Non ci sarà facile ricomporre il nostro “essere” disintegrato dal sistema

 

 

 

di don Giorgio De Capitani 

 

Ancora parlare di Berlusconi?
Da quanto tempo ne sto parlando?

Da più di vent’anni!

Ma ciò è servito a qualcosa?
Non saprei rispondere.

Una cosa però è certa:
se all’inizio trovavo forti ostacoli da ogni parte,
come se le mie fossero solo previsioni catastrofiche,
imparentate con un eccessivo talora stomachevole risentimento
tale da rasentare l’odio puro
– così mi si accusava, senza capire dove stavano veramente
il mio risentimento e il mio odio! –
ora tutto sembra “quasi” chiaro, tranne per coloro che
non vogliono aprire gli occhi,
anche se la mente e il cuore stanno per scoppiare,
speriamo, al più presto.

Ora è anche il caso di riconoscere, finalmente,
che siamo un popolo di dementi:
gente che non ha nemmeno un minimo di “intelligenza”,
che è quella capacità di cogliere in profondità la realtà,
senza tanti paraocchi o tanti pregiudizi;
gente abulica, indifferente, facile alla rassegnazione;
gente che rinuncia a vivere in libertà e democrazia,
che non è vegetare, aggrappandosi a qualche illusione.

Parlo in genere, è chiaro.
Anche i buoni fanno massa, e spariscono.
Che bontà è mai la loro?
Serve a concimare il terreno, che è un deserto di valori.

Basta con questa storia che c’è tanta brava gente,
umile, silenziosa, ligia al proprio dovere,
se poi tutto resta un groviglio di perversioni di potere,
e un ammasso di sudditanze e di servitù popolari,
in un vicolo cieco, fatto di incroci inestricabili,
di cui nemmeno gli psichiatri riescono a dare una qualche ragione.

Siamo fatti così, noi italiani,
e non sembra che ci sia alcuna speranza, almeno per il momento:
lasciamo comunque al Padre Eterno
la possibilità di rompere l’incantesimo demoniaco.

Sì, c’è qualcosa di così misterioso, appunto di demoniaco,
che richiama quella lotta iniziale,
quando l’uomo tentò di sfidare Dio,
subendone poi tutte le disastrose conseguenze.

E siamo ancora qui a chiederci il perché,
i motivi per cui questo povero mondo è così malridotto
da non vedere una qualche via d’uscita,
se non nel progresso che, in quanto tale, dovrebbe portarci fuori,
verso orizzonti aperti, in aperta campagna,
per liberare quelle “possibilità” di bene,
che, nonostante tutto, nessun male non è riuscito del tutto a estinguere.

Oggi si parla tanto di “possibilità”, come di quelle latenti energie
che potrebbero, se sciolte dai legami di schiavitù di potere,
ridare finalmente fiato alla dignità dell’essere umano.

Il progresso c’è, è innegabile, lo constatiamo ogni giorno,
ne subiamo anche il fascino, ma non sembra che ci tocchi nel vivo:
è tutto un insieme di conquiste tecnologiche, senza vita,
quasi un macigno che schiaccia l’anima.

Ma noi speriamo che, con il progresso, tutto si ri-sistemi:
sì, non vogliamo uscire dal “vecchio” sistema,
per noi la novità è tornare in riga, dentro il sistema,
che, chiamatelo pure con nomi nuovi, più accattivanti,
resta sempre però la nostra prigione.

Come se non bastasse a illuderci, parliamo di progresso “umano,
ma forse non abbiamo ancora capito in che cosa consista
ciò che noi chiamiamo con tanta leggerezza:
UMANITÀ.

Ed è qui che la forza malefica gioca le sue carte migliori:
ci illude facendoci credere che il progresso sia “umano”,
mentre non è altro che
TECNOLOGIA DI POTERE.

E il misero mortale, massa cogliona, non capisce l’inganno.
si fa allettare dal sistema tecnologico sempre più avanzato,
che, sopprimendoci nel nostro “essere”,
spegne a poco a poco quelle “possibilità”,
le uniche in grado di farci progredire nell’Umanità.

Qui dovremmo stare attenti:
leggendo in questi giorni Søren Kierkegaard,
sono rimasto colpito dalla distinzione netta che fa
tra il Singolo e ogni sua astrazione che lo porta fuori dalla concretezza:
rischiamo di diventare folla, umanità, genere umano,
perdendo la nostra Singolarità (da non confondere con individualismo).

Ciò mi ha fatto pensare anche alla facilità
con cui si passi dalla concretezza esistenziale del Singolo
alla astrattezza del contesto sociale,
per cui, in nome di ideologie o idealizzazioni della Singolarità,
si compiono soprusi nei riguardi della dignità umana del Singolo.

