L’EDITORIALE
di don Giorgio
Più che umani siamo “spirituali”
Più rifletto, più sto male al pensiero di una società dominata e schiacciata da una mentalità talmente carnale da chiedermi se oggi sia possibile vivere da “spirituali”.
Sono stanco di sentire che bisogna essere “umani”. Che significa essere “umani”? Non si è umani, prima di essere ”spirituali”.
Sembra che già dire “umani” sia quasi l’ottimo, mentre in realtà si è solo degli illusi di sentirsi diversi dall’essere barbari, in un mondo barbarico.
Non si può essere umani in un mondo barbarico, proprio perché per essere umani occorre rientrare nel proprio sé interiore.
Non si può, dunque, restare fuori di noi e appellarci ai diritti o a virtù che ci rimettano sulla strada della giustizia.
Più la società è barbara, più dobbiamo liberare lo spirito dalla schiavitù della carne.
L’umanità non è, dunque, una questione di civiltà da intendere nel suo “migliore” aspetto sociale e politico, ma restando sempre in un campo carnale.
Per essere più chiari: non è una questione anzitutto di comportamento etico, ma di mentalità che interpella perciò il nostro intelletto.
Quando si parla di analfabetismo si intende proprio questo: all’uomo di oggi è venuto meno l’intelletto nella sua capacità di illuminare lo spirito interiore.
L’umanesimo e l’illuminismo non sono che termini ingannevoli: se li intendiamo come movimenti culturali o filosofici del Quattrocento (umanesimo) o del Settecento (illuminismo) allora siamo ancora qui vittime di un qualcosa di carnale da intendere anche nei suoi risvolti solo “apparentemente” spirituali.
Pensiamo anche al romanticismo, o a quel mondo di emozioni, di sentimenti, di subconsci complessi che pescano nel torbido più carnale.
L’umanesimo, l’illuminismo e il romanticismo sono solo dei surrogati di quel risveglio dell’essere che, prima di umano, è divino.
È dall’intelletto interiore che proviene la Luce: intelletto interiore come “scintilla divina”.
L’illuminismo come razionalità umana, in balìa poi di ogni condizionamento delirante, è stato ed è quella stupida pretesa di vedere con gli occhi, spenti da una presunzione fondata su un inganno.
Paradossalmente l’umanesimo carnale ha portato alla barbarie, e l’illuminismo presuntuoso ha portato in un vicolo cieco.
Non ci rimane che una via, quella mistica, l’unica a renderci veramente saggi nella scoperta di ciò che siamo.
Anzitutto, non siamo “esseri umani”, ma ”siamo spirito”.
Si è umani, se anzitutto si è.
Per essere non basta tirar fuori parole come amore, giustizia, fratellanza, umanità, ecc, se poi restiamo fuori di noi.
Non dunque essere umani, ma anzitutto essere se stessi, ovvero scoprire ciò che siamo nel nostro essere interiore.
Leggere queste parole illuminanti è cosa meravigliosa proprio oggi che ci troviamo in una società ribaltata per cui si è appunto troppo troppo “umani”. Ed è proprio l’essere troppo “umani” che ha oscurato la parte più importante, quella divina, quella spirituale dentro di noi.
Con il fatto di voler essere umani, quindi mossi da sola carnalità, si è arrivati a vivere in un mondo barbaro, marcio, violento e soggetto a una psicosi fuorviante dove predomina l’istinto sull’intelletto.
Volendo essere “umani” ecco che si è perso il voler essere se stessi e cercare dentro di noi la vera Sorgente divina. Il Figlio, il Logos, che si rigenera non trova spazio nell’essere umani e così è lontano, lontano, lontano…
Svegliarsi è imperativo!