La storia di Vittorio Arrigoni, raccontata dalla madre: “Vive per chi vuole la pace”

da Il Fatto Quotidiano

La storia di Vittorio Arrigoni, raccontata dalla madre:
“Vive per chi vuole la pace”

E' uscito "Il viaggio di Vittorio", il libro di Egidia Beretta, mamma dell'attivista ucciso a Gaza nel 2011. "La cosa che mi turba di più è non sapere perché è morto. Noi eravamo preoccupati, ma non gli avremmo mai impedito di andare. Aveva visto violenza e atrocità, ma la sua passione per i diritti umani lo riportava sempre lì"

di Salvatore Coccoluto | 14 novembre 2012

La signora Egidia Beretta è la mamma di Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano ucciso a Gaza la notte tra il 14 e il 15 aprile 2011. Una donna forte e determinata, da sempre impegnata nel sociale. Ancora oggi si reca nelle scuole a parlare dell’esperienza di suo figlio. Ma, come lei stessa ammette, sotto la corazza che si è costruita nasconde un dolore lacerante. “Certi giorni, quando sono sola, mi rifugio nella stanza segreta del mio cuore e lascio che il dolore mi strazi, e piango e lo chiamo, chiamo forte il mio bambino che non c’è più”, scrive Egidia nel libro “Il viaggio di Vittorio” (Dalai editore) uscito in questi giorni. In questo volume ha scelto di raccogliere lettere e scritti, passioni e angosce di suo figlio, dall’infanzia fino a oggi. Sì, perché Vittorio non è morto. Per Egidia vive ancora nel loro intenso scambio epistolare, nei reportage, nella rete, nei libri, nella sua testimonianza, anche nei temi delle elementari in cui già manifestava sensibilità e attenzione per i diritti umani.

Perù, Europa dell’Est, Africa, l’attivista italiano ha portato il suo contributo ovunque ve ne fosse bisogno. Quando andò in Congo nel 2006, come osservatore dell’Onu, alla madre disse: “Vorrei far vedere agli africani che c’è anche un Occidente amico e non solo quello neocolonialista e sfruttatore”.

In Palestina, invece, arrivò la prima volta nel 2002. Proprio quell’anno avvenne la sua iniziazione come scudo umano davanti a una scuola piena di bambini assediata dai carri armati israeliani. Da quel momento Vittorio affrontò molti rischi per aiutare la gente del posto e raccontare ciò che vedeva: i bombardamenti, la morte di ragazzini inermi, il dolore negli ospedali, le abitazioni distrutte. Fu anche malmenato e poi espulso dalle autorità israeliane, rimandato in Italia in camicia e ciabatte. “Tieni forza e coraggio. Opera per la pace, anche se ti e ci vien voglia di rispondere occhio per occhio alle offese. Ma, come diceva il Mahatma Gandhi, a furia di dire occhio per occhio, resteremo tutti ciechi”, gli scrisse Egidia il 20 aprile del 2004.

Ne aveva viste tante Arrigoni, gli era capitato di raccogliere pezzi dei suoi amici e teste di bambini. Del suo ultimo ritorno a casa, nel 2009, la mamma ricorda le urla notturne, l’inquietudine, gli incubi di chi aveva assistito ad atti disumani. “Noi eravamo preoccupati, ma non gli avremmo mai impedito di andare. Era la sua vita. Nonostante avesse visto tanta violenza e tante atrocità, la sua sfrenata passione per i diritti umani lo riportava sempre lì. Si sentiva amato dalla gente, accettato da tutti. Mi disse una volta che se non fosse tornato a Gaza, sarebbe andato altrove a cercare qualcuno da aiutare”.

Arrigoni ripartì per l’ultimo viaggio nel 2010. Passando dall’Egitto riuscì a rientrare a Gaza. Riprese ad aiutare “i fratelli palestinesi”, come lui li chiamava, e a raccontare ciò che vedeva attraverso il suo blog, Guerrilla Radio, e la collaborazione con PeaceReporter. Fino alla notte tra il 14 e il 15 aprile del 2011, quando venne ucciso da una cellula jihadista salafita, a quanto pare fuori controllo, con motivazioni che ancora oggi appaiono poco chiare. “La cosa che mi turba di più è non sapere la vera motivazione della sua morte – ha continuato Egidia – È il pezzo che manca. Non penso che lo conosceremo mai. Mi consola ricevere ancora oggi lettere di stima e di affetto nei confronti di Vittorio. Voglio che lui venga ricordato per quello che ha dato alla gente”.

