Avvento: opportunità divina

EDITORIALE
di don Giorgio

Avvento: opportunità divina

L’Avvento cristiano, nella sua migliore concezione religiosa, non è solo un periodo liturgico legato al tempo: di sei settimane per il rito ambrosiano e di quattro per il rito romano; se fosse solo così, riguarderebbe solo un aspetto del Mistero natalizio.
Sento anche parole “interessanti” per definire l’Avvento: come tempo di silenzio, tempo di contemplazione, tempo di preghiera, momento caritativo, e si presenta l’Avvento come un cammino di fede, una conversione, un momento di purificazione.
E poi magari tutto si riduce a qualche sporadico invito a riflettere, a pregare, a fare qualche opera buona.
L’Avvento è qualcosa di più? Sbaglio a dire così: non si tratta di aggiungere, forse si togliere. Si parla anche di deserto, e nel deserto non trovi il di più, ma essenzialità.
La vera domanda è questa: l’Avvento ci invita a riflettere, a pregare, a togliere l’eccesso, a purificare il nostro spirito, ma in vista di che cosa?
Sì, certo, per star meglio dentro di noi, ma in vista di che cosa? Per prepararci intensamente al Mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Certamente. Ma che significa prepararci, e che significa Mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.
Paradossalmente, l’Avvento non è un’attesa: l’Attesa è già reale, qui, ora, nel grembo del mio essere.
L’Avvento allora è prendere “coscienza” della Presenza del Logos eterno, che si genera e si rigenera ad ogni istante nel mio essere più profondo. Questa generazione e ri-generazione da “possibile” diventa reale”, quando disponiamo il nostro essere alla fecondazione del Logos, per opera dello Spirito.
Il nostro modello è Maria, la vera protagonista di ogni Avvento. Certo, anche l’opera di Giovanni il Battista è importante, in quanto ci porta in un deserto, e qui, nel silenzio e nella essenzialità, fa sentire il suo grido: “Metanoèite!”. Forse per il Precursore l’invito riguarda un cambiamento morale, ma poi lo stesso Cristo chiarirà: “Metanoèite!” riguarda la conversione della mente, del pensiero per riprendersi l’intelletto più puro, da cui procedere per cambiare anche il nostro modo di viverre.
Sì, Maria è il modello, l’archetipo divino, per dirci che tutto è umanamente possibile, come ha detto l’arcangelo Gabriele alla ragazza di Dio, quando le annunciava che lo Spirito avrebbe fecondato il suo grembo verginale.
Tutto è possibile a Dio, ma a una condizione: che predisponiamo il nostro animo, il nostro essere, alla generazione del Logos, e qui possono, devono entrare tutto ciò di cui ho parlato all’inizio, parlando di silenzio, di contemplazione, di essenzialità, di deserto, di conversione, di distacco, di apertura agli altri.
Ma tutto in vista della generazione e rigenerazione in noi del Logos eterno: questo è il Mistero natalizio, che si rinnova ogni giorno.
Possiamo anche dire che l’Avvento è una ulteriore opportunità divina, perché prendiamo coscienza di ciò che siamo: nell’essere Dio è già presente, ma tale Presenza divina esige distacco, radicalità perché l’essere non sia contaminato dall’avere, l’unico ostacolo diabolico che ci rende continuamente sterili di Dio.
18 novembre 2023
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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2 Commenti

  1. Martina ha detto:

    STUPENDO!!! Da leggere e rileggere, non ci si stanca mai…al contrario, è sempre più coinvolgente.
    Così si cresce, così si capisce cosa sia l’Avvento e come alimentare la propria Fede. Fede, non credenza.
    Grazie.

  2. Marta ha detto:

    Il Papa populista attuale ormai è rimbambito. Chi sarà il prossimo Papa?
    Marta Brugola

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