I forconi-forcaioli ci lasceranno ancor più nella merda!

 

di don Giorgio De Capitani

Dalle buone si passa alle cattive ragioni.
Il passaggio è sempre questo.
In Italia soprattutto, dove la Democrazia
è oramai al tramonto o, meglio, non ha mai conosciuto l’alba.

Non ho finora scoperto dove risieda
un benché minimo senso democratico:
almeno un fiuto!

Sì, dalle buone ragioni si passa alle cattive,
proprio perché questo è il passaggio naturale,
dal momento che non c’è, nel nostro Paese, lo ripeto,
un benché minimo senso democratico.

Non ho mai visto, tranne rarissime eccezioni,
una protesta che servisse a ridarmi un barlume di Democrazia,
a restituirmi qualcosa di democratico.

Eppure di buone ragioni per protestare ce ne sono,
ma non si sa protestare con quella voglia di senso democratico,
che dovrebbe costituire la vera rabbia interiore di un cittadino,
privato dei diritti sacrosanti che fanno parte di una vera Democrazia.

La domanda è semplice:
i cittadini italiani in realtà che cosa vogliono?

Smettiamola di indagare nel profondo dell’anima,
dove l’essere sarebbe in crisi d’identità,
oppure di pescare tra i vari disagi sociali che la politica corrotta
avrebbe causato e causerebbe tuttora,
per cui… tutti contro tutto, e tutto contro tutti.

Si discute, si litiga, ma tra finzioni ipocrite,
senza arrivare mai al dunque.
E il dunque sarà sempre inaccessibile
con “questa” classe politica che, più che corrotta,
è radicalmente “analfabeta”,
e con questo popolo bue che, più che “ignorante” (e lo è),
è irrimediabilmente irrecuperabile,
per la sua ostinazione a combattere una classe dirigente,
che ad ogni tornata elettorale il popolo bue “liberamente“ sceglie.

Noi siamo maledettamente dentro in questo circolo vizioso:
il vero problema sta nel riuscire a romperlo,
ma come si fa se il popolo non ha nessun senso democratico,
e non ne vuole sapere, dominato dal suo istinto di sopravvivere
fregandosene del bene comune?

Voi credete che quando si protesta,
si protesta per il bene comune?
Illusi!
Ognuno protesta per sé, unicamente per sé:
gli “altri” servono per fare massa di protesta,
onde ottenere il “proprio” interesse.

C’è un pauroso individualismo nelle proteste di massa,
che non avete idea!
Eppure dovremmo rendercene conto,
se ciascuno di noi guardasse dentro,
e fossimo una buona volta onesti con noi stessi.

Forse qui dovremmo parlare di perdita della vera identità,
se per identità intendiamo identità anche sociale.

E così succede che, anche nella protesta dei cosiddetti forconi,
le buone ragioni (ce ne sono sempre, dappertutto, anche tra i mafiosi)  
diventano cattive, non solo per il modo di protestare
(la rottura di una vetrina ci potrebbe anche stare!),
ma per la perdita di ogni buon senso,
che non può disgiungersi dal senso comune.

Il movimento dei forconi diventa movimento di forcaioli:
e la gente comune si arrabbia, reagisce male ai disordini,
vorrebbe, anche egoisticamente, tenersi quel misero buono che ha.

Tra l’irrazionalità di una protesta che si fa violenza gratuita
preferisco il buon senso comune, anche se venato di individualismo.

Lo so: la gente borbotta, e non reagisce come dovrebbe
– ad esempio usando il voto in modo più “politico” –,
ma la massa è massa, e non si può pretendere che
il ribaltamento della società provenga dalla massa,
e nemmeno da quanti hanno il coraggio di protestare,
e poi si fanno massa di violenti incontrollabili,
figli di papà, borghesacci che non sanno cosa fare
per riempire il loro tempo ozioso,
se non cavalcando proteste e disagi,
il malumore della gente disperata.

Anche la protesta dei forconi forcaioli terminerà,
senza aver ottenuto nulla di buono,
anzi ridarà al potere ancor più potere,
e lascerà il popolo ancor più deluso.