Dal 2004 la signora Egidia, che a dicembre dell’anno scorso ha perso anche suo marito Ettore, è sindaco del Comune di Bulciago, in provincia di Lecco, un paesino di circa 3000 anime che la vede sempre in prima linea nel sociale e nel miglioramento della qualità della vita sul territorio. “A Bulciago abbiamo avuto il problema, soprattutto in passato, di tantissime industrie chimiche che operavano nella zona. Ci siamo battuti molto per la salvaguardia dell’ambiente e delle nostre terre. Ora per fortuna sono diminuite queste industrie. Continuo però a lavorare per migliorare le condizioni dell’ “ambiente umano”, anche con l’apertura e la cura di giardini pubblici e luoghi di incontro. Mi sto occupando anche di casi particolari. Proprio stamattina ho avuto una riunione con l’assistente sociale per discutere le situazioni di alcuni bambini del paese che vivono in condizioni di disagio”. Oltre a tenere vivo il ricordo del figlio, nel suo piccolo Egidia segue la scia di Vittorio che difendeva i “suoi” bambini a Gaza. L’altruismo è proprio un “vizio” di famiglia, passato prima di madre in figlio e poi di figlio in madre.

 

 

19 Commenti

  1. Gianni ha detto:

    Ripeto qui un’avvertenza riportata anche relativamente ad altro articolo:
    forse sarebbe opportuno che chi ha nomi uguali a precedenti commentatori,differenziasse il proprio, per evitare confusione.
    Alcuni commenti non sono miei, che commento da tempo questo blog, ma di altro Gianni.
    Costui potrebbe differenziare il proprio nome, ad esempio chiamandosi Gianni 2, grazie.

  2. Gianni ha detto:

    Ci vuole tanto a dire che è stato ammazzato dagli islamisti ? Vogliamo continuare con il politically correct di convenienza ? Lo hanno ammazzato probabilmente perchè difendeva i gay, o comunque viveva all’ occidentale. Altri discorsi non contano di fronte alla realtà. Si tace persino sulla tratta dei negri venduti dai mussulmani per tredici secoli, mentre si cita sempre il secolo in cui i negri sono stati venduti dai loro capi agli europei. Sono milioni i cristiani uccisi dagli islamici nel mondo, dalla Nigeria al Sudan, passando per l’Irak il Pakistan e così via. Nessuno ne parla, perchè non conviene, ci fa comodo approvvigionarci di petrolio senza avere fastidi. Più facile prendercela con Israele, con l’ Occidente, con gente che non ti ammazza per le tue idee. Non è da eroi, ma si salva la pelle.

    • giovanni non padano ha detto:

      Fascisti e nazisti non erano certo islamici ma di ebrei ne hanno sterminati parecchi e guai a non pensarla come loro. C’e sempre qualcuno che muore per le proprie idee, in qualsiasi parte del mondo.
      Vittorio difendeva i diritti Umani, anche i tuoi.

  3. Gioele ha detto:

    Scrivo questo commento anche se so che, probabilmente, verrà cassato.Questo povero ragazzo è stato ucciso da gente che lui stesso difendeva. Comprendo umanamente la madre…un po’ meno la disconoscenza voluta del dato reale.

    • Don Giorgio ha detto:

      Ogni persona che crede in un ideale ed è disposto a dare la propria vita, da qualunque parte si trovi, merita rispetto. Non accetto che si dica “povero ragazzo”!

      • Gioele ha detto:

        Don Giorgio, se c’è una persona che disprezza i luoghi comuni, be’, quello sono io. Per me dire “povero ragazzo” è attestare il mio dispiacere per chi credeva in una causa…ed è stato dalla stessa inghiottito. Un uomo che muore, per me, è sempre “povero”…perché non vive più. Temo di non avere mai mancato di rispetto a questa persona. Credo anche che questo ragazzo non amasse molto le celebrazioni: il termine “eroe”, che io aborro, penso non gli piacesse molto. Tutto qui.

