Giorgia Meloni, ovvero…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Giorgia Meloni, ovvero…

Non vorrei mai parlare di Giorgia Meloni come leader di un partito, perché mi è difficile ritenerla degna di essere anche solo nominata.
Si dovrebbe nominare solo la Donna!
Ma oggi della Donna è rimasta solo la nostalgia di una passato di grandi Donne, oramai estinte.
Un nome, quello di Giorgia Meloni, che, appena lo si pronuncia, offre un pauroso vuoto che si riempie di stupidità, come un pallone gonfiato da peti di una massa che si vendica della Democrazia, riducendone la Nobiltà a una gara di esalazioni corporee.
Un nome, e il ridicolo è assicurato, ma quel ridicolo che lascia un tremendo amaro in bocca.
Ma il popolo è per radice fondamentalmente capace di produrre l’imprevedibile più grottesco, tanto allucinante fino a godersi l’oscenità di uno spettacolo di marionette che gesticolano e sproloquiano in una girandola impazzita.
E così tutto collabora a creare miti o personaggi senza senso, e i senza senso nascono, quando il popolo elimina i decaduti dal trono o quanti oramai logori non promettono più abbastanza per dare almeno l’idea che anche le promesse possano bastare per far godere qualche orgasmo di un qualche benessere.
E così di eliminazione in eliminazione si procede e si arriva perfino a dare il consenso a qualche personaggio, che di personaggio ha solo un nome anonimo, impronunciabile, tanto è vuoto, ma è lì, pronto per essere osannato da una massa di frustrati e di delusi, che si aggrappano al primo imbonitore con la faccia d’angelo.
Forse l’angelo di sentirebbe offeso, anche solo nel sentirsi paragonato a uno sgorbio di  politicante, che si atteggia a difensore della patria.
Forse anche lui potrebbe essere ingannato, quando sente discorsi che accarezzano la pelle di super cattolici, che appunto hanno fatto della pelle l’essenza del cristianesimo.
Ma l’angelo celeste non cade nell’inganno, ed è pronto a prendere in mano la spada fiammeggiante per trafiggere e bruciare i manichini di stoffa.
Che Nazione è mai la nostra!
Malata, distesa su un lettino di morte!
Eppure, questo popolo continua a vegetare, rantolando attaccato a qualche bombola di ossigeno che ne prolunga l’agonia.
Ed eccola, lei, proprio lei, la fiamma tricolore, che vorrebbe riattivare le speranze deluse degli italioti, tanto conciati secondo lei che neppure il “mago” Draghi è riuscito nel suo intento miracoloso.
Povera “pisa in lec”, leader scansafatiche, ridicola nel suo scriteriato gesticolare come una burattina manovrata dal nulla che impera in sé, vorrebbe salvare l’Italia.
Draghi non ce l’ha fatta! Così proclama. Ma non si chiede perché?
In ogni caso, mentre la “piccola” donna di nome Giorgina ammucchia sterco su sterco illudendo di nuovo gli italiani, rilasciando interviste su interviste come una diva di Hollywood o urlando slogan populisti da palchi di terre lontane, Mario Draghi sta seriamente lavorando per la nostra Italia.
Nessuno ne parla, certamente, perché gli italiani amano godersi lo spettacolo di pagliacci che se non altro hanno il merito di farci fare qualche sana risata.
E la Giorgina, “piccola” donna, ci riesce, e molto bene a toglierci almeno momentaneamente qualche brutto pensiero per una esistenza quotidiana che non è facile neppure per i santi.
18/06/2022
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EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

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