Genio… genio… genio… Ma che cos’è il genio?

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Genio… genio… genio… Ma che cos’è il genio?

Sì, che cos’è il genio? Dovrei fare un video unicamente per spiegare i vari molteplici significati che ho trovato sui dizionari. Dalla enciclopedia Treccani. Genio deriva dal latino “genius”, nome proprio della divinità tutelare. Nella mitologia pagana, il genio era lo spirito, buono o cattivo, che presiedeva al destino degli uomini dalla nascita alla morte, e anche lo spirito che aveva sotto la sua protezione una città, un popolo, un luogo. Quindi un demone, nel senso di protettore o di mediatore. Da qui, per estensione, la parola “genio” è passata a indicare uno spirito dotato di potere magico, che nei racconti di fate si suppone abitare l’aria e la terra: il folletto, il genietto, lo gnomo. Genio può anche indicare una particolare disposizione o inclinazione naturale, un’attitudine a qualche cosa: per la pittura, per gli affari, ecc. Quindi, predisposizione, propensione, vocazione, somma potenza creatrice dello spirito umano, propria per virtù innata di pochi ed eccezionali individui, i quali per mezzo del loro talento giungono a straordinarie altezze nell’ambito dell’arte o della scienza: ad esempio, il genio di Michelangelo, di Dante. Quindi, genialità, ingegno, intelligenza, talento, creatività.
Mi sono limitato a dire le cose essenziali, ma la parola “genio” ha altre sfumature. In ogni caso, a me piace la derivazione del termine “genio” dal verbo latino “generare”, “creare”. 
Lasciamo stare il dono privilegiato di alcuni di esprimere al sommo grado la creatività nel campo artistico o scientifico. Certo, ammiro il genio di Buonarroti o di Alighieri o di Bach e così via, ma non posso solo accontentarmi di queste persone privilegiate, dotate di un ingegno fuori del comune.
C’è qualcosa in tutti, in ciascuno di noi, che non è da meno del genio artistico o scientifico che tutti ammiriamo. Lo so: la storia deve molto alle scoperte scientifiche dei vari geni, soprattutto nel campo della medicina, ma credo che la storia si sia costruita il suo futuro sul genio comune della gente comune, che ha creduto e tuttora crede, e crederà, che la realtà interiore dell’essere umano è la vera sorgente della vita.
Accanto al genio artistico o scientifico non può mancare il genio di ogni essere umano, che sta nella sua creatività interiore. Accanto ad una manchevolezza di genio dei privilegiati, sempre meno presenti forse perché la tecnologia ne ha spento il bisogno, a me sembra che manchi soprattutto la consapevolezza dell’energia cosmica che risiede in ogni essere umano: purché ciascuno risvegli il proprio essere e quella sete del Divino che è il vero genio creativo dell’Umanità.
Che dire d’altro? Che la Mistica non ha bisogno di alcun riconoscimento da Oscar o da Nobel? Certo, non ne ha bisogno, perché l’Oscar o il Nobel siamo noi stessi, il nostro genio interiore, da risvegliare giorno dopo giorno fino a renderlo partecipe della Divinità cosmica, che aspetta che il mondo, prima che sia definitivamente concluso, raggiunga l’apice della somma dei geni di ciascun essere umano. Io ne faccio,parte, ed è questa la mia grande responsabilità, ed è qui che eventualmente anche i privilegiati geni artistici o scientifici trovano la loro vera ragion d’essere.
La popolarità non conta, ma, quando c’è, può disturbare, e soprattutto fa sentire gli umili ancor più piccoli, quasi mortificati di fronte ai vari riconoscimenti che la società perbenista distribuisce, come premio, a coloro che anche la fortuna o una serie di strane circostanze hanno favorito, lasciando nell’ombra non solo i più saggi, ma quella moltitudine normale, a cui bastava poco perché scoprisse, nel proprio essere, la scintilla del genio, ma che si è preferito lasciare una massa inebetita.
Un grande genio è sì un grande genio, ma è ben poco di fronte al genio cosmico, presente in ogni essere umano.    
15 ottobre 2016
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