Il vuoto, l’abisso e il nulla… senza scampo!
di don Giorgio De Capitani
Non ho parole per definire al meglio, o al peggio, le mezze calzette, per usare un eufemismo, del mondo politicante di oggi.
Dire che siamo nel vuoto assoluto è dire ancora niente, proprio perché parlare di vuoto è parlare al vento.
Almeno avessimo un appiglio, e dire ad esempio che anche un rottame può servire a uscire dal vuoto.
Eppure, dire che i politicanti di oggi sono rottami di un passato oramai morto sembrerebbe offensivo, meritevole di querele, ma non si vuole capire che sarebbe quasi un onore coi tempi che corrono verso il vuoto assoluto.
Un rottame sarebbe già qualcosa!
D’altronde, a chi addossare le colpe: solo ai rottami del cadavere di una democrazia, che da anni puzza nello stagno maleodorante?
Forse è un circolo vizioso, da cui uscirne sembra impossibile, del tutto impossibile.
Questo popolo è vittima di se stesso, della sua vacuità culturale, che da tempo si trascina come un sacco vuoto di idee e di convinzioni, ma soprattutto di quel Pensiero che ha fatto nel passato sempre più lontano la nostra vera Storia.
Quel Pensiero si è esaurito!
Siamo in uno stallo pauroso, in cui anche gli spiriti liberi sembrano soffocare, se non altro perché “costretti” a soffocare dai mostri del nulla.
Se prima parlare di Berlusconi e company sembrava un insulto alla Civiltà e alla Giustizia, oggi parlare di Di Maio e di Salvini e company sembra un insulto al Genio italico.
In questi giorni, appena ho sentito per caso il nome di Alcide De Gasperi, mi è venuto come un colpo al cuore, pensando a Berlusconi, a Di Maio e a Salvini.
Non ci sono confronti!
Ma perché si è creato il vuoto, l’abisso, il nulla?
Mi riesce difficile anche solo immaginare una colpa, una responsabilità, una causa.
Il vuoto è tale, l’abisso è tale, il nulla è tale che ogni colpa, ogni responsabilità e ogni causa diventano tali assurdità da crearci vertigini.
Quando, in questi giorni soprattutto, sento epiteti come “fantocci”, “buffoni”, “sbruffoni”, “saltimbanchi”, “burattini”, per non citare altri titoli quali: ”aborti”, “ossa inaridite”, sinceramente sono convinto che la realtà sia ancora più assurda e più deprimente.
La Politica è morta!
La Democrazia è morta!
Non ne sono rimasti neppure i rottami!
Siamo entrati nel vortice del nulla, e il nulla ha solo il volto di ombre di ombre della vacuità più oscena.
Ma almeno ci è rimasto un barlume di coscienza per ribellarci?
Trovassimo almeno prete in oratorio con cui parlare di cose serie!
Non pretendo dalla gerarchia qualcosa di buono, visto che anch’essa è vittima del nulla.
Almeno un prete, questo sì, che alzi la voce, tiri fuori la testa dalla sabbia, dia l’input per una radicale contestazione.
Ho visto solo un nobile e coraggioso gesto: quello di una ragazza, che ha rifiutato il gelato a Salvini.
Perché non partire da questo gesto per fare la rivoluzione?
C’era miseria ma non erano miserabili…
Quale decisione più sensata quella di riconfermare Gentiloni fino a prossime elezioni.
Non è che un popolo può essere in balia di giochi e giochetti che hanno veramente ben poco di senso di responsabilità verso il Paese.
D’accordo! Ma non sarà così purtroppo…
Guardi chi sta salendo al Colle…
Non so come si sia mosso il rosario di Pompei, vero o non vero, non ci rimane che pregare.
Non solo il paragone con De Gasperi, che certamente è stato l’uomo politico più geniale, illustre e rappresentativo dell’Italia repubblicana, ma anche con altri ed altre che hanno avuto un ruolo nel periodo che -dai soliti presunti (e presuntuosi) esperti- viene chiamato stupidamente “prima repubblica” è del tutto improponibile e fuori luogo. Perfino un pallone gonfiato come Bettino Craxi, nonostante la sua propensione a concepire la politica come un mezzo per assicurarsi un avvenire da nababbo, nascondendo in Tunisia, come un volgare pirata, il tesoro accumulato con le ruberie, appare come un gigante di fronte a questi commedianti di mezza tacca che aspirano a governare il paese, mentre non fanno altro che mettere in scena una pessima replica de “Le allegre comari di Windsor” di scespiriana memoria.
Sono convinto che la differenza principale (ma non l’unica) tra i politici dei primi decenni del dopoguerra e le parodie di politicanti che infestano le cronache di questi giorni, sia che LORO, quelli del secolo scorso, ci credevano veramente! Eccome se ci credevano. Erano combattenti e militanti che uscivano dall’incubo di una guerra disastrosa che aveva quasi azzerato il paese, anche perché preceduta da una dittatura che aveva soffocato ogni aspirazione di democrazia, eventi che però, nonostante tutto, non avevano potuto far nulla contro la speranza, l’ansia di libertà e la voglia di ripartire e ricostruire, non solo materialmente, un paese in ginocchio. E se sei una persona seria e credi in certi valori non c’è ostacolo che tenga.
Oggi l’unico che sembra avere un certo equilibrio e le idee chiare e su cui, per fortuna, possiamo ancora fare affidamento è Mattarella, che non a caso appartiene ancora alla generazione di politici non coinvolti nelle vicende grottesche di questo inizio millennio.
mi ricordo che de gasperi si fece prestare un cappotto da un nuo ministro per una visita di politici americani e se ben ricordo einaudi usava rammendarsi da solo i pantaloni, uscivano da una miseria terribile ,pero altri tempi altre persone..:_(