Demenza senile o demenza giovanile?

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Demenza senile o demenza giovanile?

Demenza di anziani, agonici nello spirito, o demenza di giovani, già decrepiti nell’essere mai nati?
In ogni caso, tra vecchi nello spirito e giovani in via di una degenerazione irreversibile, la realtà è tale da stringere in una morsa infernale ogni speranza di vedere la fine di un tunnel, dove la massa si agita, impazzisce e muore.
Descrivo crudamente la realtà, ma non mi lascio risucchiare nel vortice del nulla.
“Io sono”, non è presunzione: “sono” in quanto “essere” che si oppone all’avere, o a quell’”amor sui” che si aggrappa all’avere più spietato.
È l’ora del riscatto e della liberazione dal “grosso animale”, di cui parlavano Platone e Simone Weil.
“Sono”, e in quanto ”singolo” mi ribello a una folla di dementi, incancreniti nello spirito.
Massa/folla/popolobue/rincoglionimento generale: ci si salva ascoltando Cristo, che invita alla conversione: “Metanoèite”, cambiate mentalità, ovvero rientrate in voi stessi e riprendetevi l’intelletto “attivo”, quello che potrà illuminarvi in quanto essere.
Una massa ingannata da barbari populisti, ingannati a loro volta da una carnalità, ovvero da una alienazione bestiale.
Dove sono i “pensanti”, gli spiriti liberi, gli esseri coscientemente esseri, i folli solitari, emarginati dalla carnalità di massa e da gerarchie senza testa?
Rivoluzione?
Basterebbe una decina di spiriti liberi, e tutto cambierebbe. L’età non conta: la libertà è tutta interiore, e all’interno dell’essere non c’è straccia del tempo, perché tutto è eternità.
06 marzo 2021
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