Una rivoluzione senza una grande Idea di Bene comune
produrrà solo ceneri.
Una rivoluzione con una grande Idea di Società
è un seme che prima o poi darà qualche frutto.
Nelson Mandela non insegna qualcosa?

Eppure ammiriamo gli eroi, i martiri, i profeti;
ma che stiano lassù nel cielo a benedirci!
Quaggiù sulla terra ci pensiamo noi a farci guerra,
a scannarci per un pezzo di terra,
rubandolo magari al vicino di casa,
alla faccia della destinazione universale dei beni,
alla faccia della solidarietà sociale.

Incensiamo i santi del cielo,
prendiamo i profeti come nostri modelli,
e poi ciascuno fa i cazzi suoi.

Sono deluso, sono amareggiato:
sono italiano, e mi sento un coglione,
sono cristiano, e mi sento un coglione,

sono prete, e mi sento un coglione.
Sì, mi sento in coglione perché, volere o no,
“questa” è la mia patria,
“questa” è la mia religione,
“questa” è la mia Chiesa.

E quando le proteste di massa degenerano in violenza,
quando le riforme istituzionali sono solo di facciata,
quando i miei confratelli neppure alzano la testa,
allora la mia coglioneria si ribella,

e sognerei un mondo in cui a protestare siano i pacifici,
a fare la rivoluzione siano i veri utopisti,
a rifare il cristianesimo siano gli spiriti veramente liberi.

Ma, purtroppo, la solitudine è d’obbligo:
non posso pretendere che la massa mi segua.

Tuttavia, questa è la strada giusta,
perché credo in quella unitarietà cosmica,
che non è omologazione di massa,
ma legge naturale per cui io e il tutto siamo una cosa sola.

E allora anche la mia ribellione interiore,
la mia solitudine “forzata”, i miei sogni da prigioniero,
allora la mia ostinazione per non darla vinta al potere,
sia politico che religioso,
corrono nel tessuto delle relazioni cosmiche,

e così mi sento meno coglione, meno impotente,
ma più provocatoria di qualsiasi manifestazione di massa.

Un religioso crede nella potenza della preghiera,
ma c’è una forza altrettanto potente,
ed è quella energia che si prigiona dal e dentro il nostro interno,
che fa parte del cosmo divino.

Se non si parte dall’Umanità che è dentro il nostro essere,
se non si crede che da qui partirà la vera rivoluzione,
si otterrà solo fumo, violenza, morte.

Il potere lo si combatte così:
sfidandolo tutti insieme,
ciascuno aggiungendo umanità a umanità,
con la forza di una parola profetica,
con la testimonianza del proprio martirio quotidiano
– che non è subire passivamente ogni ingiustizia –
e anche nella solitudine più estrema
– che è auto-coscienza del proprio essere –,
sapendo che alle sorgenti dell’Umanità
ci troveremo tutti quanti Umani.

Mi augurerei che ogni secolo sfornasse un profeta
– ne basterebbe uno solo –,
per aprire gli occhi e sentirmi Uomo.

NotaBene.
Prima Berlusconi, poi la Lega, poi Beppe Grillo e ora i forconi. Questi sono i rivoluzionari che salveranno l’Italia? Forse noi italiani non ci meritiamo di meglio, o forse non riusciamo a produrre di meglio. Occorre un miracolo per uscire da questo pantano di merda? O, come dicevo, non è forse il momento di scavare dentro di noi, e di tirar fuori il meglio del nostro essere?

 

 

27 Commenti

  1. PietroM ha detto:

    Caro don Giorgio,
    ti ringrazio molto delle tue precisazioni con le quali concordo perfettamente. Nel tema, c’è anche questo e spero
    tanto che se ne traggano i giusti insegnamenti.

  2. PietroM ha detto:

    In un Parlamento di nominati, cioè di NON-VOTATI, con chi volete prendervela? Costoro non rispondono agli elettori, ma ai loro capi-bastone.
    Tuttavia, la dietrologia non porta a nulla.
    Cosa facciamo? Lasciamo andare la nave a fondo?
    Diamo l’allarme almeno! L’Italia non è la CONCORDIA …
    Certe posizioni fatalistiche non giovano a nessuno ed io mi schiero con i reietti, rigettando decisamente tutte le strumentalizzazioni politiche, mafiose e di altro genere.
    Giunti a questo punto, occorre raccattare i propri stracci e continuare a camminare verso un sole che scaldi tutti allo stesso modo ,indiscriminatamente.

