Omelie 2022 di don Giorgio: SECONDA DI QUARESIMA

13 marzo 2022: SECONDA DI QUARESIMA
Dt 6,4a; 11,18-28; Gal 6,1-10; Gv 4,5-42
Vorrei fare anzitutto una premessa. Il nostro rito ambrosiano in Quaresima ci ripropone ogni anno una serie di brani che sono tipici del quarto Vangelo: tipici nel senso di altamente significativi dal punto di vista teologico o, meglio, dal punto di vista mistico.
Mi piace e ci tengo a distinguere tra teologia e mistica: la teologia, come dice la parola, è un discorso su Dio, mentre la Mistica è una interiore esperienza di Dio. La teologia discute su Dio, la Mistica è esperienza vitale.
I grandi Mistici medievali, tra i quattro, preferivano il Vangelo di Giovanni, perché vi trovavano qualcosa di Speciale o di Unico, in riferimento al Mistero della Grazia e della Generazione divina nell’essere umano.
Talora mi verrebbe la tentazione di invitarvi a memorizzare alcuni capitoli del quarto Vangelo: ad esempio, il primo capitolo, ovvero il Prologo, una specie di Ouverture o di Preludio, dove vengono anticipati i temi fondamentali che verranno poi sviluppati nel Vangelo: il tema della luce, sviluppato poi con il miracolo del cieco nato; il tema della vita, sviluppato poi con il miracolo di Lazzaro e il Discorso sul pane della vita, dopo la moltiplicazione dei pani; e sempre nel Prologo troviamo anticipati il tema della Grazia, della Libertà, della Generazione divina.
Altro capitolo da memorizzare è il terzo, con l’incontro notturno di Gesù con Nicodemo: tema è la rigenerazione divina nel grembo umano; poi c’è il quarto capitolo, con l’incontro di Gesù con la samaritana: è il brano di oggi; ancora: il sesto capitolo, con il discorso di Gesù sul pane della vita; il capitolo ottavo, con il drammatico scontro tra Gesù e i suoi credenti; capitolo nono, con il miracolo del cieco nato; il capitolo undicesimo, con il miracolo di Lazzaro. Fermiamoci qui, perché mi verrebbe voglia di dire: da memorizzare è tutto il quarto Vangelo.
Fermiamoci sul brano evangelico di oggi: l’incontro di Gesù con la donna samaritana.
Dico subito. Per far notare quanto la Chiesa avesse capito ben poco di questo incontro straordinario, fino a qualche anno fa veniva letto come primo brano la pagina dei dieci comandamenti, riferendosi perciò alle parole della samaritana che dice a Gesù: “Non ho marito”, pur avendo avuto parecchi. Questo inciso che riguardava la vita privata della samaritana era diventato per la Chiesa istituzionale il cuore dell’incontro, come sempre preoccupata di salvare la parte morale dei suoi credenti, dimostrando così di non voler capire che senza la vita interiore la parte morale è solo una esteriorità.
Il cuore dell’Incontro è ben altro. C’è tutto un contesto che farebbe tremare, appena si dovesse uscire dalla carnalità del contesto.
C’è un luogo deserto, c’è un pozzo, c’è una donna straniera, c’è un ebreo odiato dai samaritani, e il dialogo tra Gesù e quella donna scende e sale: scende nel profondo del Pozzo divino, e sale verso Vette altissime. Scendere o salire, due immagini che sembrano contraddittorie, ma che in realtà danno una certa idea del nostro incontro con il Divino.
Ci sono due forestieri che si scontrano fuori del pozzo, e si incontrano nel profondo dell’essere umano, là dove non contano né religione né morale né razza né sesso.
Dire essere umano è dire universalità: senza confini, senza barriere, senza nazionalismi.
Esiste una sola cultura, ed è quella dell’essere che prende coscienza di se stesso. Non conta sapere, se il sapere è dominio, potere, carnalità.
Quella donna non aveva una cultura spiccata, era una popolana, ed è questo che rende unico il dialogo. Un dialogo che va oltre la carnalità, avviene tra due spiriti, e gli spiriti non hanno né cultura né religione né sesso: sono spiriti, perciò “intelligenti”. L’intelligenza pura va oltre la cultura, che è carnalità. L’intelletto è spirito, e quando due spiriti dialogano, avviene prima o poi una intesa: l’Intesa si fa nell’essere e non nella carnalità. Non si può dialogare tra due carnalità, perché lo scontro è inevitabile. Tra due spiriti c’è dialettica, che non è scontro fine a se stesso: la dialettica aiuta a scendere o a salire verso il Meglio.
Dunque, c’è un Pozzo da intendere misticamente, due personaggi che sono due spiriti che dialogano dialetticamente nella loro interiorità.
A Cristo bastava poco perché parlasse da spirito, alla donna carnale ci è voluto del tempo e tutta la pazienza del Figlio di Dio, prima che la samaritana capisse di scendere nella profondità del pozzo.
Non è per orgoglio, ma ci tengo a dire che l’incontro di Gesù con la samaritana mi ha così appassionato da scrivere non uno, ma tre libri, e ne vorrei scrivere altri, perché è una pagina da leggere e da rileggere una infinità di volte.
La pagina di Giovanni è un capolavoro, non solo dal punto di vista letterario, ma un capolavoro di Fede, di Grazia, di Mistica, ovvero di Vita divina.
Ogni lettura dice sempre qualcosa di oltre, perché, dobbiamo dirlo esplicitamente, quel pozzo è il nostro Pozzo, ma tutti abbiamo paura, ci mettiamo del tempo prima di buttarci dentro, anima e corpo. Sì, perché, finché l’anima/psiche e il corpo restano all’esterno, lo spirito resta umiliato, quasi represso.
È la stata la stessa paura di quella donna che vedeva solo in quel forestiero un nemico, ma poi a poco a poco si è lasciata convincere a entrare in quel Pozzo, con tutta se stessa.
Se ne torna in città, dimenticando la brocca, oramai inutile. L’acqua spirituale era in lei.
È Quaresima. Tempo di conversione. Tempo forte per cambiare mentalità: “metanoèite, ci dice ancora Cristo.
Troppi pregiudizi, troppe mentalità sbagliate, troppe idee confuse, troppe ideologie malsane, e così l’uomo moderno è fuori del pozzo, è un alieno che ha bisogno di anfore materiali per attingere da pozzi materiali acque materiali.
Il corpo, solo il corpo, e la psiche ne paga duramente le conseguenze: si va dai medici, si va dagli psicologi, e non si vuole capire che la vera malattia è quella che tocca il nostro mondo interiore. Ma nessuno ce lo dice: forse che il nostro medico parla di spiritualità, forse che gli psicologi parlano di un mondo interiore?
Ma almeno la Chiesa ci parla dello spirito, ovvero che siamo corpo, psiche e spirito?
Quanto vorrei che i cristiani leggessero, rileggessero, meditassero la pagina dell’incontro di Gesù con la donna di Samaria!
Vi ho detto qualcosa, ma i pochi minuti di una omelia servirebbero a poco, se non stimolassero ad approfondire una pagina del Vangelo, tra le più elevatamente mistiche.
Non dimentichiamo almeno quel pozzo, e tutto ciò che può richiamare. Nel suo profondo c’è tutto il Mistero divino, e il nostro.

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