Che cos’è il totalitarismo, ogni forma di dittatura, di regime?
Che cos’è il fondamentalismo, l’integralismo?
Che cos’è la struttura? Che cos’è la religione?

Il Singolo si disperde in un sistema che lo disintegra.
Ed è facile che venga ridotto a folla anonima, a massa informe.

Dovremmo riflettere di più su queste cose.
Non abbiamo ancora trovato la via di mezzo
tra l’individualismo egoistico e la massa anonima,
che chiamiamo “società” per sentirci cittadini compartecipi,
ma di che cosa?

– Il popolo è sovrano!, si urla da più parti.
Ma sovrano di che cosa?

Per essere popolo sovrano occorre che
il Singolo cittadino si senta Sovrano,
in quella presa di Coscienza, ovvero
in quel rientro radicale nel proprio essere,
senza per questo slegarsi dal Tutto.

Il Tutto sta nella singolarità originale di Se stessi,
altrimenti succede, come purtroppo succede,
che la globalità non sia altro che un insieme di alieni.

Prendiamo il popolo italiano: che idea vi siete fatti?
Non è forse un ammasso di disintegrati nell’essere,
avidi come sono di un avere mai sazio,
di desideri per lo più insoddisfatti, perciò ancor più stressanti,
di evasioni tra cose e cose, tra superfluo e superfluo,
tali da coprire quella sete d’anima,
che è la vera ragione di vita?

Come si può da tale ammasso pretendere
che il Singolo si riprenda la coscienza del proprio sé,
se non ha la voglia e il coraggio di uscire,
per riscoprirsi anima pensante? 

Gli italiani pensano?
Certo, pensano a come meglio sgomitare
per prendersi un angolino di terra,
da sfruttare magari fino a ridurla in cenere.

E pensare che basterebbe poco a vivere meglio:
che ognuno viva nel suo piccolo,
e allarghi la sua visuale di fratellanza oltre il suo piccolo.

È questione di sapersi accontentare,
ed è questione di “intelligenza”.

Siamo vittime di un egoismo irrefrenabile,
e siamo sommersi da un analfabetismo socio-politico e religioso,
che è spaventoso!

Non ci risolleveremo, se non apriremo gli occhi
della “intelligenza”,
ma come possiamo, se siamo prigionieri di un sistema
che ogni giorno ci rende sempre più ciechi e ottusi?

 

14 Commenti

  1. alessandro pendesini ha detto:

    In questo mondo governato dalla “TEO/PLUTOCRAZIA COSMOPOLITA” abbastanza opportunista, flessibile e mobile per marginalizzare (per non dire alienare) gli Stati, i cittadini, e i giudici, mi fa dire che la “democrazia” -degna di questo nome- deve essere reinventata.
    Non dovremmo mai dubitare che un piccolo gruppo di persone, ben maturate e responsabili, possa “cambiare il mondo” ! La storia è la per ricordarcelo. Infatti è cosi che ogni cambiamento sociale (e non solo) ha iniziato.

    P.S. :-L’uomo è probabilmente il solo animale che possa deliberatamente ignorare le informazioni razionali fornite dal suo cervello, quando è invaso dalle passioni o miti che considera come realtà assoluta! Il “Demens” che si trova nel “Sapiens” ha una formidabile tendenza a imporre la sua verità ! -Le storie le più sbagliate -per non dire inventate- sono quelle che molta gente pensa di conoscere meglio, e che raramente mette in dubbio…..

    Se la credenza del grand pubblico alla chiaroveggenza, superstizione, miracoli, ecc.. mi preoccupa, è principalmente perché sospetto che la credulità in questi campi serva da trampolino per preparare (o predisporre) il cervello alla credulità e docilità in campi molto più gravi !
    Armare gli allievi contro la pseudo-scenza, la para-scenza e l’anti-scenza è il primo dovere degli insegnanti -degni di questo nome- in un mondo dominato dall’irrazionale venale, la caccia agli scoop alienanti e dogmi inverificabili !
    Una delle più grandi sfide del XXI secolo consiste nel contribuire e sperare che nel campo della salute o assistenza pubblica, venga incluso quello della SALUTE CULTURALE…
    Sarebbe auspicabile sostituire il simbolismo repubblicano « Libertà, Uguaglianza e Fraternità » con « CONOSCENZA, COSCIENZA e IMMAGINAZIONE » ?
    Un saluto da Bruxelles

  2. GIANNI ha detto:

    Il sistema può essere oppressivo o meno.
    Dipende dalla persona e dalla sua coscienza la reazione che può derivarne, per salvaguardare la propria singolarità o lasciarla annientare.