  3. attilio ha detto:

    Sono grato a quel Dio Creatore che mi ha fatto nascere nei campi.Ho fatto in tempo ad usare alcuni attrezzi agricoli.Elencandoli direi, la zappa, la vanga (badile), tridente (“forcone”), rastrello, la falce, il falcetto, la falce per il frumento e altri.

    Da ragazzino cercavo di imitare mio padre. Lui, mio padre lavorava tanto, e sudava, sudava, non aveva mai tregua.
    Quando io usavo uno di questi attrezzi mi piantavo subito. Allora mio padre sorridendo mi diceva:” se fai così tribulerai tanto!”. Prova in questo modo!”.

    Quindi c’era l’intelligenza, la cultura, la esperienza di un fare succedaneo al pensiero, all’intelleto, all’amore.

    Osservavo i contadini durante la falciatura dell’erba. Sembrava che danzassero.Lo stile, il ritmo,l’eleganza.
    Così con i tridenti (forconi), voltavano l’erba a divenire fieno al sole, con gesti calibrati, mai violenti, leggeri, sereni armonici.
    Questi “forconi” cosa propongono? Forse che un forcone può essere inteso come arma? Come violenza minacciosa quindi?
    Arrivano fuori tempo.La violenza è cronaca quotidiana, e assume ad ogni ora che passa,i connotati di una “epidemia” incurabile.Non sembra esserci la “terapia”.
    Così la politica è un cadavere, la democrzia sempre embrionale.Come non avesse genitori.Una creatura creata per non vedere mai la luce!.

    Pensiero sereno, un gesto calibrato,un fare con stile, senza violenza, un ritmo musicale, un’armonia d’intorno, e sopratutto Amore.

    Dov’è finito tutto questo? Forse nelle TV? Nei giochi elettronici? Nei PC, nei tablet, nelle feste orgiastiche,nelle infinite proteste?
    Chi ha la fede, qualsiasi fede è disposto a donare un pò del tempo, ad un libro, ad un pensiero, ad una divinità, all’Unico Dio?
    O pensa che il calcio risolverà ogni propria necessità?

    Ritornando alla “danza” dei falciatori d’erba (poi fieno), allo stile, all’armonia priva di competizione corrotta,a questa sapienza, direi che o ci fermiamo un solo attimo o ci ritroveremo fra “perduti”. Poco importa se “civili” o “primitivi”.

    Tra pochi giorni si ripeterà la notte di 2013 anni fa.
    Quanta sofferenza,quanto peregrinare, quanto dolore, angoscia, umiliazione, quanto bussare.
    Alla fine l’umile ricovero di animali domestici e subito dopo gli occhi della Luce. La Serenità, l’Armonia, l’Amore.Allora sereno Natale per tutti e per ogni giorno.

  4. Osvaldo ha detto:

    Stiamo assistendo alla nascita di diverse sigle che sfruttano il momento di malessere e disagio che provano migliaia di persone,disoccupati e giovani.
    Il malessere è tanto ed è evidente,ma mi chiedo se è questo è l’unico modo per salvare questo paese,protestano,bloccano il traffico senza sapere che ogni giorno che non si lavora sono quasi 1 miliardo di pil perso,e senza sapere che proprio la prima parte del primo articolo della costituzione dice che attraverso la tassazione del lavoro lo stato da i servizi,fermando tutto non giova a nessuno.
    In merito alle sigle poi abbiamo i padroncini,agricoltori artigiani industriali che come nemico hanno:
    EUROPA ED EQUITALIA!!
    Ma mi chiedo questi operai e disoccupati che protestano affianco agli allevatori sanno che l’europa ha fatto all’italia una multa di un miliardo e settecento milioni di euro per aver pagato agli allevatori le quote latte(AIUTI DI STATO),qusi 4,5 miliadi che magari è l’imu della prima casa!!!!!
    O questi allevatori sanno che l’imu sui cappannoni è anche il risultato di questo aiuto…che paga anche il più onesto?
    O questi imprenditori che imitavano a Berlusconi non pagando le tasse…..sanno che il loro idolo aveva assunto in parlamento i suoi avvocati a nostre spese e che si faceva le leggi ad personam?
    Loro lo hanno imitato…FRASI DI BERLUSCONI:
    Non pagare le tasse è moralmente giusto!!
    Tremonti: Se i controlli sono troppo assidui mandate in quel paese i controllori!!
    La Santanchè: Non pagate l’imu!!
    Purtroppo parte di questi manifestanti hanno dato retta ma poi è arrivata equitalia!!!
    OCCORRE CHE QUALCUNO SPIEGHI A COSTORO COME STANNO REALMENTE LE COSE!!

