliaia di persone che cercano una propria identità sessuale: non vedo costrizioni o propaganda, ma una attenzione maggiore alla diversità».
Il documento parla anche di violenza sulle donne e della piaga dei femminicidi.
«Ed è molto netto su questo, un fatto estremamente positivo. Con +Europa mi sono impegnata perché ci fosse la campagna “Ora tocca noi”, una mobilitazione di uomini contro i femminicidi: penso ci sia bisogno urgente di questa presa di coscienza, in Italia e non solo».
Si parla anche di eutanasia e suicidio assistito. Le sue battaglie per l’eutanasia sono cominciate davvero molti anni fa con Marco Pannella. La difende ancora?
«Se possibile con ancora maggiore convinzione di prima. Per questo sostengo le iniziative dell’Associazione Coscioni sul fine vita. Penso che cattolici e laici non dovrebbero ripetere lo scontro che ci fu su divorzio e aborto e farebbero bene invece ad arrivare ad una legge che consenta ai malati che vorrebbero potersi autodeterminare alla fine della propria esistenza».
Come pensa possa finire in Italia questa legge?
«Penso che dovremmo allargare gli orizzonti dei diritti dall’Italia all’Europa. Ed è con la nostra lista Stati uniti d’Europa, che finirà nel gruppo Renew, che vogliamo batterci per questo. La prossima tornata elettorale l’avanzata delle destre, anche più radicali, i diritti li mette in serio pericolo».
Ma in Italia si farà una legge sul fine vita?
«Vedendo che le Camere non ascoltano neppure le pronunce della Consulta, non ho ragioni di essere ottimista. Ma ho una certezza: come per divorzio, aborto, coppie dello stesso sesso, fine vita, so che il Paese reale è più avanti di quello legale».
TESTO INTEGRALE

Lascia un Commento

CAPTCHA
*