Horror vacui!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Horror vacui!

Già dire vacuità mette i brividi. Quando la vacuità vorrebbe ergersi a guida di una nazione, allora i brividi diventano orrore. E l’orrore blocca ogni parola: non si sa più che cosa dire. Si è esterrefatti. Alle parole che escono dal vuoto abissale non si può contrapporre se non un silenzio, che però è un grido d’essere, nel profondo dell’anima. Un grido che la vacuità non raccoglie.
Si è in un circolo vizioso: un’ondata di parole che escono dal vuoto, e il vuoto che si riempie di parole vuote. Un circolo dove il vizio sta all’origine della parola, la quale non è più un segno “intellettivo”, ma la voce della vacuità. Ma come può la vacuità emettere parole? Difatti, emette solo rumori assordanti come battere ripetutamente una botte vuota.
Oggi assistiamo a fiumi di parole buttate fuori a vanvera, come quando si è in campagna elettorale, e, per forza di cose, onde conquistarsi il consenso popolare, si devono promettere delle falsità o illudere un maggior numero di allocchi, come quando si attira l’attenzione di chi va al mercato, magari abbassando i prezzi, senz’altro offrendo una merce di bassa qualità.
Già prendere la democrazia come un mercato è offensivo di ogni valore umano, e prendere il bene comune come una merce è offensivo di ogni essere umano.
Ma la cosa è ancor più grave quando la democrazia è solo una parola vuota, e il bene comune è solo un pretesto per coprire la vacuità di una politica ridotta a qualcosa che si baratta con qualsiasi compromesso, pur di arrivare ad occupare quella sedia di potere che inevitabilmente diventerà il trono della vacuità.
L’ho già detto, e lo ripeto: ammetto che ci siano movimenti (e non partiti) di protesta, anche perché protestare fa parte di una società non perfetta, governata da politici non perfetti. Guai se mancasse il dissenso, sale della democrazia!
Il dissenso aiuta a sollecitare il potere e a tenerlo sveglio in vista di un bene migliore. Il dissenso è sempre relativo al meglio, e non ad una contrapposizione per partito preso. Il dissenso è dialettica positiva e costruttiva, ma richiede intelligenza e libertà di spirito, in vista di quel bene che è l’essere umano nella sua più profonda interiorità.
Un dissenso che è solo pancesco è già povero di valori, e non può bastare a stimolare il potere per servire il bene comune.
Se il dissenso parte dall’intelligenza e dalla libertà di spirito, va oltre ciò che è la pancia della gente, va oltre l’accarezzare gli istinti più bestiali. Già il potere è per sua natura materialista, se poi anche il dissenso lo fosse, allora non si capirebbe dove stia il dissenso. O, meglio, tutto sarebbe, tranne che servire la democrazia e il bene comune.
I movimenti storici di dissenso non possono e non devono puntare al governo di un paese. Devono invece riconoscere i loro limiti, e la loro determinatezza temporale. Esistono per quel tanto di tempo che è richiesto dall’emergenza, ma l’emergenza non può essere mantenuta a tempo indeterminato, perché così fa comodo per mantenere in vita il più a lungo possibile il movimento di protesta.
Se il dissenso in sé deve sempre essere vivo in ogni democrazia, il movimento storico di protesta ha i suoi tempi, e in questi tempi ha il compito di aiutare a risolvere le emergenze, e non a procrastinarne le soluzioni, perché, ripeto, ciò fa comodo per la sopravvivenza dello stesso movimento.
Ad esempio, la Lega ci sguazza nell’emergenza immigrati e ci campa a lungo. Se ancora oggi sta in piedi, lo deve al suo sciacallaggio nei riguardi di tutti quei poveracci che vengono da terre lontane in cerca di un po’ di libertà e di benessere, attribuendo loro ogni tipo di male, di malattie e di violenze. E la Lega teme che il fenomeno venga risolto, perché essa cadrebbe nell’oblio.
E per coprire questo, finge di affrontare altre problematiche sociali, ma non fa che proporre stupidaggini e idiozie. Cose che non stanno né in cielo né in terra, ma solo nella pancia dei caporioni senza testa.
E che dire del Movimento 5Stelle? Altro fenomeno da baraccone costruito sulla vacuità, per di più promossa da gente furbastra e riccona e messa in atto da incapaci e imbecilli. Loro non risolvono i problemi, ma li spostano, li rimandano.
Nulla da dire, e lo ripeto, se questi movimenti di protesta restassero solo movimenti, e non partiti, e facessero la parte di quel dissenso che è il sale della democrazia. Il guaio è che credono di governare, e così, là dove riescono a prendersi delle responsabilità politiche o amministrative, non fanno che s-governare e fare danni. E la gente, ovvero la massa, il popolo bue, li sostiene, li vota. Ed è qui il vero problema: il popolo bue!
Certo, questi mentecatti caporioni leghisti e grillini devono anche loro stare attenti: il popolo bue cambia facilmente bandiera, ed è sempre pronto a votare il prossimo imbonitore, sempre frutto di una emergenza che non finisce mai, proprio perché manca una vera Politica, e, se c’è qualche barlume di Politica, è diviso e suddiviso in tante particelle che si annullano tra loro. 
23 settembre 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. Emanuele ha detto:

    Al di la’ di interessi di bottega, comuni a tutti i partiti, e dico tutti, esiste il problema degli immigrati che andrebbe risolto alla base.
    E’ un dato incontestabile che l’immigrazione è fonte di ricchezza e non genera problemi quando i flussi sono regolati, quando l’integrazione è reale e quando non si formano comunità chiuse. Se invece diventa impetuosa, sregolata, massiccia, viene rifiutata perché vissuta come destabilizzante e, per l’ordine pubblico, pericolosa.
    In questo caso, ed e’ il caso dell’Italia, diventa il cavallo di battaglia di coloro che contestano le politiche dell’attuale governo.

  2. coscienza critica ha detto:

    Se i 5 stelle andranno al governo, probabilmente combineranno i disastri della Raggi, ma elevati all’ennesima potenza.
    C’è da essere preoccpati, e penso che solo una cosa sia peggio dei 5 stelle, un paese con a capo esseri come King Jong Un.

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