  5. giovanni non padano ha detto:

    Certamente in questo movimento ci sono dei poveri cristi che protestano perchè veramente in difficoltà e quindi facilmente manipolabili, sono sicuro però che ce ne sono molti che a suo tempo hanno dato del lazzarone agli operai che scioperavano per la difesa dei loro diritti, vedi articolo 18, o per il rinnovo del contratto. Ora che anche la classe media e parte della piccola borghesia si ritrovano con le pezze al culo, si mobilitano e invocano la rivoluzione al grido di a casa tutti. Ma chi ce li ha messi in parlamento quelli che vorrebbero mandare a casa? Per chi avranno votato questi signori così inidignati? Sarebbe meglio che chiedessero conto direttamente a chi ha preso i loro voti. Quando si appoggia un modello di società basato sul liberismo più sfrenato bisogna mettere in conto la possibilità di finire tritati dagli ingranaggi del meccanismo che muove il sistema. Quindi, invece di impugnare i forconi sarebbe il caso di darsi le martellate sui coglioni.

  6. PietroM ha detto:

    Permettetemi una semplice domanda:
    è vero o non è vero che ci sono gli esodati e che va crescendo la percentuale di persone che non arrivano a fine mese?
    Un’altra domanda:
    è vero o non è vero che un numero astronomico di aziende ha dovuto cessare l’attività e che il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 40%? E ancora: è vero o non è vero che il potere d’acquisto delle famiglie si
    va sempre più riducendo?
    E’ vero non è vero che i suicidi per motivi economici sono all’ordine del giorno?
    Di questo bisogna parlare, senza fare demagogia, per carità! Il popolo scende in piazza proprio quando la democrazia non dimostra solidità e rispetto per tutti, nessuno escluso. Un pezzo di pane va diviso con tutti.
    Non è accettabile la critica di chi parla a pancia piena.
    Nel movimento dei “forconi” ci sono sicuramente degli infiltrati di vario genere ed è angosciante doverlo constatare: cavalcare la disperazione per farsene strumento di opportunismo politico, economico o addirittura mafioso è semplicemente aberrante e dà esattamente la dimensione del male anche nelle cose più elementari e semplici della nostra esistenza come comunità. Bisogna avere la capacità, il coraggio e la forza di separare la zizzania dal grano.

    • Don Giorgio ha detto:

      È vero o non è vero che gli italiani per vent’anni hanno votato un Porco-Delinquente, di nome Berlusconi, che ha calpestato la Democrazia e ogni senso di legalità? È vero o non è vero che le crisi non si risolvono solo con il mercato che funziona, che torna a girare, poco importa se poi pochi pagano le tasse, e fanno i cazzi che vogliono? È vero o non è vero che tutte le manifestazioni finora fatte non sono servite a nulla, proprio perché sono guidate da gente balorda che si approfitta della povera gente che, cogliona, segue questi malandrini che vogliono solo far casino, senza avere idee chiare in testa? Nessuno sta dicendo che le cose oggi funzionano bene. Vorrei dire che per risolvere i problemi ci vuole ben altro che una massa di scalmanati che usano gli attrezzi di lavoro per spaccare anche quel poco di buono che è rimasto. E poi smettiamola di contestare violando i diritti degli onesti cittadini, che vanno al lavoro tutit i giorni, e si vedono questi imbecilli che creano solo disagi, senza approdare a nulla di buono. Smettiamola di fare i patetici, invocando i diritti dei poveracci, quando i poveracci sono a casa a cercare qualche via di uscita dalla crisi.

