Giovani imbecilli
rivoluzionari dell’avere
Quando penso ai giovani, mi verrebbe da pensare a delle potenzialità nuove, nel senso di un rinnovamento tale da scuotere quell’”antico”, che si è fatto tradizione passiva di ripetitività logorata dal tempo.
Una verità che si ripete, avvolta da un meccanismo rigidamente dogmatico, è di ostacolo dissacrante all’irrompere ininterrotto di quella Energia divina, che è talmente prorompente da travolgere perfino il ciclo inesorabile del tempo, che trascina nel suo vortice anche i Geni del passato, quando nei loro confronti ci si lascia prendere solo da puri ricordi scolastici o da formali commemorazioni civili o religiose, senza coglierne l’Eterno.
In altre parole, parlando all’uomo di oggi tanto evoluto carnalmente quanto involuto spiritualmente, si ha l’impressione di assistere a pagliacciate di diritti d’avere, pretesi da una società che si è svuotata di quei doveri d’essere, che portano necessariamente al Bene Sommo.
Diritti di avere, ovvero legati alla carnalità, in contrapposizione coi doveri di essere, ovvero con l’essere nella sua natura necessariamente divina.
Dio non conosce il diritto, ma conosce solo il dovere. È Dio, e basta; e, in quanto Dio, Egli è necessariamente il Bene Assoluto.
Se parliamo di amore, allora diciamo che Dio necessariamente ama; non può non amare, in quanto Bene necessariamente diffusivo, ovvero che si espande oltre Se stesso.
Dio è l’Unico Uno Necessario, e le creature sono emanazioni dall’Uno Unico Necessario.
Dunque, i diritti non esistono in Dio: Dio è il Dover Essere.
La parola “diritto” è pura invenzione dell’uomo che – sotto l’inganno del Maligno, l’artefice del primo sganciamento dall’Unico Uno Necessario – si rende ridicolo, rivestendosi di maschere di un progresso costruito sul vuoto di doveri di essere.
Più diritti di avere, meno doveri di essere, e l’avere, fonte di diritti, affoga l’uomo nel suo dover essere.
Queste riflessioni le dovrei condividere coi giovani, se fossi convinto del loro reale potenziale di energie vitali, pronte a scatenare il loro dover essere.
Ma la società moderna ha quasi annichilito il futuro dei giovani in un presente immerso in un pantano di pretese tanto immobilistiche quanto stupidamente rivendicate, come di chi crede di mettersi in mutande o di esporre in vetrina le proprie gambe (due carnalità come idoli da venerare), per dimostrare diritti fondati sulla imbecillità degna della in-animalità, quel grottesco voler opporsi all’Unico Uno Necessario.
Giovani ridicoli, imbecilli, carnali, svestiti di essere e ricoperti dell’avere più schiavizzante, parlano di emancipazione, senza accorgersi di voler essere sì emancipati, ma dal proprio essere “intelletto pensante”.
Giovani che sono sradicati dal loro io profondo, perché abbarbicati ad una società dell’avere, sorgente di diritti diabolici (da “diavolo”, colui che divide), che feriscono fino a uccidere quella realtà, che è quel loro “dover essere l’Essere divino”.
Il vero progresso è fondato non sui diritti, ma sui doveri. Più diritti, meno progresso spirituale. Più doveri, più progresso dell’essere.
Ma ai giovani d’oggi piace far valere diritti del loro “non essere”.
Questi corpicini , che i capitalisti si giocheranno a dadi non appena avranno finito di trastullarsi con i loro compiacenti genitori… potranno al massimo rivoluzionare l’estetica di qualche museo, tirando giù le statue di Socrate…
Della scuola e dei suoi ‘docenti’ possiamo dire solo male, perché i frutti non sono un’opinione, più dignitoso ed etico allora ‘lavorare’ in un ‘team’ di rapinatori di banche…
La Chiesa ha giocato un ruolo non di secondo piano in questa desertificazione delle intelligenze e delle coscienze, in questa apostasia di occidente e oriente, nord e sud… avallando dai pulpiti e nei confessionali un familismo amorale, che ha ridotto il ‘prossimo’ a ‘individuo appartenente al proprio clan familiare, gruppo criminale o gruppo di interesse necessario alla propria affermazione personale’… una ‘traduzione’ satanica, che giustifica attraverso la creazione di idoli di carne con il proprio corredo genetico la violazione di ogni etica e morale… capovolgendo radicalmente il Vangelo.
Condivido l’analisi, ma chiediamoci anche da dove viene il vuoto che svuota le loro coscienze.