    • Elena ha detto:

      Ti posso assicurare che per chi è cresciuto con veri valori morali e religiosi e si è trovato negli anni ottanta nelle scuole superiori e (forse anche nella chiesa) ha subito un lavaggio di cervello,per essere condotto dove faceva comodo,verso il guadagno e il “dio “denaro,verso una società che guarda solo all’apparenza ,una società che porta l’uomo a uccidere anche il fratello per poche lire.E per un credente e praticante è stata tanta la delusione al punto da rifiutarla come istituzione ma avendo sempre nella vita Gesù come guida.

      • GIANNI ha detto:

        Certo, infatti anche una chiesa può essere “sistema”.
        Ed i singoli assoggettarvisi, piuttosto che subirne conseguenze varie.
        Anticamente, anche finire sul rogo.

        • elena ha detto:

          Infatti io me ne sono resa conto e ho avuto per venti anni problemi a capire ma allontanandomi dal sistema italiano…..chi ha studiato ma non ha un’anima pura e soprattutto valori morali e’stato travolto dal sistema e ancora oggi non se ne rende conto continuando a pensarla allo stesso modo.

  3. Elena ha detto:

    Per quello che scriverò adesso Don Paolo non mi farà fare più il catechismo ai bambini.Se la gente che è andata in chiesa finora ha avuto l’esigenza di confessarsi è perchè sa di non comportarsi correttamente nella vita di tutti i giorni .Anche se so che la confessione è un Sacramento,ma vivo secondo l’insegnamento di Gesù non sento l’esigenza di andare a confessarmi a meno che cambi il modo con cui viene fatta , non una lista della spesa ma un dialogo in cui il parroco deve essere capace di far aprire la persona che ha davanti non giudicandola ma correggendola come un padre che perdona.

  4. Elena ha detto:

    Volevo aggiungere che leghista non vuol dire razzista(come tanti pensano ) e leghista non vuol dire ignoranza…anzi leghisti vuol dire non essersi fatti fare il lavaggio del cervello da una politica che tratta noi italiani come burattini (cosa che ho visto anche nelle persone di Rovagnate con Don Luca e Don Roberto).Si mostrano superiori agli altri solo perchè magari hanno un titolo di studio ,ma sulla loro moralità ho qualche dubbio.

  5. Elena ha detto:

    Parlo da 44 enne che a causa della sua coscienza annientata dopo le Scuole si è rifiutata di andare a insegnare,trovando però lavoro in un supermercato .Parlo da 44 enne che ha visto gente che per io “dio “denaro si è rovinato la vita e anche da 44 enne che per il denaro si è allontanata dalla chiesa,in cui aveva vissuto i momenti più felici.Però Dio ha voluto che incontrassi mio marito(un De Capitani)che in questi 20 anni ,con la sua semplicità ,il vivere senza la ricerca della perfezione,l’accontentarsi di ciò che si ha mi ha riportato alla mia natura.Una cosa non torna…perchè anzichè verso il PD (neanche Renzi)siamo portati ad avere idee leghiste e concordi anche a Giorgia Meloni?Devo dire che noi accettiamo le tecnologie (non la tv) ma internet,i telefonini,dove si possono scoprire tutti i dubbi che a causa dei nostri genitori chiusi non abbiamo potuto avere.

  6. Elena ha detto:

    Caro Don Giorgio condivido ancora il suo pensiero .Parlo da 44 enne che ha frequentato attivamente la chiesa e l’oratorio nella prima infanzia e di cui ho i ricordi più belli .Anche delle Suore Canossiane (rudi ma molto educative)di cui ricordo volentieri Madre Lucia .Parlo da 44 enne che ha frequentato le Scuole Medie presso la Consolata di Bevera in una classe di seminaristi,da 44 enne che nell’adolescenza ha frequentao gruppi di ascolto,Scuola della Parola (di cui ho un ricordo negativo) e che ha frequeato l’Istituto Magistrale Bertacchi a Lecco gestito da suore laiche.Non conosco le varie correnti ideologiche all’interno della Chiesa ma penso che nel mio percoso di vita ci sia stata una contrapposizione su ciò che era la mia natura iniziale(fino alla scuola Media )e ciò che la religione (è sempre lei che gestisce la politica in Italia )ha voluto portare nelle scuole negli anni ottanta quando ero adolescente.

  7. carloipazia ha detto:

    La P2 ha vinto oggi siamo il risultato di cio’ che la P2 ha progettato. Silvio il controllo dei media al fine di anestetizzare le coscienze e il senso critico troppo sviluppato nel periodo caldo anni 60/70 dal materialismo dialettico dove le masse avevano iniziato a ragionare in termini critici e di liberazione dal modello di sfruttamento capitalistico.Guarda a caso nelle scuole non si e’ mai insegnato ad avere un metodo di critica ma solo ad accettare un modello piccolo borghese politicamente corretto.Per il futuro semplice fino a quando nei programmi scolastici non verra’ inserito l’insegnamento di un metodo di analisi ci si trovera’ sempre allo stesso punto con l’aggiunta aggravante di :
    mercificazione corpi prostituzione
    mercificazione anima corruzione
    tutto condito con la limitazione di futuro in un paese i declino e senza una politica economica di sviluppo degna della gravita’ del paese.Servirebbe una nuova IRI gestita da tecnici non legati a nessun partito per crescere in italia attraverso i cervelli per poi lanciarsi sul mercato mondiale.Tutto questo non accade sanno solo vendere i gioielli e mantenere sempre la stessa feccia berlusconiana e dalemiana.Perche’ il sig dalema se avesse fatto vera opposizione ora le cose sarebbero diverse invece anche lui a vissuto sull’ era berlusconiana.

