Connubio tra Curia milanese ed Expo: a che pro?

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Connubio tra Curia milanese ed Expo: a che pro?

di don Giorgio De Capitani
Se fossi al tuo posto, caro papa Francesco, ci penserei cento e più volte prima di accettare l’invito a partecipare all’Expo 2015. Sì, stai attento: ti vogliono incastrare! L’Expo non è così tutto “pulito” come vorrebbero farti credere.
Ti hanno invitato perché la tua presenza darebbe ancor più lustro a un evento, che avrebbe proprio bisogno anche di una bella purificazione. Altra stregoneria di una religione che con un po’ d’acqua santa vorrebbe esorcizzare un mostro di intrallazzi diabolici. E poi, lo sai benissimo, ci sono le mani avide della Compagnia delle Opere che, chissà con quali poteri satanici, metterà sul proprio conto bancario un po’ di miliardi.
E poi… perché questo connubio tra curia milanese e mondo manageriale? Chi potrebbe spiegarmelo? Ah, ma la Chiesa non può stare fuori dalla realtà di questo mondo! Certo, è giusto, e poi succede che quando qualche prete s’impegna concretamente per il bene della società senza strumentalizzarlo ai fini di una religione sempre pronta a imporre il proprio potere, quando un prete toglie il cristianesimo da una struttura cieca e dis-umana, quando un prete si dà da fare perché l’Umanità, in tutta la sua realtà esistenziale, sia coinvolta nella fede di un credente e di una comunità, quando un prete vorrebbe rompere il guscio di una struttura, quella ad esempio della comunità pastorale che vuole omologare ogni identità, togliendo ogni respiro di libertà dello Spirito, allora no, non si deve fare!
Expo 2015 sì, Spirito santo no! Expo 2015 sì, profezia no! Expo 2015 sì, comunità di base no!
Cavoli, qui qualcosa non funziona!
O c’è dell’altro, ovvero che si cerchi di spegnere gli umori bollenti di qualche dissidenza all’interno della Diocesi milanese, sollevando il polverone di un grande evento! Sì, la diocesi milanese è brava in questo! Ti inventa una grande manifestazione di massa, ed ecco per incanto sparisce ogni dissidenza. Le apparenze non m’ingannano! So ancora capire se dietro la facciata, se dietro i grandi eventi, c’è della sostanza evangelica, oppure no.
La Diocesi milanese non ha bisogno di centenari da celebrare solennemente, non ha bisogno di grandi manifestazioni di massa, non ha bisogno di Expo, ha bisogno invece di pastori aperti, coraggiosi, che spingano (sì, spingano) il gregge fuori dai recinti di una religione oramai in agonia. La Diocesi milanese è in agonia! I suoi preti vivacchiano, obbediscono ciecamente a pastori culturalmente appariscenti, ma ciechi di fronte al Nuovo che avanza, e il Nuovo non è l’evento straordinario da sfruttare sempre ai fini di una religione approfittatrice.
Ogni giorno bisogna sì aprire i solchi, ma non di campi recintati. Certo, uno può vedere anche il cielo, uno può vedere anche di là del recinto, se è fatto di paletti, ma non basta vedere, occorre andare oltre, allargare il più possibile il campo. E non basta dire “il campo è il mondo”. Ma di quale mondo si tratta?
Basta che un prete apra un po’ il campo e parli di Umanità senza paletti, ed ecco arriva il provvedimento.
Sì, bisogna ogni giorno educare all’aria aperta, educare i credenti a vivere di quello Spirito santo che ama le grandi distese. Educare, educare, educare, e non fare, fare, fare. Una diocesi che guarda solo al fare, al proporre iniziative, a cambiare le date della iniziazione cristiana, a progettare grandi eventi, ecc. ecc. non potrà mai incidere sul futuro di una comunità cristiana che, se vive anche del passato, guarda in avanti, su strade nuove, di quella Novità evangelica che si nutre di Umanità integrale.
Una grande Diocesi, quella milanese, grande perché grossa, ma piccola e gretta nello Spirito! Non fa un passo in avanti, nello Spirito vivificante. La teologia è bloccata, la morale è moralistica, la pastorale è pragmatistica. Ditemi voi che così sia possibile procedere!
Caro papa Francesco, stai attento. Tu che ami i piccoli gesti, quelli autentici, tu che credi nello Spirito che rinnova la faccia della terra e anche di questa Chiesa in affanno, non ti farai ingannare.
Già te l’ho detto, e vorrei rinnovarti l’invito: ascolta i preti più “ribelli”, più “scomodi”, meno accomodanti, meno inquadrati, meno in linea con le strutture ecclesiastiche. Ascoltali! E poi fa’ quello che vuoi.
da Chiesadimilano

