Le puttanate dei giornalisti di regime di oggi

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Le puttanate dei giornalisti di regime di oggi

UNA DOVEROSA PREMESSA
Dal momento che è in corso un procedimento penale nei miei riguardi per aver “offeso”, così ritiene l’accusa, una giornalista della Rai, vorrei dubito chiarire che l’articolo si riferisce al presente, dopo le reazioni scriteriate di alcuni giornalisti al mio ultimo video su Silvio Berlusconi.
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I giornalisti di regime non muoiono mai, perché, che ci sia al potere Berlusconi (oramai in via di estinzione politica) o un altro capo banda, non cambia la realtà di un’Italia abituata a servire i padroni dell’informazione, “serva servorum dei”, ovvero dell’idolo di cartapesta.
Imbecilli sempre pronti a vendersi il cervello per un pezzo di pane da masticare con i denti avvelenati, peggio di vipere che, se mordono, è solo per difendersi.
Questi mercenari giornalisti, che gridano libertà di stampa solo perché così hanno il via libera per intingere nel veleno le loro parole di rivalsa contro chi, a differenza loro – differenza abissale – intingono le parole nella libertà di quello spirito che non vuole mai, costi quello che costi, anche con il rischio di essere lapidato, contaminarsi con la carne putrefatta di carogne che riempiono le strade che partono o portano alla centrale del potere informativo.
Ho scritto nei giorni scorsi un articolo con il relativo video su Berlusconi, pensando all’ipocrisia di quanto potrebbe succedere alla sua morte. È forse proibito pensare alla morte? Anch’io penso alla mia, e ho già in mente il mio testamento, per evitare il solito rito ipocrita di litanie religiose e laiche, tra un dio tirato in ballo “invanamente” e una incensazione del tipo”: “in fondo in fondo era buono! Lo ricorderemo per le sue buone intenzioni, anche se…”. Anche se, ovvero una marea di riserve, di dubbi, di ma, quali: “ci ha voluto bene, però esagerava, però… però…”. Una epigrafe piena di “però” renderebbe bene l’idea per chi la legge, ricordando un coglione che si è lasciato consumare dalla grande voglia di ribellarsi al potere, per amore non di una pagnotta, ma di un po’ di giustizia e di verità.
L’epigrafe tombale di chi non ha fatto altro che schiacciare la dignità degli esseri umani non si incide con i “però”, ma con una lunga sfilza di certezze, quelle di chi si è creduto tanto onnipotente da credersi eterno, senza nemmeno dubitare che prima o poi la morte arriverà per tutti a renderci polvere.
Rilancio. Dopo la dipartita di Berlusconi da questa terra (quando Dio lo vorrà!), la Storia non potrà non ergersi giudice di chi ha tentato di polverizzare la Democrazia italiana, anche se un popolo bue ha la memoria corta, e dimenticherà facilmente la storia di poveri fantocci in balìa di un delirio d’onnipotenza.
Ma… non solo il popolo bue, anche i giornalisti, leccaculo dei benefattori, faranno di tutto, finché saranno in vita fino all’ultimo rantolo i loro padroni, per screditare gli spiriti liberi che vorrebbero tenere in vita la memoria di un riccone, generoso con le baldracche e sempre pronto a promettere “panem et circenses” al popolo bue, ridotto ad una larva di coscienza narcotizzata. E il popolo bue abboccava all’amo come muti pesci ignari di finire nella padella o come stupidotti morti di fame alla ricerca di qualche briciola, lasciata cadere dalla mensa lussuosamente e lussuriosamente imbandita.
Ogni corte imperiale ancora oggi ha i suoi giullari, ma, a confronto di quelli di un tempo che erano anche portavoce del popolino angariato di tasse per mantenere le orge sfrenate della famiglia principesca, i giullari di oggi, giornalisti prezzolati, sembrano meno cortigiani,  in realtà sono spregevoli mentecatti pronti a sparare su coloro che, purtroppo rarissimi, osano denunciare le porcate del regime, sia politico che mediatico, e non si adeguano a onorare neppure gli agonizzanti.
Ed ecco, dietro i pifferai, formarsi una lunga schiera di topi di fogna, ovvero quella massa di decerebrati, resi tali dal virus berlusconiano, sempre presenti su internet a dimostrare fino a che punto siano incapaci di aprire gli occhi, ancora abbagliati dal fantoccio d’Arcore, oramai un rottame di paglia.
Dire che l’Italia sia uscita dal ventennio, e oltre, dell’ultima era fascista (1994/2011) è una demenza, visto che, a parte la nostalgia del duce brianzolo, sembra rinascere la voglia bavosa del mito eterno del demagogo-imbonitore dal carisma narcotizzante.
Prova ad alzare la testa, fuori dal pantano, ed ecco migliaia di mitraglie pronte a colpire, con calunnie e falsità, screditando gli onesti, buttandoli in pasto alle belve feroci: non avrai più scampo, ti trascineranno sul banco degli imputati, dileggiato dal popolino più ignorante.
Ora vi invito a leggere alcuni articoli di questi cani rognosi, che hanno stravolto il senso delle mie parole. 
http://tv.ilpopulista.it/video/14-Giugno-2016/1922/Video-shock-di–don-.html
http://www.blitzquotidiano.it/blitztv/video-youtube-berlusconi-bastardo-devi-morire-augurio-di-don-giorgio-2484532/
http://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/11918927/berlusconi-bastardo-muori-don-giorgio-de-capitani.html
http://www.meltybuzz.it/rita-dalla-chiesa-berlusconi-don-giorgio-de-capitani-a202301.html
http://www.iltempo.it/politica/2016/06/14/che-scandalo-quei-preti-freelance-che-augurano-la-morte-al-cav-1.1549507
http://www.direttanews.it/2016/06/14/berlusconi-al-via-lintervento-al-cuore/
18 giugno 2016

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