PER UN S. NATALE 2012, ovvero: Essenzialità – Gratuità – Bellezza

PER UN SANTO NATALE 2012
ovvero
Essenzialità – Gratuità – Bellezza

di don Giorgio De Capitani

Essenzialità, Gratuità e Bellezza: tre parole magiche che, se sono prese sul serio, possono cambiare di colpo la nostra esistenza, e la società in cui viviamo. Non c’è bisogno di ricorrere ai maghi, magari pagando un prezzo salato e senza poi ottenere alcun risultato. Basta la magia che è nel nostro Essere, nella sua parte migliore.
 
Sì, dobbiamo prendere queste tre parole sul serio, starei per dire alla lettera: in questo caso un certo fondamentalismo non nuocerebbe, beh, forse sarebbe meglio parlare di radicalità.

Lo sappiamo: la magia ottiene l’effetto desiderato, se si è fedeli in tutto e per tutto al suo meccanismo, con le sue regole e i suoi riti. Anche l’Essenzialità, la Gratuità e la Bellezza hanno le loro regole, ovvero sono inscindibili, non si possono separare e non ammettono eccezioni o compromessi.

Ma stiamo attenti: possono subire col tempo un certo logorio, possiamo abituarci all’uso comune di chiamarle con il loro nome, anche se, in politica soprattutto, ci si guarda dall’inserirle nei programmi elettorali, perché non otterrebbero quel consenso popolare che servirà poi a far vincere le elezioni. L’Essenzialità verrebbe presa per austerità (tirare la cinghia), la Gratuità per altruismo eroico (da lasciare ai santi), la Bellezza per un privilegio di chi può permettersi una certa vita o per un dono naturale che non è di tutti.

Eppure, senza l’Essenzialità, la Gratuità e la Bellezza la nostra esistenza sarebbe fortemente mutilata: non potremmo parlare di Vita. E poi ci lamentiamo che siamo infelici, mai contenti, mai soddisfatti, sempre ansiosi, stressati, depressi.

Che cos’è Essenzialità? In poche parole: è riscoprire ciò che “siamo”, scendere nel profondo del nostro essere, toccare il cuore di ogni problema, là dove niente o nessuno potrebbe agire da diaframma. Basta poco a porre un ostacolo, a depositare un velo.

Quando penso che la maggior parte della nostra esistenza la passiamo fuori di noi stessi, quando penso che, iniziando dai primi passi, da quando cioè siamo venuti alla luce (luce! Dio mio, già questa parola!), ci siamo immersi in un mondo di inutilità, di pesi e di sovrappesi, di banalità, di evasioni d’ogni genere, pur di non sentire la voce del nostro essere, giunti ad una certa età ci spaventa la domanda: adesso, come siamo ridotti? Dove siamo andati? Quanto spazio ci separa dal nostro io profondo? Quando si è giovani, non ci si pensa, o meglio si teme la voce della Coscienza, ecco perché ci si droga di ogni cosa pur di evadere, di fuggire lontano, di stare in superficie, appunto “fuori”, all’esterno, non importa se si è a rischio di tutto.
L’Essenzialità è la radice del nostro vivere in pienezza. E per ottenere il massimo, occorre tagliare tutto ciò che è superfluo, il di più che pesa sulla Coscienza, che la annebbia, la narcotizza. Qui non si tratta di mortificazioni ascetiche per purificare l’anima per poi ottenere il paradiso nell’altra vita. Qui si tratta della vita attuale, sulla terra. Non c’entra la religione. La religione casomai, quando non è al servizio della coscienza umana, non ci aiuta a rientrare dentro di noi: in quell’io profondo che è lo spirito che dà vita a tutto.

Che cos’è Gratuità? Qui tocchiamo il divino. Dio è Gratuità, perché è Amore. La Gratuità è l’Amore vero. Ogni nostro rapporto con gli altri è Gratuità, se è Amore. Forse bisognerebbe partire da noi stessi: noi non amiamo, perché non ci amiamo gratuitamente. L’Amore vuole l’Essenzialità. Ogni cosa inutile fa da blocco, da muro, da diaframma. Ecco perché l’Essenzialità e la Gratuità che è Amore si richiamano, sono imprescindibili.