      • Giulio ha detto:

        Se pochi pagano le tasse non è certo perchè chi non le paga è un’ evasore, è perchè moltissimi non ce la fanno più a pagarle, è questo che quelli di sinistra si rifiutano di ammettere preferendo fare demagogia spiccia.
        Gli imprenditori che vanno all’estero perchè tartassati dal fisco italiano non hanno esportato la cultura dell’ evasione ma la cultura del pago il giusto e ricevo in cambio il giusto, come succede in Austria e Svizzera dove conosco amici che hanno aperto un’ attività li e sono contenti di pagare le tasse per un paese che chiede il giusto e offre servizi efficienti. Se in italia continuerà la cultura di sinistra della caccia agli evasori, invece di risolvere il problema alla radice, i lavoratori italiani ne pagheranno sempre più le conseguenze, e le aziende italiane giustamente delocalizzeranno sempre più in massa. Voglio vedere poi se metteranno la patrimoniale quanti in italia vorranno rimanerci per farsi fregare altri soldi, gli ultimi, come se quei soldi fossero il frutto di chissà quale esproprio e non di una vita di sacrifici. Lo capisce anche un bambino delle elementari.

        • Don Giorgio ha detto:

          Gli italiani non hanno mai pagato le tasse come avrebbero dovuto, questa è la verità, è questione di onestà, è l’onestà che manca agli italiani, per di più governati da porci e ladri e farabuitti,  Berluscoini in primis, e Lega poi. Casomai sono i poveri che, nonostante tutto, fanno il loro dovere. Chi non paga le tasse è un delinquente, a priori.

          • Giulio ha detto:

            Le imposte sono un vincolo medievale, già la parola imposte dice tutto, se prima poteva avere senso pagarle quando lo stato ti poteva offrire veramente qualche servizio, la cosa paradossale oggi è che più ci si avvia a una svendita del patrimonio pubblico ai privati da parte dello stato, più le tasse aumentano, questa già è la prova di una colossale presa per il culo.
            L’economia è una cosa razionale, ma qui di razionale non c’è nulla, lo stato può offrire sempre meno servizi ma può chiedere sempre più tasse? Non è accettabile, a meno che l’aumento delle tasse non sia motivato da un disastro economico e da un debito pubblico fatto da altri, ma allora è bene dire ai cittadini che qui non si tratta più di contribuire con le proprie tasse al buon funzionamento dello stato, ma ad allungarci un pò di più la catena con la quale ci tengono legati.
            La privatizzazione del patrimonio pubblico italiano, processo voluto dai camerieri di Bruxelles, è partito dall’IRI fino alla Banca d’Italia negli anni 90, oggi si passa dalla Telecom, agli ospedali, ai trasporti, e l’Europa dice che andiamo troppo a rilento nelle privatizzazioni.
            Il futuro voluto dall’Unione Europea è lo smantellamento delle nazioni, cioè tutto sarà in mano ai privati e di pubblico non esisterà nulla, questo può essere opinabile o meno, ciò che non è opinabile ed è ripeto inaccettabile, è che uno deve pagare sempre più tasse, per mantenere quali servizi se ormai questi finiscono tutti in mano ai privati? Il problema è che qui si finge o non si vuole capire, che il popolo non è schiavo tanto dello stato, ma di un oligarchia di poche persone.

          • Don Giorgio ha detto:

            E il popolo è schiavo della propria coglioneria! Non esiste la democrazia nella testa della gente italiana. Lo vuoi capire o no?  

          • Giulio ha detto:

            Non esiste cultura democratica perchè il popolo non è abituato a essere trattato con cultura democratica, è inutile che lei si scandalizzi, quando si tratta di essere coinvolti nelle scelte che riguardano il nostro futuro la democrazia va in frigorifero, vedi i vari trattati europei o l’entrata nell’euro, uno raccoglie ciò che semina.