  8. PietroM ha detto:

    Caro don Giorgio,
    come non condividere il tuo grido di dolore?
    A volte ho invocato un NUOVO RISORGIMENTO, poichè
    la più tragica constatazione sta nell’appiattimento dei valori relativi alla persona ed alla società stessa.
    La persona è diventata numero,tassa ambulante, consumatore,contribuente, utente passivo, inerte cellula di un ammasso indistinto che ci ostiniamo a chiamare popolo.
    La crisi c’è, ma la peggiore è quella dei valori!
    Ricominciare vorrà dire ritrovare le idealità, l’utopia sognante dell’anima.
    Tutta questa massa di sottomessi, opportunisti, ruffiani del potere e dei soldi, edonisti e poveracci, sono stati condizionati anche da un certo modo di essere chiesa:
    “porta pazienza”, “che devi fare?”, “non ti esporre”…E tanti timorati consigli al buonismo, alla RASSEGNAZIONE!

  9. Giuseppe ha detto:

    Chiunque abbia un minimo di coscienza e di libertà intellettuale, e magari, -a volte- riesca anche a volgere uno sguardo critico sulla propria vita e sul contesto sociale in cui si svolge e si sviluppa, non può non aver fatto almeno una volta ragionamenti simili a quelli espressi in queste righe.
    Posto che esista un’identità italiana (cosa di cui dubito fortemente) la prima cosa che viene in mente è l’idea che di noi si sono fatti all’estero dove, pur riconoscendo che il nostro sia stato, e forse sia (ancora per poco) un paese che unisce le beltà paesaggistiche con la più fulgida espressione dell’arte in tutte le sue forme, i suoi abitanti appaiono come delle macchiette simili ai personaggi dei tanti film di cassetta etichettati come “commedia all’italiana”. E le parole a cui veniamo associati oltre agli stereotipi di sempre come pizza, pasta e mandolino, sono negli anni diventate mafia, truffa, raggiro e, dulcis in fundo … Berlusconi. E in tutta franchezza se da una parte può essere originale e divertente essere accostati agli alimenti tipici della nostra tavola, dall’altra è veramente deprimente e oltraggioso per chi ha ancora un briciolo di dignità, essere bollati col marchio di infamia di un individuo che con le sue nefandezze è riuscito a distruggere quel po’ di credibilità che ci eravamo faticosamente conquistati nel consesso delle nazioni.

  10. simbad il marinaio ha detto:

    Don Giorgio grazie.

    Il Sé, la Sovranità, l’Umanità.
    Don Giorgio, ci vorrà tanta Intelligenza, per comprendere queste tre “creature”.

    Sarà necessario che l’Intelligenza si pieghi.
    Non certo sui PC, le TV, i tablet, o sulla meccanica potente, o su qualcos’altro, o su qualcuno che ingombra ogni ambito quotidiano.

    L’Intelligenza deve piegarsi sulla carta paziente ed umile.Dovrà riprendere a studiare, a riflettere, a dialogare, a pregare, con armonia.

    Chi lo farà,parteciperà alla Gioia.
    Io penso così,riflettendo su queste tre parole.
    La Gioia quindi, è l’obiettivo, è il mio augurio per Lei, per tutti.

  11. Giovanni Di Nino ha detto:

    Pensavo di essere il solo a fare simili valutazioni, caro amico Don Giorgio! Mi chiedo spesso cosa stia accadendo a questo popolo, che considero di cialtroni, assuefatto alla rassegnazione, limitato nelle sue manifestazioni di giubilo solo quando vince la nazionale italiana o la squadra del cuore! Il resto è menefreghismo allo stato puro: cementificano le spiagge, gli argini dei fiumi, devastano paesaggi che ci invidiano il mondo intero e tutti zitti, a guardare senza porsi minimamente il perché di certe storture. E così rivoteranno in massa il pregiudicato di Arcore, pedofilo, corruttore, pataccaro, distruttore dell’economia ed affamatore di milioni di famiglie, lo rivoteranno perché questo popolo della beata minkia ha ed ha sempre avuto la memoria cortissima, ma conserva quella a lungissimo termine, 75-80 anni fa: si stava meglio allora, dicono, col duce…

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