Confrontarci con la Gratuità è confrontarci con il nostro vivere quotidiano, che è fatto di un continuo “do ut des”, anche nei nostri più piccoli gesti. Ogni desiderio di tornaconto personale o comunitario offusca la Gratuità. Non c’è ragione che possa giustificare ogni ombra sulla Gratuità. Mi faccio pagare perché… E i perché talora diventano così sacri da rasentare la bestemmia. Ho parlato di desiderio: sì, a parole siamo tutti puri o generosi, ma nel nostro inconscio resta sempre quel qualcosa che ci porta a pensare ad un contraccambio. Magari solo spirituale. Magari come un dovere di riconoscenza: “Che ingrato! Non mi ha neppure ringraziato!”.

Infine, che cos’è Bellezza? È l’armonia dell’Essere, quando cioè c’è perfetta sintonia tra l’Essenzialità e la Gratuità. Solitamente parliamo di bellezza estetica, che risiede nelle forme e che si esprime non solo nel corpo umano ma anche nell’arte, negli ambienti, nelle cose. Ma anche la bellezza estetica non può fare a meno di qualcosa di più profondo. Talora si sente dire: Quella donna è bella, ma è volgare! La bellezza sta nell’Essere, ed è tale da renderci piacevoli anche le forme apparentemente brutte.

La Bellezza ha un suo fascino che è irresistibile, e solo i barbari vorrebbero farne a meno, o addirittura distruggerla. Ma non ci riusciranno. La Bellezza è inafferrabile. Puoi calpestare un fiore, distruggere perfino una foresta, ma la Terra, pur soffrendo come una madre per le doglie del parto, è sempre incinta e pronta ad ogni istante a dare alla luce figli meravigliosi.

L’essere umano si qualifica per il suo amore alla Bellezza. A partire dal proprio essere che, se riesce a emanarne il profumo, dà speranza di vita anche là dove tutto sembra morte. La Bellezza è armonia che, come in un mosaico, permette di cogliere il senso della vita. 

È triste, veramente triste, vivere in un società dove tutto parla di Bellezza, mentre l’uomo non fa che seminare bruttezze. Tutti parlano di pace, in questi giorni. Ma che cos’è la pace, se non l’Armonia del creato e dell’essere umano?

Essenzialità, Gratuità e Bellezza: tre parole magiche, ma sconosciute! A noi il compito e il dovere di trovare il tesoro nascosto, e aprirlo per far sì che la società, così dissennata, riscopra il segreto della sua salvezza.

6 Commenti

  1. Patrizia ha detto:

    Sempre grazie,don Giorgio,per le bellissime parole.
    Tanti tanti auguri per un santo Natale.

  2. Gioele ha detto:

    Anche a me piacerebbe dire qualcosa sul Natale dei Cristiani. Ho sempre vissuto questo periodo, tra l’altro molto vicino alla nostra Chanuccà, in maniera curiosa. Tutta questa gente che affolla via Roma, piazza Castello, piazza S. Carlo, via Po eccetera stracarica,letteralmente, di pacchi colorati. Gente che si abbraccia, che si bacia, che stringe e si emoziona. Gente. Gente che ti fa gli auguri…tanto che ti stanchi alla fine di rispondere che per te, in fondo, non capita nulla…e rispondi “grazie altrettanto” malcelando un sorriso imbarazzato. Gente. Addirittura sui tram, che qui a Torino sono una sorta di prova di sopravvivenza,la gente ti cede il posto (cosa che in giorni normali viene difesa anche con fucili a canne mozze e mortai portatili). Gente. Che strana, la gente. Questa magia dura all’incirca poco più di un’anestesia totale. Già il 25 a colazione si avvertono i primi urli minacciosi della solita lite fra i due soliti coniugi al piano di sotto. E così Natale è passato anche quest’anno. Io comprendo che l’ipocrisia sia spesso una forma di difesa dalla realtà, ma c’è un limite a tutto. E allora comprendo che, forse, don Giorgio pensa ad un altro tipo di ricorrenza.E’ per questa ricorrenza che, pur estranea a tutto ciò in cui credo, gli porgo i miei auguri. Vedi di star bene, don Giorgio, e non t’incazzare così tanto. Sei una brava persona e questo dà molto fastidio agli ipocriti. Rassegnati, pertanto. Sono sempre più numerosi di noi. Ti abbraccio.
    Gioele.

