da AVVENIRE
10 giugno 2021
La lettera.
Il Papa respinge le dimissioni di Marx:
«Continua come vescovo di Monaco»
Gianni Cardinale
Il cardinale tedesco aveva chiesto al Pontefice di lasciare come risposta alla crisi degli abusi che a suo dire chiederebbe una profonda riforma nella Chiesa
Papa Francesco respinge le dimissioni presentate dal cardinale Reinhard Marx e gli chiede di rimanere alla guida dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga.
Lo fa al termine di una accorata lettera autografa scritta oggi in spagnolo e subito diffusa, anche in una traduzione in lingua tedesca, dalla Sala Stampa vaticana.
Il cardinale Marx lo scorso 21 maggio aveva scritto a sua volta una lettera – resa pubblica, anche in italiano ed inglese, il 4 giugno – spiegando le ragioni del suo gesto come risposta alla crisi degli abusi che a suo dire chiederebbe una profonda riforma nella Chiesa anche per la risposta insufficiente dell’episcopato.
Il porporato tedesco aveva chiesto al Pontefice di poter lasciare la guida della diocesi bavarese a causa dello scandalo.
E al termine della sua missiva aveva scritto: “Desidero continuare ad essere prete e vescovo di questa Chiesa e continuerò ad impegnarmi a livello pastorale, ovunque Lei lo riterrà opportuno e positivo. Vorrei dedicare gli anni futuri del mio servizio in maniera più intensa alla cura pastorale e impegnarmi per un rinnovamento spirituale della Chiesa, così come Lei instancabilmente ammonisce”.
Papa Francesco in conclusione della sua lettera scrive: “Questa è la mia risposta, caro fratello. Continua come proponi, ma come arcivescovo di Monaco e Frisinga”. “E – aggiunge – se sei tentato di pensare che, confermando la tua missione e non accettando le tue dimissioni, questo Vescovo di Roma (tuo fratello che ti ama) non ti capisce, pensa a quello che Pietro ha provato davanti al Signore quando, a modo suo, ha presentato le sue dimissioni: ‘allontanati da me, perché sono peccatore’, e ascoltò la risposta: ‘pasci le mie pecorelle’”.
Nella sua lettera Francesco afferma di condividere la descrizione della crisi proposta dalla lettera di Marx: “Sono d’accordo con te nel descrivere la triste storia degli abusi sessuali e il modo in cui la Chiesa l’ha affrontata fino a poco tempo fa come una catastrofe. Rendersi conto di questa ipocrisia nel modo in cui viviamo la nostra fede è una grazia, è un primo passo che dobbiamo fare. Dobbiamo farci carico della storia, sia personalmente che come comunità. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questo crimine. Accettare significa mettersi in crisi”.
Per il Papa, comunque, oggi “ci viene chiesta una riforma, che – in questo caso – non consiste in parole ma in atteggiamenti che hanno il coraggio di affrontare la crisi, di assumere la realtà qualunque siano le conseguenze”. Perché “ogni riforma comincia da sé stessi”. E la riforma nella Chiesa “è stata fatta da uomini e donne che non hanno avuto paura di entrare in crisi e lasciarsi riformare dal Signore”.
Questo, afferma Francesco, “è l’unico modo, altrimenti non saremo altro che ‘ideologi della riforma’ che non mettono in gioco la propria carne”. Gesù, sottolinea Francesco, “mai accettò di fare ‘la riforma’ (permettimi l’espressione) né col progetto fariseo, o sadduceo, o zelota, o esseno”, ma lo ha fatto “con la sua vita, con la sua storia, con la sua carne sulla croce”.
E questo, riconosce il Papa rivolgendosi a Marx, “è il modo che tu stesso, caro fratello, hai assunto nel presentare la tua rinuncia”, perché “come dici nella tua lettera seppellire il passato non ci porta a nulla”. E “il silenzio, le omissioni, il dare troppo peso al prestigio delle istituzioni portano solo al fallimento personale e storico”.
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