L’EDITORIALE
d don Giorgio
Sì competenza sì onestà, ma soprattutto…
Competenza sì, onestà sì, perciò grande professionalità unitamente a un grande spessore umano, ma poi mi chiedo se il bersaglio sia raggiunto, ovvero quel bene comune che richiede o, meglio, esige sì una grande competenza e una grande onestà, ma che vadano oltre quel campo diciamo carnale o prettamente economico che tutti vorrebbero risanato, ma sempre relativamente a un avere che mette in secondo piano la realtà dell’essere.
In poche parole, la Politica deve partire dall’essere per costruirci sopra una società, che, pur carnale, immersa cioè in una concezione dell’esistenza nei suoi aspetti terreni, non faccia però di una felicità puramente terrena l’Ideale: il ben-essere è il sogno, l’impegno, il primato, a cui deve tendere ogni politica che, se richiede competenza e onestà morale, non è solo per far funzionare al meglio, ovvero in odo produttivo, la macchina sociale, ma per dare possibilità all’essere umano di realizzarsi al meglio, cioè in quanto essere, in quanto spirito, e non in quanto ingranaggio di un grosso organismo carnale.
Non vorrei che per politica si intendesse quella capacità strategica di far funzionare al meglio la macchina sociale.
Il cuore della società non è il fattore economico, non è neppure quell’insieme di valori ambientali che oggi sembrano i nuovi occhi con cui vedere quale dovrà essere la Casa in cui abitiamo. Sentimentaloidi ipocriti!
Non bisogna essere anzitutto “umani” o “restare umani”, uno slogan che va di moda oggi, e che nessuno sa chi l’abbia forgiato per primo, anche se è attribuito a Vittorio Arrigoni. Ma che significa “restiamo umani”? Smettiamola con questi slogan che non dicono nulla. Occorre rientrare dentro di noi, e lì, dentro di noi, si scopre la realtà di ciò che siamo.
Dal nostro essere interiore (ripeto, non è una questione di fede religiosa!) ha origine quell’umanesimo, di cui tutti parlano, forse anche il barbaro razzista Matteo Salvini, senza sapere dove stia la vera Sorgente dell’essere umani.
Non si può “restare umani” se non si è umani, e per essere umani dobbiamo scendere in quel Pozzo, che è il Mistero divino, dove si nasce e si ri-nasce ogni giorno.
Perciò essere umani richiede essere “spirituali”. Vi devo ancora ripetere che siamo “tridimensionali”, composti ovvero di corpo, di anima (psiche) e di spirito?
Non siamo “duali”, anche se lo spirito è stato castrato da una società carnale e da una Chiesa istituzionale che ha terrore della realtà dello spirito, tanto da bruciare il corpo dei Mistici, pensando che, bruciando il corpo, anche lo spirito venisse meno. Per non parlare poi della psicanalisi, che non sa che esiste lo spirito, puntando tutto sulla psiche umana.
Gli antichi filosofi greci sapevano che esiste lo spirito, poi man mano tutti se ne sono dimenticati, tranne la religione, la cui sopravvivenza sta nell’eliminare la “realtà spirituale” dell’essere umano, oppure il cui unico sta nel mettersi per traverso (come mediatrice) tra l’essere umano e il Mistero divino.
E allora una politica che non tenga conto della “tridimensionalità” dell’essere umano, sarà sempre maledettamente carnale, magari tenendo conto che l’uomo è anche psichico.
E allora capite che non bastano la competenza e l’onestà morale, se poi si rimane sempre al di fuori all’essere umano, che è anzitutto spirito.
Non ci sarà perciò Politica, se per Politica s’intende la scoperta dell’essere, su cui costruire la società.
E allora prima della competenza e dell’onesta morale si richiede l’intelletto, che sa cogliere quell’essere di ogni vita umana.
Non so se è esatta l’etimologia della parola “esistenza”, ma se dovesse significare “fuori dell’essere”, allora stiamo attenti quando parliamo di esistenza, di esistenzialità, di esistenzialismo. Sarebbe qualcosa di carnale. Ma se la parola significasse “che proviene dall’essere”, allora sì che potrebbe essere usata tranquillamente.
Se la società è una relazionalità di esseri umani in cammino, non posso non vedere oltre, ovvero quel Progetto divino che vorrebbe che tutti gli esseri umani siano Uni nel Tutto divino. E questo è Mistica.
Se Raimon Panikkar parlava di meta-politica, ovvero di una Politica superiore alla carnalità relazionale, perché non parlare di una Politica mistica?
Ma si può parlare di Mistica degli ingranaggi economici o di quel ”grosso animale”, di cui parlava Platone?
Certamente, la Politica è anche interessarsi dell’economia, ma come? C’è anche la salute, il lavoro, altri problemi sociali, ma come la Politica li deve gestire, se prende coscienza che l’essere umano è anzitutto essere prima che corpo, essere “spirituale”.
Immaginate la mia provocazione, se dovessi parlare di mistica dell’economia, di mistica della salute, di mistica del lavoro, e, perché no, di mistica ambientale?
E se dovessi dire che i politici devono essere mistici, Matteo Salvini dove lo metterei?
27 febbraio 2021
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