          • Don Giorgio ha detto:

            Balle! Non siamo un popolo che ha il senso democratico! Ce ne freghiamo di tutto, purché abbiamo di che riempirci la pancia. Finora chi abbiamo votato? Berlusconi, Lega, ecc. tutti partiti della pancia. Ma che stai dicendo? Panem et circenses, dicevano i latini. La cultura? Quale cultura? Vai a dirlo ai forconi che brucerebbero anche i libri pur di far sentire le loro proteste. Ma quali proteste? Siamo un popolo di analfabeti che pensano solo a risolvere i loro problemi immediati piuttosto che pensare a lungo termine. La politica non aiuta a fare cultura nella testa della gente? Ma chi vota questi politici? Gli italiani si accontentano della merda, perché pensano… merda.

             

          • Giulio ha detto:

            I suoi sono discorsi in parte forse veri ma in gran parte molto astratti, mi pare di aver detto cose inopinabili e concrete, non balle, la crisi non è dovuta a Berlusconi, ma ad Unione Europea che in 12 anni ha smantellato le economie di molti paesi, delle piccole medie imprese del nord, all’agricoltura, i paesi che ne sono rimasti fuori prosperano, la risoluzione della crisi non passa dall’abolizione delle odiose auto blu o del finanziamento pubblico ai partiti, ma ridiscutendo i trattati e riappropriandoci della nostra moneta e della nostra sovranità. Il Coraggio Don Giorgio passa dal coraggio, non dalle chiacchiere, dalle invettive contro i superiori o contro i politici, quello non è coraggio, il coraggio è azione. In questo la vedo molto simile al grillo.

  7. Patrizia ha detto:

    Andassero sotto casa del Berlusca, che ci ha portati fin qui.Perchè non ci vanno? é chiaro, perchè sono quelli che lo hanno votato.
    Angelo Rizzoli,70 anni, ammalato di sclerosi multipla, gli sono stati negati i domiciliari, è morto in carcere.Ma ci chiediamo come è possibile che un pregiudicato condannato in 3° grado per reati gravissimi, sia a piede libero e possa anche permettersi di sobbillare la gente contro le Istituzioni? Ma è normale tutto ciò?

  8. GIANNI ha detto:

    Talora si possono interpretare eventi di natura diversa, sociale, politica, economica, culturale ecc…
    indulgendo nella tentazione manichea di ricondurre il tutto a un bene o un male.
    Più difficile distinguere tra elementi positivi e negativi, fermo restando un giudizio soggettivo.

    Cerco di farlo con questo commento.
    Partiamo da una considerazione essenziale.
    Trattasi di manifestazioni e proteste e quindi possiamo quanto meno individuare due aspetti, modalità e motivi.
    Le modalità sono ovviamente almeno illegali, e spesso violente, come quando si impone agli altri la chiusura dei propri esercizi, piuttosto che il blocco della circolazione.
    Quanto ai motivi, direi che, vista anche la composizione eterogenea di chi protesta, sono diversi.
    Vanno dalla critica a questo governo ad altri motivi, non sempre facilmente individuabili, e probabilmente c’è anche chi protesta tanto per farlo.

    Quanto alla crisi: spesso, in chi si contrappone alle attuali politiche, e non mi riferisco solo alle proteste di piazza, manca un momento di proposta.
    D’accordo non essere concordi, ma poi….?
    In talune posizioni possiamo anche leggere qualche contraddizione, come coloro che prima sono stati avvantaggiati da talune politiche UE e quindi nulla hanno detto, e poi, invece, quando queste non fanno più comodo, allora si mettono di traverso.

    La mia opinione sulla crisi, peraltro, e sulle cosiddette ricette, l’ho già ripetuta diverse volte, quindi, anche per non tediare, non mi dilungo su questo ulteriore tema, strettamente connesso a quello dell’articolo.

