11 luglio 2021: SETTIMA DOPO PENTECOSTE
Gs 10,6-15; Rm 8,31b-39; Gv 16,33-17,3
“L’Antico Testamento, testo per noi venerabile, è scritto dalla parte degli ebrei” (C.M. Martini).
Quando leggiamo la storia del popolo ebraico dalle pagine dell’Antico Testamento, non possiamo non pensare a un Dio che stava sempre dalla parte del popolo eletto: gli ordinava di conquistare la Terra promessa, distruggendo i popoli residenti, con la giustificazione assurda che fossero idolatri o infedeli.
Forse qualcuno dimentica che i primi assertori della razza pura furono proprio gli ebrei. Uccidevano le popolazioni straniere perché erano immonde. Gli ebrei hanno commesso genocidi in nome della razza pura. E poi si sa che la storia cambia, e da carnefici si diventa vittime, e oggi ci si lamenta della shoah. Ma gli ebrei che cosa hanno fatto nel passato?
Certo, dovremmo allargare il discorso, e chiederci ad esempio: anche noi occidentali non siamo forse gli eredi di chi ha commesso soprusi e violenze di ogni tipo, di chi ha ucciso e sfruttato popolazioni, ritenute inferiori per cultura, razza e religione?
Loro erano selvaggi e noi civili, con il diritto di sfruttare le loro terre! E lo abbiamo fatto, unendo interessi nazionalisti e interessi religiosi.
E la chiesa istituzionale che cosa ha fatto? Uccidere e uccidere, ma in nome di quale dio? Un dio lo si inventa su misura di rivendicazioni vergognose e blasfeme.
E allora, ecco la domanda: come leggere l’Antico Testamento e, nel caso di oggi, come leggere il primo brano della Messa? E non si dimentichi che la Chiesa dice che anche l’Antico Testamento è ispirato dallo Spirito santo. A meno che non ci siano due Spiriti santi: uno che ha ispirato l’Antico Testamento e il secondo che ha ispirato il Nuovo, come si possono conciliare il Dio dell’Antico e il Dio del Nuovo Testamento?
Qui interviene il cardinale Carlo Maria Martini: “Va ricordato che l’Antico Testamento, testo per noi venerabile, è scritto dalla parte degli ebrei”.
E io aggiungerei: “il Nuovo Testamento è scritto dalla parte dell’umanità”.
Le parole di Martini sono fondamentali per leggere il Vecchio Testamento. Ciò che viene descritto è sempre in favore del popolo ebraico, per cui i nemici hanno sempre torto e meritano ogni condanna. Il Dio dell’Antico Testamento era il Dio del popolo eletto, e se il popolo eletto veniva talora punito era solo perché tradiva l’Alleanza con Dio, quasi a dire: “Tu sei il popolo veramente eletto, scelto tra gli altri popoli per essere il migliore!”.
E che cosa è successo? Che gli autori sacri attribuivano a Dio propositi che non erano di Dio, ma di un popolo che giudicava la giustizia a modo suo, giustificando meschinità e anche eccidi dei nemici.
Ed è quanto poi succederà anche nella Chiesa, la quale leggerà la storia dalla sua parte, come se fosse una sua proprietà. Ecco perché dobbiamo stare attenti anche quando leggiamo la storia della Chiesa. I cosiddetti apologeti (difensori della fede) giustificavano anche le nefandezze della Chiesa, trovando sempre qualche scusa, pur di difendere anche l’indifendibile.
La Chiesa istituzionale è stata così perversa da canonizzare Cirillo di Alessandria, autore di indicibili nefandezze e di criminalità inenarrabili, tra cui aver fatto a pezzi il corpo della giovane filosofa pagana Ipazia. Ancora oggi lo veneriamo santo! Ma vi rendete conto?
Cirillo ha difeso con tutti i mezzi, leciti e non leciti, l’ortodossia della Chiesa cattolica, e ha fatto massacrare gli eretici. Santo!
E come dimenticare che Gesù Cristo è stato condannato e messo su una croce come eretico dai capi giudei?
Ogni religione esige le sue vittime, e sono gli spiriti liberi, che, proprio perché liberi, non appartengono a nessuna istituzione. Sembra quasi che più la religione reprime gli spiriti liberi, più essa si senta pura. Ma davanti a quale dio?
È una mia convinzione: quando compariremo davanti a Dio, gli chiederemo: ma tu chi sei? La stessa domanda gliela faranno il papa, i cardinali, i vescovi, i preti, le suore… Ce lo hanno sempre rappresentato così diverso che nessuno lo riconoscerà!
Allargando le parole di Carlo Maria Martini, possiamo dire che tutto è visto dalla parte nostra, anche Dio è visto dalla parte nostra. Basta poco: crearsi un proprio dio, e il gioco è fatto!
“Io ho vinto il mondo”
Passiamo al brano del Vangelo. Inizia con queste parole: «Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!”».
Nel quarto Vangelo la parola “mondo” ha un significato del tutto negativo: “mondo” è l’insieme del male, il regno di satana. Cristo ci dice: “voi siete nel mondo, ma non dovete essere del mondo”. Siamo costretti a vivere “nel”, ma senza essere “del”. Ciò richiede lotta, rinuncia, autonomia, libertà.
In altre parole: si vive “fisicamente” in un mondo che non è nostro “spiritualmente”. La carnalità di questo modo non ci appartiene. Ma c’è di più. Il mondo di cui parla Cristo è il regno del male, e con il regno del male non ci può essere nessun compromesso. Con la carnalità ci può essere un compromesso: siamo tutti carnali in quanto abbiamo un corpo. Ma con il regno del male bisogna essere radicali: opposizione assoluta. Con il male non si può venire a patti.
Quando Cristo dice: “Io ho vinto il mondo”, come è da intendere “vincere”? Vincere non significa distruggere. Il male esiste ancora, ed è sempre forte. Ma in Cristo possiamo lottare per opporci al male. Ciò richiede coraggio, e il coraggio si fonda sulla fede nella parola di Cristo. Qui il discorso si fa un po’ complesso. La religione ci può aiutare, ma anche distoglierci dall’Unico Bene, che è Dio. Il problema della religione è la sua struttura carnale, che è sempre qualcosa che lega lo spirito.
È Cristo risorto che ha vinto il mondo: è lo Spirito santo. E lo Spirito santo colpisce il male radicalmente. E questo richiede da noi un impegno quotidiano, un distacco radicale da ogni carnalità. La Chiesa crede di opporsi al male in quanto istituzione. È assurdo! È paradossale! Lo Spirito agisce al di fuori delle istituzioni: agisce nel nostro essere interiore. Cristo ha vinto il mondo sulla Croce, quando ha lasciato il suo corpo, donandoci lo Spirito santo.
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