Ho sognato la “Valle verde”, dove tutti strisciavano come vermi…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Ho sognato la “Valle verde”,

dove tutti strisciavano come vermi…

È il racconto di un sogno: ogni riferimento politico è puramente casuale.
Ho sognato, ma non saprei se fossero in realtà esseri umani, diciamo corpi scomposti,  deformi e maleodoranti, che strisciavano con la bocca e la pancia a terra, sì, strisciavano con la pancia e con la bocca: la testa in avanti, mentre i piedi spingevano a zig zag; e vedevo altri corpi, che mi sembravano in quantità eguale, che strisciavano invece con il dorso e il culo. Non potevano rimettersi in piedi, anche perché mancavano le mani.
E c’erano esseri misteriosi, comunque figure ben definite, in piena forma, che seguendo orari ben prestabiliti capovolgevano ora gli uni ora gli altri, e così quelli, che erano rivolti con la pancia e la bocca verso terra strisciavano poi con il culo e il dorso, e così viceversa gli altri.
Chiesi a uno degli esseri misteriosi, che avevano l’incarico ad ogni ora di ribaltare la posizione fisica dei corpi scomposti: “Dove siamo? Perché “quelli” strisciano in quella posizione, ora rivolti in un modo ora in un altro? E perché li capovolgete ad ogni ora?”.
Mi rispose: “Questa è la Valle Verde, ma di verde c’è solo l’aria che quei corpi respirano con la bocca, quando possono, e che emettono dal culo, quando possono. Già hai capito quando: quando la bocca e il culo sono rivolti all’insù. Sono senza mani, perché quando erano in vita, hanno sempre usate cose senza mai dare nulla. Avevano agito con la logica del carpe diem, o, meglio, del ciapa ciapa, come direbbero i brianzoli. Ora eccoli strisciare per terra, come se la terra fosse ancora loro: un attaccamento allora morboso, ed ora hanno il giusto merito. Li rovesciamo perché, quando erano in vita, si godevano la terra, sia con la bocca che con il culo”.
«E voi, chiesi di nuovo, in nome di chi agite? Chi vi dà gli ordini di maltrattare questi poveri corpi?».
Rispose: «Non abbiamo alcun dio che ci dà ordini o, meglio, agiamo in nome della Giustizia, che vuole ordine, misura, equilibrio. È come se la Giustizia, di cui siamo servi, dicesse a ciascun essere umano: “Hai voluto solo mangiare e defecare? Ora, eccoti accontentato. Questa sarà la tua vita per sempre. Striscerai come la serpe della Genesi”. A proposito di maltrattamenti, ti ricordo che loro sono contenti che li maltrattiamo: godono e ridono».
Ripresi: «Dunque, voi siete servitori della Giustizia? Ma puoi essere più preciso? Quale Giustizia voi servite? Tutti sulla terra parlano di giustizia, e non sappiamo più chi dica la verità. E poi vediamo che ognuno si divide la giustizia secondo il criterio del mio e del tuo, ovvero del mio che ha ogni diritto da far prevalere, e del tuo, i cui diritti sono quelli di rassegnati alla loro cattiva sorte».
E l’essere misterioso intervenne: «Qui ora tutto è sistemato, secondo le regole della Giustizia, che non è di nessuno, ma è una realtà superiore al criterio di ognuno. Qui, nella Valle Verde, c’è la legge dell’uguaglianza che si può definire omologazione comune: tutti fanno le stesse cose, ovvero strisciano allo stesso modo, alternandosi la posizione in modo del tutto equilibrato. Qui non ci sono più la prepotenza del mio e l’umiliazione del tuo. Ognuno ora si gode quel proprio, che ha preteso laggiù sulla terra, con perenni sollecitazioni della pancia e del culo da parte di una terra arida e arsa dal sole. I diritti degli altri, concussi e violati, appartengono ad un altro mondo, e là la vita sarà diversa”.
“Forse vorresti dire che qui nella Valle Verde questi corpi scomposti e maleodoranti sono i…?”.
“Certo, ho già letto nel tuo pensiero. Qui si torna alla Giustizia, che impone le sue regole. Hai rubato i diritti ai più deboli? Ora la paghi! Sei stato un barbaro razzista? Ed ora striscia come una serpe!”.
Non lo interruppi. Poi continuò: “Intendevo proprio parlare di quella feccia che ancora laggiù sulla terra fa propri i diritti universali, con il criterio dell’ego bastardo, figlio di un demonio sempre pronto a dividere l’umanità in privilegiati e disperati, frantumando ogni senso di giustizia, ogni senso di fratellanza, ogni civiltà”.
Tacqui di nuovo. E lui continuò: “Ecco perché qui vedi strisciare in perenne movimento questi corpi deformati dalla loro stessa avidità, godendosi terra e merda…”.
Appena pronunciò la parola “merda”, mi arrivò una tale vampata di tanfo da farmi star male, e di colpo mi ritrovai seduto sul letto, con le dita che stringevano le narici.
“Vacca boia! Che cosa ho sognato?”.
In fretta mi lavai e ancora in pigiama andai nella saletta del computer. Lo accesi, e lessi come prima notizia: “Il sindaco leghista di… (un paese vicino!) vuole dare multe a chi ospita profughi!”.
“Vacca boia!”, ripetei. Ma allora quella Valle Verde non era proprio un sogno. Ci finirai anche tu, boia di un sindaco!
9 settembre 2017
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