  9. Giuseppe ha detto:

    Se la protesta dei cosiddetti forconi fosse autentica e sinceramente motivata sarebbe molto più contenuta, molto meno scomposta e, quantomeno, si proporrebbe un piano d’azione o un progetto di massima. Quello a cui stiamo assistendo, invece, sono dei raduni di scalmanati che spesso non sanno nemmeno perché si trovano là, che urlano slogan di cui non conoscono il significato e, soprattutto, fanno a gara a fomentarsi l’un l’altro per contribuire a fare casino e, magari, menar le mani. È come se si fosse rotto il vaso di Pandora e tutti gli scontenti del mondo siano scesi in piazza per sfogare il proprio malumore, fare più massa possibile e rendere più rumorose ed eclatanti (e pericolose) le manifestazioni. Oltre a ciò c’è da aggiungere l’immancabile strumentalizzazione di settori populisti ed individualisti (e perciò facilmente riconoscibili) dello schieramento politico, i cui leader sono oggi tra i più fanatici sostenitori dei disordini, arrivando perfino ad invocare la rivoluzione e lo sfascio delle istituzioni, solo perché a loro non piace chi è al governo, ma che in qualsiasi altro momento sarebbe stato fin troppo facile trovare schierati dalla parte opposta. Anche perché buona parte di loro sono i veri responsabili della situazione di “disagio” in cui si trova il paese e la sua popolazione.
    Ha ragione don Giorgio, da noi la democrazia non riesce proprio ad attecchire, in parte perché senza un capopopolo demagogo che trascini le folle, magari in nome di ideali in cui finge di credere per convenienza e sete di potere, non sapremmo dove andare a parare, ma specialmente perché, nonostante il nostro paese venga universalmente riconosciuto come la culla del diritto, siamo incapaci, forse per un innato spirito di contraddizione, di darci delle regole certe, ma soprattutto di rispettarle, perché ci sentiamo molto più furbi degli altri e preferiamo invece aguzzare l’ingegno per aggirarle e farcene beffe. E i vari Berlusconi, Grillo, Casaleggio, Salvini, Maroni, Bossi e le corti di loro simili che li seguono con l’appoggio ancor più dannoso di frange di neofascisti, con la loro parola, il loro esempio o semplicemente con la loro presenza, alimentano l’ignoranza e la mancanza di rispetto verso il prossimo e le già traballanti istituzioni democratiche.

  10. PietroM ha detto:

    Caro don Giorgio.
    È troppo facile pontificare sulle proteste di massa.
    E’ certo che anche il popolo bue, ignorante e tutto ciò che si vuole, abbia il sacrosanto diritto di far sentire la propria voce, specie quando la politica” ignora” la tragica situazione sociale ed economica in cui versano le famiglie e le imprese.
    Parlare a questa gente esasperata di “ unitarietà e relazioni cosmiche” è come dire a chi muore di fame “pensa a Manaus che ti passa”.Siamo seri. Questa gente è disperata e diversi si sono suicidati. E’ chiaro che ognuno di loro è portatore del proprio problema, ma a ben vedere, i problemi si identificano tra loro, formando un MACIGNO DI MALESSERE COSMICO ! Ciò di cui avrei paura invece è l’opportunismo di alcuni movimenti o partiti politici che, per propri fini di venalità elettoralistica, esprimono solidarietà e disponibilità al sostegno, pur di stare lì nel mezzo a raccogliere consensi.
    Tra loro c’è sicuramente un super-venditore ambulante, capace di vendere frigoriferi agli Eschimesi.

    • trikk ha detto:

      i forconi nascono in sicilia e allora prche non hanno mai e poi mai bloccato le strade per protestare contro la mafia ?
      nessun blocco per protestare contro il pizzo ?
      solo contro equitalia protestano…ma se in 3 anni hanno sequestrato 40 miliardi di euro alle varie mafie significa che il pizzo esiste.

      • Don Giorgio ha detto:

        Forse perché i forconi-forcaioli sono capitanati da mafiosi!

      • Giulio ha detto:

        Equitalia è sostanzialmente mafia, ieri il rappresentante dei forconi (del quale si può condividere o meno, e alcune cose non le condivido) ha detto una cosa sacrosanta a Servizio Pubblico: lo stato quando è in credito con un imprenditore che non ce la fa a pagare migliaia di euro, attua metodi medievali, confische, pignoramenti, aste, aumenta il suo debito da 200 a 400 fino a 800 mila euro, metodi da far impallidire i peggiori cravattari usurai. Non parliamo delle banche. Anche quella è mafia, la peggiore probabilmente. Anche loro hanno sulla coscienza centinaia di morti, non sono meno stragisti dei mafiosi.

        • Don Giorgio ha detto:

          E allora? Qual è la via giusta da scegliere? Fare come i capi dei forconi che hanno un bel conto in banca? Smettiamola di contestare un sistema, e poi tutti quanti ci restiamo cercando un proprio angolino tranquillo.

