Fumo, apparenza e… quattro balle!

EDITORIALE
di don Giorgio

Fumo, apparenza e… quattro balle!

Sembra proprio che basti poco per catturare l’attenzione della gente di oggi: qualche gesto banaloide, qualche battutina tra l’ironico e il faceto, qualche confidenza che si usa tra il nonnetto e il nipotino, ed ecco il quadro del leader religioso di una Chiesa che non sa più che cosa fare per coprire quel baratro di nulla, scavato per secoli, con la distruzione anche di quel minimo di decenza umana, che qualche spirito libero aveva “osato”, a proprio rischio, difendere.
Mi chiedo che cosa oggi sia rimasto del grande genio di pensiero che aveva attraversato, nei sotterranei privilegiati della cultura greca e cristiana, quel cammino “invisibile” di Storia umana, non scritta su documenti o segnata da gesti plateali di imbonitori populisti.
Beh, diciamolo apertamente: anche i dittatori sono degli imbonitori, forse nei metodi alla rovescia dei populisti che accarezzano i desideri di pancia della gente facendo spudorate moine, ma entrambi con l’intento di soggiogare o, per lo meno, di limitare la libertà creatrice della interiorità dell’essere umano.
D’altronde, la gente è una massa di idioti che va conquistata con l’arte dell’inganno. Ma non ditelo, non permettetevi di dirlo in pubblico, perché, se lo farete, sarete trafitti, in ogni caso, dalle vendette dell’imbonitore, che usa o la forza del potere o il potere della presunzione (il che è ancor più subdolo e pericoloso), di chi si crede investito della missione di convincere tutti alla verità del proprio dio. O ci si crede un dio in terra, o ci si crede l’inviato di dio, che è sempre il proprio ego. Che differenza c’è?  
Ci sono stati momenti in cui sembrava che l’ideale da raggiungere consistesse nell’unire i due poteri (la forza umana – potere politico e la presunzione divina – potere religioso), per garantire così il dominio mondiale del corpo e dell’anima di ogni essere umano.
Perfino Dio si vergognò di essere quel Dio che aveva fatto cielo e terra, forse pentendosi di aver dato di Suo qualcosa di troppo.
Non si è mai capita la differenza tra il potere politico e quello religioso. Ma una cosa è certa: a unirli è sempre l’arte dell’inganno. Ed è sull’arte dell’inganno che ancora oggi si gioca il futuro dell’umanità.
Ma succede che un certo potere politico (mai da sottovalutare) non ha perso il gusto per la pazzia di voler sottomettere con la violenza il mondo intero, trovando via libera a causa di uno sfaldamento generale (anche tra le cosiddette democrazie occidentali) di ogni principio umano di libertà e di giustizia, complice anche una Chiesa che vorrebbe opporsi alle schegge impazzite, ma che non si è ancora liberata dal peso di violenze inaudite di un passato, che non può essere purificato mediante pentimenti che non convincono nessuno. Ed ecco che la Chiesa gioca ancora con l’arte delle moine ingannatrici.
Da una parte c’è ancora la forza bruta, per di più favorita dall’immobilismo di democrazie fasulle, e dall’altra è ancor più forte l’arte dell’inganno, usata da imbonitori sciacalli e da imbonitori religiosi. 
E la cosa perversa è che tutto il male serve agli imbonitori sciacalli e agli imbonitori religiosi per catturare il consenso di masse idiote. E tutti conosciamo il nome di questi sciacalli, che sfruttano le emergenze più drammatiche, prodotte dal grande male di una politica colonizzatrice ed espansionistica occidentale, e tutti conosciamo il nome dei populisti religiosi che oggi in particolare trovano il loro leader-ideale nel grande capo della Chiesa.
E nella Chiesa si assiste ad una gara di emulazione bergoglioniana. I vescovi lo vorrebbero imitare nei gesti, nel suo modo di fare, nelle sue battute. Ecco l’inganno delle apparenze: un gesto banaloide, una battutina giocosa, quattro balle da raccontare ai popolani come se fossero bambini di una volta che credevano a Gesù Bambino o al Babbo Natale o alla Befana.
Oggi, se i bambini non credono più alle favole, sono purtroppo in balìa di politici sciacalli e di una Chiesa delle apparenze-fumo.
16 settembre 2017   
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Emanuele ha detto:

    Don Giorgio, la prego mi dia una spiegazione che posso capire: perché lei continua a rimanere nella Chiesa Cattolica? Perché non abbraccia qualche movimento mistico più confacente alle sue convinzioni? E’ chiaro ormai che dal di dentro lei non riuscirà mai a smuovere il macigno della gerarchia.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*