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Purtroppo temo che non basti la Pasqua a squarciare quel velo di Maya che ci impedisce di attingere alla realtà più profonda, quasi irraggiungibile nella sua ontologia metafisica.
Non sono mai stato un idealista e, con buona pace di Hegel, non ho mai creduto che necessariamente tesi ed antitesi possano ricondurre alla necessaria risoluzione in una sintesi, quanto meno in una sintesi adatta all’uomo.
E proprio i drammatici fatti di questi giorni ce lo dimostrano, corea del Nord su tutti.
Quanto al tema squisitamente pasquale, la resurrezione come squarcio, come rivelazione, credo proprio che al limite, secondo i principi su cui il cristianesimo si fonda, possa evidenziare un corpo non umano cui succede qualcosa, sicuramente qualcosa di eccezionale per i parametri tipici della normalità umana, secondo i dogmi una vera resurrezione nel corpo.
Per chi non credente un mistero, secondo taluni forse anche qualcosa di extratetterestre, ma non necessariamente in senso religioso, ad esempio una sorta di teletrasporto alieno, perchè no? perchè escluderlo a priori?
Quanto, invece, al discorso più intriso di escatologia, che a ben vedere riguarda sopratutto la prima parte della pasqua, o meglio la sua anticipazione nella passione, ebbene, non si è mai spiegato perchè il sacrificio di Cristo servisse effettivamente all’uomo, ancora ritorna il sempiterno mistero della fede, mistero che tale è rimasto nei secoli e probabilmente, per chi ci crede, tale rimarrà in eterno.
C’è sicuramente in tutto questo qualcosa che non capiamo, ma forse sarebbe più esatto dire che non sappiamo, e forse, se lo sapessimo, il velo di Maya potrebbe essere definitivamente squarciato.