  3. max ha detto:

    “espressione della dimensione vigiliare del tempo (e quindi della storia e della vita)è l’attesa cristiana del Signore che viene nel fluire del tempo per riscattare il desiderio dell’uomo e restituirlo alla propria libertà, alla fine del tempo ;per sigillare il tempo dell’attesa e la reciproca speranza in una comunione irrevocabile.”
    (card. Carlo Maria Martini : sto alla porta

  4. enniovico ha detto:

    Don Giorgio, infiniti Auguri di Buone Feste e tanta riconoscenza per quanto riesci a dire e fare, ennio colletti.

  5. Giuseppe ha detto:

    Due parole sole: tanti auguri!

  6. Gianni ha detto:

    Essenzialità, gratuità, bellezza, concetti e categorie, anche filosofiche, spesso banalizzate, e di cui vien da chiedersi il vero senso, l’intrinseca natura.
    Come se dovesse, per forza, esistere una categoria universale a ricomprenderle, a spiegarle.
    Ma laicamente, l’uomo non può essere sicuro di tale valenza universale e, forse anche per questo motivo, si accontenta di considerarle soggettivamente, e pressato da problemi contingenti, spesso si dimentica di una più profonda dimensione dell’esistenza.
    Personalmente, mi accontenterei di molto meno.
    In questa nostra esistenza, spesso protesa solo verso dinamiche esteriori, capita comunque di riuscire a far qualcosa per gli altri, e forse dovremmo interrogarci sul futuro che ci aspetta.
    Personalmente, vorrei lasciare una riflessione su un problema che sta divenendo drammatico.

    Dopo i miei anni liceali (tanti anni fa) mi è capitato sempre di più di dovermi occupare di problemi concreti, rispetto ai quali la riflessione teorica, filosofica, non dico non occupi più alcuna parte dell’esistenza ma, certo, appare distante, parte quasi di un’altra realtà.
    Più impegnato, quindi, a considerare certi problemi, e con molto minor tempo per quelli filosofici, vorrei, come dicevo, parlare di un problema, cui si collega il mio auspicio.
    Notizie varie di stampa e media ci stanno avvertendo dei gravi passi indietro che sta subendo il nostro sistema sanitario.
    Chiudono ospedali, si riducono i posti letto, e via di questo passo.
    In alcuni ospedali, soprattutto nel sud, non stanno fornendo farmaci importanti.
    E’ di questa sera la notizia, al tg 1, che ci sono ospedali in cui la ambulanze, una volta arrivate, non possono ripartire, perché manca il posto per il paziente, che deve rimanere sulla barella dell’ambulanza.
    Personalmente, forse banalizzo, ma sono portato a credere che un sistema sociale e politico che non riesce a garantire precedenti standard raggiunti ( e noi in Italia abbiamo raggiunto standard di eccellenza) non è un paese civile.
    Forse, anche per questo diviene difficile estraniarsi dalla dimensione esterna a noi, che ci circonda, e volgere la nostra attenzione alla categorie generali di essenzialità, gratuità e bellezza, o comunque risulta difficile volgersi ad una dimensione più intimistica dell’esistenza.
    La sempre maggior precarietà di molte situazioni, a partire da quella sanitaria, rende difficile tutto questo.
    Qualcuno dice che quindi anche nel settore sanitario si sta divaricando sempre più la situazione tra persone abbienti e non.
    Ma anche questo è vero solo in parte.
    La situazione sta divenendo difficile per tutti.
    Intanto, perché i minori posti letto degli ospedali non possono essere totalmente sostituiti da ricoveri in cliniche private, che comunque dispongono di un numero di posti letto decisamente inferiori, non in grado di far fronte a quelli cancellati.
    Ma ricordiamo anche che le cliniche non sono attrezzate per trattare molte patologie gravi, tanto che quando insorge un particolare problema, in clinica, il paziente viene spesso trasferito in ospedali pubblici.
    Il mio augurio è che questo passo indietro venga presto recuperato, così in campo sanitario, come in altri ambiti.
    E mi piacerebbe che l’esistenza divenisse più lieve per tutti, meno problematica, così da aver più tempo e maggior predisposizione anche per una dimensione più intimistica, e filosofica, dell’esistenza.

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