da www.repubblica.it
15 APRILE 2024
Fava: “Salvini deve dimettersi
ma Zaia e Fedriga sono complici.
Il partito è la brutta copia di FdI”
di Lorenzo De Cicco
L’ultimo sfidante del segretario al congresso del 2017: “Maroni propose Matteo perché era social: ora tira a campare con Cesa e Afd”
Gianni Fava è stato l’ultimo a sfidare Matteo Salvini. Era il congresso del 2017, la Lega si chiamava ancora “Nord”. Poi gli iscritti non hanno più votato. Braccio destro di Roberto Maroni, deputato per tre legislature, dal 2018 è fuori dalla politica attiva, si è buttato sul rugby (presiede la Viadana, nel Mantovano).
Fava, ha festeggiato i 40 anni del Carroccio?
«No. Non c’è nulla da festeggiare, al massimo si può celebrare l’intuizione geniale di Bossi. Ma non è rimasto nulla. Dopodiché capisco che tanti, come Salvini, dicano di essergli grati: altrimenti avrebbero dovuto lavorare».
Cosa si è perso della vecchia Lega?
«Tutto. La forza di Bossi era portare la questione settentrionale nel cuore delle istituzioni, dare identità politica a un territorio che non l’aveva mai percepita prima. Ma tutto questo è stato scientificamente cancellato».
Alle critiche di Bossi, Salvini ribatte: noi faremo l’autonomia.
«Ma la Lega ormai è un calderone, che mette insieme l’autonomia e il ponte sullo stretto, Le Pen, l’Afd tedesca e l’Udc di Cesa».
Dall’Afd si sta smarcando, pare. È tardi?
«Ma Salvini dall’inizio ha collocato la Lega all’estrema destra, anche se Bossi era per l’equidistanza: “Né destra né sinistra, ma sopra”, diceva. Poi mi pare che voglia candidare Vannacci, altro che smarcamento».
Ieri il vicepremier ha citato il “momento complicato” gestito da Maroni.
«Senza Maroni non esisterebbe Salvini oggi. È stata una sua intuizione. Ricordo quando mi disse: dobbiamo cambiare registro, puntiamo su questo ragazzo, che sa usare i social. Io non ero d’accordo. Chiunque basi la sua fortuna sui social, blandisce un consenso effimero, perché non è ancorato a un progetto. E infatti mi chiedo: oggi il progetto di Salvini quale è?»
Qual è?
«Tirare a campare. E intanto il Nord è totalmente orfano di un riferimento politico. Parlo del mondo delle partite Iva, per esempio, che non può essere rappresentato da un partito che è la brutta copia di FdI».
Tajani prepara Forza Nord.
«Ecco, guardo con un certo interesse a questi ex leghisti passati con Forza Italia, come Tosi, Cota, Reguzzoni. Non credo che prenderanno le percentuali della Lega Nord, perché molti come me ormai non vanno più ai seggi, ma qualcosa sposterà. E Tajani supererà la Lega».
Torniamo a Maroni. Si è mai pentito dell’intuizione Salvini?
«Dal punto di vista umano sicuramente, dal punto di vista politico ancora no, se ne è andato troppo presto. Prima del crollo».
E Salvini è finito oggi?
«Mah, ha troppa gente intorno, migliaia di dirigenti che vivono grazie a lui. Ma credo che abbia il dovere di fare un passo indietro. La Lega sopravvive solo se torna ad essere la Lega Nord».
Se andasse male all’Europee, si parla di un direttorio. Ci crede?
«Plausibile, ma i direttori sono l’ultima cosa che si fa prima dell’autopsia».
Chi può essere il nuovo leader? Zaia, Fedriga, Giorgetti?
«Sono amici, ma molti di loro sono visti dalla base come complici. Tenevano tutti famiglia».
Come detto anche dall’Ing. Castelli, Salvini è un inutile doppione di FDI. Nessuna idea ma molta confusione e ignoranza.
Passato dai Comunisti Padani a cantare “Napoli merda, Napoli colera”; doveva sconfiggere i meridionali ed è finito a gestire i vari appalti di mafia e ‘ndrangheta per la costruzione del ponte. Prometteva di fare pagare il 15% di tasse a tutti e la promessa è scomparsa nel nulla. Buttato fuori dalla Lega, salirà sul primo carro dove trova un posticino.
Cosi le persone entrano spesso nella strada che le porta a perdere la propria anima e finire nel lago di fuoco.