Mario Delpini vescovo di Milano, ovvero dietro il vestito, il nulla!
di don Giorgio De Capitani
Sui vari interventi che si sono succeduti durante la serata di giovedì scorso, 7 marzo, a Lecco , vi invito a leggere l’articolo «Autorizzati a un pensiero lieto e fiducioso e a sognare la speranza»
Ho ascoltato l’intervento finale di Mario Delpini.
Ancora una volta ho ascoltato parole vuote, senza senso, insulse, scoraggianti, deludenti, veramente offensive nei riguardi delle autorità presenti.
Più che giusto ascoltare gli interventi degli altri, ma bisogna anche concludere con qualcosa di solido, di sostanzioso, di ulteriormente stimolante.
Mario Delpini non sa che cosa sia né il bene comune né il pensiero. Ha le idee confuse. Ha il cervello vuoto!
Finché sarai seduto sulla cattedra di Sant’Ambrogio in Milano sentirò il dovere di urlare: Dimettiti!
Sia chiaro!
Non è solo per il caso di don Mauro Galli, condannato per pedofilia, che tu hai cercato di coprire, ma perché la tua pastoralità, ovvero il tuo essere pastore alla guida della Diocesi milanese, è del tutto inutile ed è dannosa.
Ciò che è inutile è anche dannoso, proprio perché, essendo inutile, crea un buco, la cui vacuità peserà sul futuro della Diocesi milanese.
Qualcuno mi dice: “Dovrebbe essere lui a capirlo!”.
No, non lo capirà mai, chiuso com’è in una tale supponenza che gli fa credere di avere un carisma fuori del comune.
Lui non è un carisma, è solo una specie di “carisna” (parola dialettale milanese che significa fuliggine, cenere, nerofumo che incrosta la canna fumaria: una parola che usava spesso un mio carissimo Padre spirituale, don Salvatore Gaiani).
A me rincresce, e sono sincero, usare parole “offensive”, ma, anche qui, non contesto la persona di Delpini Mario, ma il suo ruolo che grida vendetta al cospetto del Santo Patrono di Milano e di Dio.
Abbiamo avuto un altro vescovo, il suo predecessore, con dei problemi di equilibrio su cui non vorrei infierire, ma Angelo Scola, al confronto con Delpini, era un genio.
Delpini è l’ombra dell’ombra di uno scheletro!
È del tutto inutile ed è ridicolo che la Curia, nei suoi più diretti collaboratori (vedi i 7 vicari episcopali di Zona) faccia di tutto per proteggerlo.
Anche su questi collaboratori avrei forti riserve, visto che alcuni di loro sono tanto vuoti da peggiorare la realtà drammatica di una diocesi in agonia.
Sì, avanti tutta, progettate pure castelli di sabbia, ma la realtà non cambia: il duomo è vuoto di Dio e di milanesi che non si sentono più attratti da un vescovo davvero carismatico e dalla sua parola autorevole.
Avanti, avanti, coprite pure il vuoto d’essere divino con tante “belle” iniziative, dietro cui gratta gratta non resta che il nulla!
Vi invito di nuovo a guardare il video.
Ah si… ma, se è per questo, che dire della “Chiesa centrale” a Roma e del suo Sovrano assoluto? Mala tempora currunt, davvero!
Io credo che lui sia il vescovo modello della chiesa di oggi. Una chiesa svuotata di carismi e coraggio. Una chiesa adagiata, priva di quella spinta missionaria. Una chiesa che punta il dito piuttosto che curare le ferite; che isola piuttosto che accogliere; che condanna piuttosto che perdonare. Quante contraddizioni, quanta falsità. Il clero ha completamente perso la propria credibilità. Siete rimasti a 100 anni fa adagiati sul vostro “potere” morale. Oggi i preti son confusi, soli direi addirittura smarriti. Chi va da un prete cerca un conforto, cerca una guida, cerca qualche ‘certezza’. Qui il problema non è Delpini o il papa, il problema sono i preti usciti negli ultimi 20 anni, incapaci di testimoniare il Vangelo. C’è bisogno di cambiare, di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di privarsi di inutili comodità, di vivere la propria esistenza nell’inquietudine del proprio servizio. Di fermarsi quando qualcuno si attarda, di soccorrere chi è nel bisogno. C’E’ BISOGNO DI UMANITA’.