 L’Expo 2015 è stato presentato a Papa Francesco

Cordiale udienza del Santo Padre al cardinale Scola e a una delegazione di autorità impegnate nella preparazione della manifestazione, che l’hanno invitato a Milano in occasione dell’evento. Il Pontefice ha incoraggiato l’iniziativa, a cui sarà presente anche la Chiesa
17.01.2014
Questa mattina il Santo Padre ha ricevuto nel Palazzo Apostolico il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, con una delegazione di autorità impegnate nella preparazione dell’Expo Milano 2015.
Facevano parte della delegazione, da parte ecclesiale: monsignor Erminio De Scalzi, vicario episcopale per gli Eventi e gli incarichi speciali; monsignor Bruno Marinoni, Moderator Curiae; monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale; il dottor Luciano Gualzetti, vicecommissario del padiglione della Santa Sede all’Expo e vicedirettore della Caritas Ambrosiana; il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura; monsignor Pasquale Iacobone, vicecommissario del padiglione della Santa Sede all’Expo e responsabile del Dipartimento Arte e Fede del Pontificio Consiglio della Cultura;
Delle autorità preposte all’Expo erano presenti il dottor Giuseppe Sala, Commissario Unico per Expo Milano 2015, e la dottoressa Diana Bracco, presidente Expo 2015 Spa e Commissario generale di Sezione per il Padiglione Italia.
Durante l’udienza, il cardinale Scola e la delegazione hanno invitato a Milano il Santo Padre in occasione dell’evento, in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. I cardinali Scola e Ravasi hanno illustrato le linee guida della presenza ecclesiale all’Esposizione. Il dottor Sala e la dottoressa Bracco hanno spiegato il senso complessivo di Expo 2015.
Il Santo Padre ha incoraggiato l’iniziativa e ha preso atto con interesse dell’invito a Milano. Nel dialogo cordiale con la delegazione il Papa ha invitato a procedere nell’organizzazione prestando attenzione anche agli aspetti più piccoli, alla condivisione e all’aiuto. Il Pontefice è rimasto positivamente colpito dall’opportunità di lavoro che Expo rappresenta per i giovani e dai progetti di cooperazione internazionali.
da Radio Vaticana

Expo 2015, il card. Scola invita il Papa a Milano

 Il Papa ha ricevuto il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, con una delegazione dell’Expo 2015, in programma nel capoluogo lombardo dal primo maggio al 31 ottobre dell’anno prossimo sul tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Il porporato e la delegazione hanno invitato a Milano il Papa in occasione di questo importante evento. Papa Francesco ha incoraggiato l’iniziativa ed ha preso atto con interesse dell’invito a Milano. E’ quindi rimasto positivamente colpito dall’opportunità di lavoro che l’Expo rappresenta per i giovani e dai progetti di cooperazione internazionali. Sull’incontro, Sergio Centofanti ha sentito lo stesso cardinale Angelo Scola:
R. – E’ andato molto bene. E’ stato un incontro molto cordiale, nel quale il cardinale Ravasi ed io abbiamo presentato la modalità con cui la Santa Sede, la diocesi di Milano e la Cei proporranno una visione cristiana del tema dell’alimentazione all’interno di Expo. E poi il commissario generale, il dott. Sala, e la responsabile del Padiglione Italia, la dott.ssa Bracco, hanno spiegato più analiticamente il valore dell’Expo. Il dott. Sala ha illustrato la sua forza internazionale e i 141 Paesi presenti e, dall’altra parte, la dott.ssa Bracco ha parlato del Padiglione Italia, della centralità che esso avrà, essendo il Paese ospitante, e ha fatto molto riferimento anche all’attenzione che intendono avere nel portare aiuto alla creazione di nuove filiere produttive nei Paesi africani, parlando di un’esperienza legata al Togo; ha anche sottolineato l’aspetto dell’azione delle donne all’interno di Expo: circa una quarantina sono commissari dei padiglioni di vari Paesi. Il Papa ci ha detto: “Avanti, avanti!”.
 D. – Quali le prospettive dell’Expo?
 R. – E’ un confronto internazionale su un tema di capitale importanza, che coinvolge aspetti di carattere scientifico, tecnico, culturale, sociale e religioso. Si va dai temi scottanti come il tema della povertà e della fame al tema degli organismi modificati, al tema del rapporto tra i popoli, soprattutto i popoli più ricchi e quelli che ancora sono provati, al peso che nella produzione alimentare deve avere la finanza, alla modalità con cui questi prodotti devono essere trattati, al senso della dimensione artistica dell’alimentazione, fino al tema della convivialità, che è decisivo in ogni cultura. Sono tutti aspetti che vedono coinvolti i 141 Paesi. Ovviamente sarà una possibilità straordinaria di confronto. Sono previsti più di 25 milioni di visitatori e tutti i Paesi rilevanti si sono impegnati o a fare un padiglione o a proporre delle iniziative all’interno dei cluster, che gli organizzatori hanno creato, per quei Paesi che non sono in grado di fare un padiglione. Insomma, quindi, mi pare che questa sia una panoramica che ormai si va chiarendo. Poi, bisognerebbe avere il tempo di entrare in ognuna di queste tematiche.
D. – L’Expo, una buona occasione per un Paese che aspetta di ripartire…
R. – Direi che può essere un’occasione straordinaria. Il problema è che non si commetta un errore che spesso commettiamo: di concentrarci solo sugli aspetti materiali del problema. Dobbiamo dare al tema tutto il suo respiro e quindi pensare al corpo, ma anche al corpo come segno ed espressione della totalità della persona e quindi del suo spirito. Noi cristiani abbiamo un compito importante da questo punto di vista. Se affrontiamo il tema in termini integrali, anche l’aspetto di favorire la ripresa economica, secondo me, sarà facilitato. Quindi, il Paese potrà trarre grande beneficio dall’Expo.

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