Diocesi milanese: abusi su un 15enne, condannato ex parroco di Rozzano (Mi)
da Il Giorno
20 settembre 2018
Abusi su un 15enne,
condannato ex parroco di Rozzano (Mi)
Sei anni e 4 mesi per don Mauro Galli, disposto anche il divieto di avere contatti con minorenni
Rozzano (Milano), 20 settembre 2018 – È stato condannato a 6 anni e 4 mesi di carcere don Mauro Galli, l’ex parroco di Rozzano, nel Milanese, a processo con l’accusa di aver abusato sessualmente nel dicembre del 2011 di un ragazzino che all’epoca aveva 15 anni. Lo ha deciso la quinta sezione penale del Tribunale di Milano. Il collegio, presieduto da Ambrogio Moccia, ha anche disposto il divieto per l’ex parroco di avere contatti con minorenni, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il pm Lucia Minutella aveva chiesto una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione. L’imputato, fuori dal processo, aveva versato 100mila euro di risarcimento ai familiari del ragazzo, che non si sono costituiti parti civili. Il pm aveva dedicato un passaggio della sua requisitoria alla sofferenza provata dal ragazzo. «Le ossessioni demoniache da lui manifestate dopo quell’episodio – ha sottolineato – erano l’unico canale comunicativo che il giovane possedeva per potere esprimere il proprio disagio». Secondo il magistrato, «la sua era una sofferenza autentica». L’ex parroco, tra il 19 e il 20 dicembre 2011, avrebbe abusato del 15enne nella propria abitazione, dove il ragazzo aveva trascorso la notte «in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo». La scorsa udienza nel suo interrogatorio, davanti ai giudici della quinta sezione penale, Don Galli si era difeso dicendo di non avere mai «abbracciato» né «toccato» la presunta vittima. Ha ammesso, comunque, di avere dormito nel letto matrimoniale insieme al ragazzo quella sera. «Quella notte – ha affermato l’ex parroco – mi sono svegliato due volte: la prima per il suo forte russare e la seconda dopo averlo sentito gridare. L’ho trovato con una gamba e un braccio fuori dal letto e così l’ho afferrato per metterlo in sicurezza». Secondo Don Galli, poi, il giovane lo avrebbe accusato «perché avrebbe fatto sue opinioni sentite da altri su quello che era accaduto».
Dalla testimonianza di uno psichiatra che conobbe il 15enne nel 2014, quando venne ricoverato più volte, era emerso il racconto dei presunti abusi. «Mi ha detto che quando erano sdraiati nello stesso letto – ha raccontato il teste – il prete iniziò a toccarlo e lui fece finta di dormire, era bloccato, paralizzato». Nel processo è stato acquisito anche il verbale di sommarie informazioni testimoniali rese, nell’ottobre 2014, dall’attuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini, al momento dei fatti vicario episcopale della zona pastorale numero 6, il quale ha spiegato che, dopo avere appreso da un altro sacerdote che il ragazzo «aveva segnalato abusi sessuali compiuti da Don Mauro», decise di trasferirlo «ad altro incarico, disponendo il suo trasferimento nella parrocchia di Legnano».
Per me è venuto il momento che Mario inizi a contare i giorni che lo separano dalle dimissioni. Siamo sempre più vicini…non è più credibile come guida e pastore. E’ venuto il momento di farsi da parte.
Lo spero, ma… non lo farà!
E’ troppo pieno di sè….non ha un briciolo di umiltà. Se l’avesse si sarebbe già ritirato. Invece pensa di avere tutte le doti e le capacità per salvare questa Chiesa Milanese. Questa Chiesa che sta affondando con la sua freddezza, il suo distacco, la sua superbia e mediocrità. Per me deve non solo dimettersi ma chiedere scusa.
Di certo lo ricorderemo come un bravo insabbiatore. La mamma di questo ragazzo abusato, al termine della sentenza ha detto che rifarebbe lo stesso percorso fidandosi della Chiesa. Bestia!! Io direi proprio il contrario: se dovesse risuccedere di corsa dai Carabinieri e se qualche vescovo deve saltare che salti pure. Un bel frate al posto di Delpini: tanta spiritualità, preghiera e meditazione sulla Parola e via tutte le porcherie che settimanalmente organizza la nostra Diocesi.
Io direi un grande Monaco mistico!
Quello laggiù sul Tevere ha già cominciato a fare qualcosa, altro che bla, bla, bla e sole parole. Il marcio è ben radicato, visto che anche reverendi e prelati di alto lignaggio sono stati colti con le mani nella marmellata e probabilmente è una “cattiva abitudine” che risale anche a tempi lontani.
A mio avviso c’è bisogno di una riforma radicale del sacerdozio ed in particolare degli anni della formazione. Non dimentichiamo che i preti sono prima di tutto esseri umani, con tutto quello che questo comporta.
Spero che almeno ora abbia l’UMILTÀ (parola a lui e a tutti i suoi galoppini sconosciuta) di dimettersi e di ritirarsi su di un eremo a espiare le sue colpe!
Vedremo anche cosa farà quello giù sul Tevere… continuerà a fare il radical chic con parole, parole e parole o ci farà vedere dei fatti?!?
Siamo stufi di questa gerarchia!!! VOGLIAMO VEDERE I FATTI! Altro che “riforma della chiesa”, “chi sono io per giudicare” e bla, bla, bla… è una vergogna!
È proprio vero quello che SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO… o forse il peggio deve ancora arrivare!