Quando l’arte si fa preghiera…
Come meditazione per il Venerdì Santo, giorno in cui si celebra la passione e morte di Gesù Cristo – una celebrazione sempre suggestiva, più nei suoi non-riti che nei riti liturgici: il silenzio è ancora la parola più eloquente! – ho scelto quest’anno di proporvi la sequenza delle 14 stazioni della Via Crucis realizzata dall’artista Dolores Previtali, che vive a Robbiate (Lc). Non dico altro. Meditate!
PRIMA STAZIONE
Gesù condannato
SECONDA STAZIONE
Gesù porta la croce
TERZA STAZIONE
Gesù cade a terra
QUARTA STAZIONE
Gesù incontra la Madre
QUINTA STAZIONE
Gesù aiutato dal Cireneo
SESTA STAZIONE
Gesù e la Veronica
SETTIMA STAZIONE
Gesù di nuovo a terra
OTTAVA STAZIONE
Gesù e le pie donne di Gerusalemme
NONA STAZIONE
Gesù cade ancora
DECIMA STAZIONE
Gesù spogliato
UNDICESIMA STAZIONE
Gesù inchiodato sulla croce
DODICESIMA STAZIONE
Gesù muore
TREDICESIMA STAZIONE
Gesù deposto dalla croce
QUATTORDICESIMA STAZIONE
Gesù nel sepolcro
In quelle sculture si vede, si sente tutta la sofferenza e l’angoscia della Passione.
Grazie Don Giorgio per avercele fatte conoscere!
Grazie don Giorgio!
Sono indubbiamente immagini suggestive, sebbene nettamente in contrasto con quelle tradizionali. C’è qualcosa che invita a riflettere più a fondo per renderci conto dell’intensità della sofferenza che Gesù ha dovuto patire e sopportare lungo la via dolorosa che l’ha portato al suo glorioso patibolo. Umanamente riesco solo a rabbrividire nell’ammirare un Dio che ha voluto provare sulla sua pelle tanta atrocità.
Una volta era la Pasqua la vera festa per eccellenza per i cristiani, quella della Risurrezione, che dimostrava la natura ultraterrena di Cristo.
Poi, nel tempo, sono andate sviluppandosi forme di rappresentazione della Passione in forma di stazione.
Ma, se meditiamo, ci rendiamo conto che, escatologicamente, tutto è finalizzato alla resurrezione.
Quel sacrificio,quel martirio, aveva probabilmente lo scopo di rendere poi evidente la risurrezione.
Se, infatti, si fosse trattato di un qualunque uomo, si sarebbe consumata una delle tante condanne alla crocifissione, che ai tempi venivano comminate e che, a differenza di questa, non sono certo passate alla storia.
Del resto,nel suo significato etimologico martirio significa testimonianza, ed il Cristo ha espresso la testimonianza della sua natura ultraterrena per eccellenza,la resurrezione del corpo umano.