Da Ichino a Martelli fino a Shammah, parte da Milano la raccolta firme per portare Mario Draghi alla presidenza della Commissione Europea
da Il Corriere della Sera
Da Ichino a Martelli fino a Shammah,
parte da Milano la raccolta firme
per portare Mario Draghi
alla presidenza della Commissione Europea
di Chiara Baldi
Il Manifesto lanciato da «Adesso!» sarà sottoposto nei prossimi giorni ai 76 europarlamentari italiani: «È un appello che raccoglie tante personalità diverse ma che hanno tutte a cuore il destino dell’Europa»
Il giuslavorista Pietro Ichino, il socialista Claudio Martelli, la regista Andrée Ruth Shammà. E ancora: il professore di Diritto del lavoro della Bocconi Maurizio del Conte, il presidente della Fondazione Anna Kuliscioff Walter Galbusera, l’ex presidente della Corte d’appello di Milano Marina Tavassi e Linus. Sono alcuni dei nomi di spiccio che hanno firmato per portare l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi alla presidenza della Commissione Europa. Un Manifesto (qui per firmare) che è stato lanciato da «Adesso!», movimento e progetto di mediactivism fondato dall’editore della casa editrice «Bookabook» Tomaso Greco, 42 anni. Che spiega: «È un appello che raccoglie il consenso di tante personalità diverse, dai politici ai primari, persone che hanno anche un humus politico che apparentemente può essere molto distante. Ma che hanno tutte a cuore il destino dell’Europa».
Oltre a questi nomi, ci sono anche quello di Fausto Raciti, Fabrizio Cicchitto, Riccardo Nencini, Alessandro Litta Modignani, Cesare Pinelli, Gennaro Acquaviva, Guido Greco, Pier Alberto Testoni, Marta Federica Ottaviani, Maurizio Vecchi, Maria Alessandra Sandulli, Vincenzo Franceschelli, Fabio Ranucci, Niccolò Musmeci, Mario Chiti, Manos Matsaganis e Monica Colombera. «Ora, però, vogliamo lanciare la fase 2 della proposta e sottoporre il Manifesto ai 76 europarlamentari italiani: sappiamo bene che il prossimo Commissario europeo non sarà scelto da loro, ma i gruppi politici resteranno gli stessi e ci sembra un messaggio importante da condividere con cui deciderà le sorti dell’Europa», chiarisce Greco.
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