          • Giulio ha detto:

            Ha perfettamente ragione, la gente parla ma poi si adegua sempre e comunque, bisognerebbe e bisognava già da tempo iniziare a fare un obbiezione fiscale di massa per quanto mi riguarda, invece di andare in piazza coi cartelli “non si può passare la vita a lavorare per pagare” o mandano letterine improbabili alle fdo come fa grillo.
            Siamo tutti dei parolai, anche io, la gente alla prova dei fatti ha paura perchè la mafia (che in questo caso lo ripeto, per me è lo stato) ormai ha schiavizzato psicologicamente le persone, da nord a sud, anche se con queste proteste si potrebbe indurre a pensare che le persone si stiano ribellando, lo stato coi suoi metodi mafiosi le catene alle persone le tiene ancora salde nelle proprie mani con mille tentacoli. In più lo stato sa mettere il popolo l’uno contro l’altro, chi è dipendente pubblico e il pizzo lo deve pagare per forza, non potendosi ribellare al pizzo viene messo contro chi il pizzo lo evade anche per sopravvivere.

    • Don Giorgio ha detto:

      Prova a ragionare: secondo te, la gente che sta soffrendo ecc ecc. ecc. (tanta enfasi, comunque, se parliamo degli italiani!) si risolleva l’animo e il corpo con questa massa di idioti che contestano, senza sapere perché contestano? E poi, smettiamola di dire: colpa del parlamento (lo dico anch’io quando sono arrabbiato), ma chi vota questi farabutti parlamentari? È ora di smetterla di pensare, comunque, a un parlamento del fare bene le cose, quando manca una grande Idea di Politica, caro mio. Altrimenti, non se ne esce, neppure con i mitra, altro che coi forconi di una massa di imbecilli capitanati da figli di papà. Smettiamola di fare il solito criticone nei riguardi di chi vorrebbe usare un po’ di intelligenza per far capire che, se non si va oltre la banalità di una esistenza (che sarebbe banale anche se avessimo miliardi!) che si riduce a voler questo o a voler quello (sempre di più, sempre di più, anche tra i poveracci che vorrebbero essere come i ricchi), non si va lontano. Le crisi servono a far capire che “precedentemente” eravamo fuori strada. Non si risolvono le cose, superando la crisi, se poi gli italiani non capiranno la lezione del passato quando stavano bene e si erano costruiti un castello di desideri, facendo anche un passo più del dovuto. Oggi la crisi la paga soprattutto chi ha voluto di più, ed è rimasto al verde. Sì, c’è anche la donnetta, che non arriva a fine mese: casi che ci commuovono per coprire le nostre ipoocrisie di gente frutrata e fallita. Noi siamo dei falliti, per colpa di una Politica senza Idee e per colpa nostra che vogliamo una società del fasullo, del superfluo. Siamo falliti, perché siamo egoisti. Certo, ti fanno ridere le mie idee sulle “relazioni cosmiche”, e allora lascia la gente ignorante, accidenti!, lascia la gente sempre alle prese con una esistenza di merda. Sì, perché se viviamo come oggi viviamo, non saremo altro che beste alla ricerca del fieno. Educhiamo il popolo (lo so che è difficile) a uscire dalla mentalità del ben-avere facile, perché altrimenti non otterrà mai il ben-essere. Riduciamo la sete di avere, a iniziare dai ricchi ma anche dai poveri che desiderano oltre il dovuto, e forse ritroveremo la strada della vera felicità, per tutti. Con il minimo indispensabile si può star bene. Oltre, iniziano i malumori, le crisi, le ingiustizie, tutto quello che vuoi. D’ora in poi se sento ancora certi ragionamenti, m’incazzo sul serio! Un consiglio: risparmia qualcosa, e comprati qualche buon libro (non il solito romanzetto rosa) che possa aprirti la mente! Gli italiani, più che del pane, hanno bisogno di leggere! E non dirmi che con la cultura non si mangia!

       

       

       

  11. Andrea ha detto:

    Caro don Giorgio,
    perché nel NotaBene non ha inserito Monti e Ledda?
    Li considera forse i salvatori della patria?

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