Angelo Scola: papa sì papa no. Troppi se e troppi ma…

 

 

di don Giorgio De Capitani

Che il cardinale Angelo Scola
sia il nome più gettonato tra i cardinali papabili,
questo veramente mi fa pensare male
di una Chiesa che sembra sull’orlo
dell’esaurimento di quella Profezia
in nome della quale, fino a poco tempo fa, ancora speravo
che potesse succedere qualche colpo d’ali.
Per una ripresa dell’Umanità perduta!

E se Angelo Scola diventasse papa,
ciò sarebbe la conferma di quanto finora
mi ha sostenuto nell’idea che fosse stato mandato a Milano,
su iniziativa personale di Ratzinger,
per prendere poi il suo posto.
Il piano era perfetto.

Oramai è quasi certo:
Benedetto XVI da tempo aveva deciso di rinunciare,
probabilmente nello stesso periodo in cui
aveva scelto Scola come arcivescovo di Milano,
nonostante i pareri contrari quanti erano stati interpellati,
che avevano indicato, tra altre cose,
un’età meno avanzata di quella di Scola. 

Un piano che, se fosse vero, definirei diabolico.
Una mossa vergognosamente studiata a tavolino.
Sì “vergognosamente”:
non si può prendere una diocesi, grande o piccola che sia,
come un trampolino di lancio.

Una cosa è certa:
tutto ciò ha letteralmente condizionato
il lavoro pastorale di quasi due anni, buttati al vento,
lasciando una Diocesi, una tra le più grandi del mondo,
in costante sede vacante.

Io non ho sentito
– non penso di essere l’unico a pensarla così –
la presenza del Buon pastore.
Non mi sono mai commosso nel sentirlo parlare di Dio.
La sua era una parola arida, accademica, filosofica,
apparentemente colta, ma senza calore umano.
Disincarnata, di proposito, dalla realtà esistenziale.
Con qualche riferimento all’attualità, certamente,
ma non più di tanto di quello imposto dalle circostanze.
Senza colpo ferire.
 
Una cosa strana ho constato in questi ultimi giorni:
l’attenzione quasi spasmodica dei mass media
nei riguardi delle parole di Scola,
e pensare che prima non avevano quasi mai prestato interesse
(tranne, da parte di qualcuno, ciò che il cardinale aveva detto
durante il complesso discorso di Sant’Ambrogio dell’anno scorso).

Se Angelo Scola salisse sulla cattedra di Pietro,
non so quale sarebbe la reazione della gente comune.
Non credo che essa si farà prendere da un grande entusiasmo.
Già dal primo discorso capirà che a parlare
non è un Padre di famiglia.

Solo Comunione e Liberazione esulterà,
sperando in una maggiore consacrazione ecclesiale,
visti i recenti scandali che l’hanno coinvolta.

Potrei parlare di un papa colto ma non troppo,
poco “intelligente”, e per nulla profetico.
In poche parole, avrei detto tutto.

E poi non so se perdonerei allo Spirito santo
di aver lasciato di nuovo la Chiesa nelle mani di un Teocratico.

E se Scola invece tornasse a Milano con la coda tra le gambe,
che cosa succederebbe?

Se fosse onesto con se stesso,
dovrebbe subito dare le dimissioni, e andarsene altrove.

Come potrà recuperare credibilità
come vescovo di una diocesi
che è stata tradita da un gioco di potere?  

 

53 Commenti

  1. Luca ha detto:

    Forse sono un sempliciotto, ma sono stato a Roma, ho visto e ascoltato Papa Benedetto nella sua ultima udienza generale del 27 febbraio e ho sentito le dolci parole del nostro Papa Francesco. Sono persone tutte appoggiate in Cristo e sono grato che ci siano. Leggo una gran parte dei commenti in questa pagina e sento una stonatura incredibile e mi chiedo “A che pro?”

  2. Gioele ha detto:

    Ciao Antonio, sì sono Libero Muratore da quasi cinquant’anni.

  3. piero ha detto:

    il fatto che la Cei avesse preparato una mail con gli auguri a Scola è li a dimostrare che le cose stanno esattamente come descritte da Don Giorgio; che l’abbia poi spedita direttamnente lo Spirito Santo visto che il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi?

  4. maria ha detto:

    Siete male informati e pieni di pregiudizi. ma soprattutto, siete da scomunica. vergognatevi.

    • Antonio Luigi Mori ha detto:

      E tu sei da pernacchia cara pecorona…..beeeeehhhh

      • maria ha detto:

        Mi chiedo cosa ci stiate a fare nella Chiesa, dato che non la amate e non credete in lei, ma credete in un’altra vostra personale chiesa…vedo che però i video del PD non esitate a pubblicarli. Perchè? difendono forse quei valori non negoziabili che la Chiesa da sempre cerca di proteggere (no ad aborto, matrimoni omosessuali, autanasia) ???

  5. Gioele ha detto:

    Ci sono due cose che mi piacciono in questo papa.
    PRIMO: è un gesuita, cioé un papa nero.
    Vecchio avversario, l’Ordine Gesuita, di noi massoni, ma allo stesso tempo assai profondo e versato nello studio.
    SECONDO: è di origine piemontese, e noi piemontesi ci distinguiamo per la nostra diffidenza.
    Leggo che la Comunità Ebraica argentina è molto felice.
    Staremo a vedere.
    Curagi garson! T’è tant travail da fé.

    • Antonio Luigi Mori ha detto:

      Caro Prof. sei massone? io giammai. ma sei simpatico e di grande cuore (oltre che colto). Mi trovo d’accordo con la tua analisi, ciao

      • Gioele ha detto:

        Certo Antonio, sono Libero Muratore da circa 50 anni. Te lo avevo già scritto ieri, ma qualcuno ha cancellato il messaggio.
        Chissà chi sarà stato?

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