        • Don Giorgio ha detto:

          Non sono d’accordo nell’usare l’aggettivo “povero”. Vittorio, a cui mi lega tra l’altro una querela da parte di una giornalista della Rai, ha creduto in una causa: stare dalla parte dei più deboli (qui non c’entrano né Hamas né i salafiti) e qui ha lottato con la propria vita. Basta, chiuso il discorso.

          • Gioele ha detto:

            Non siamo d’accordo, ma lo sappiamo già don Giorgio.Chi è che ti ha querelato?Robe da pazzi.

    • vale ha detto:

      Beato te che sai da chi è stato ucciso. Perché l’identità dei veri autori dell’assassinio è rimasta un po’ un mistero.
      A me comunque risulta che lui fosse in Palestina per aiutare bambini, pescatori e contadini. Gente povera che aveva ben altro a cui pensare che uccidere uno solo perché diverso da loro.

      • Gioele ha detto:

        E’ stato ucciso dai salafiti che, detto fra me e te, non sono a Gaza un mistero per nessuno. Sono un ramo estremista rispetto ad Hamas.

        • vale ha detto:

          La notizia venne smentita proprio da alcuni capi salafiti che prima negarono decisamente e poi, per non si sa quale motivo, si ipotizzò di una cellula impazzita…
          Comunque anche se la versione ufficiale fosse quella vera, Arrigoni non difendeva affatto né salafiti né Hamas dei quali, anzi, denunciava le colpe tanto quanto denunciava quelle di Israele.

          • Gioele ha detto:

            E secondo te, Vale, chi l’ha ucciso?

          • vale ha detto:

            Come detto prima: ad oggi la questione non è stata realmente chiarita.

          • Gioele ha detto:

            Per me è stata chiarita, anche per tanti altri lo è stata. La mia domanda era questa, Vale.Secondo te…secondo te da chi fu cucciso?

          • vale ha detto:

            Dato che non è mai stato provato nulla e che le versioni ufficiali sono contraddittorie non capisco come possa essere stato chiarito tutto.
            “Per me” chi è stato? Scusa ma che domanda è? Non è un giallo a puntate su cui fare supposizioni.
            Se per te sono sufficienti informazioni già all’origine poco chiare, in un secondo tempo addirittura smentite e infine raffazzonate alla meglio non è un mio problema. Evidentemente la questione non è che ti interessi più di tanto e ti sei fermato ai titoli o ai trafiletti che riassumevano alla meglio tutta la vicenda. Un tuo sacrosanto diritto, per carità. Ma almeno abbi il buon senso di ammettere che non ti interessa e che perciò non hai approfondito.

            Ma anche se le cose fossero come dici tu e come han detto i giornali più venduti a me non importa. Il fatto è questo: Vittorio non è stato ucciso dalle persone che difendeva e per le quali lottava; a meno che -e permettimi di dare per scontato che sia alquanto improbabile- non sia stato ucciso da un bambino o da uno dei disperati che scortava durante il lavoro quotidiano.

          • Gioele ha detto:

            E’ proprio perché la questione mi interessa “più di tanto” che ho approfondito. Penso molto più di te.So benissimo che non si è trattato, purtroppo, di un giallo a puntate. Arrigoni si è fidato di gente bagliata. Capita, a Gaza. L’occidentale in genere è visto come “tamurifq”, “nemico”. Vittorio era un occidentale e, quel che più conta per gli estremisti islamici, per nulla importante a livello internazionale. Dava fastidio alle mafie mercantili e spirituali del posto. Ce ne sono tantissime.Terribilmente, cara Vale, bisogna conoscere quel territorio: “aveva messo il naso dove non doveva metterlo”. Tutto qui.

  4. giovanni non padano ha detto:

    Vittorio Arrigoni, sua madre Egidia Beretta, don Giorgio, tre persone che lottano per quell’Umanità che pian piano ci sta abbandonando. Non a caso Vittorio ci esortava a restare Umani

  5. Gianni ha detto:

    Quando si affrontano i destini di situazioni, dove esistono guerra e volenza, si pensa che non tocchi mai a noi…..
    invece non è così.
    Arrigoni è stato testimone di diritti umani violati in altri paesi, ma ora c’è chi pensa che anche noi, si, proprio qui in Italia, stiamo scivolando in una nuova forma di fascismo.
    Ci sono italiani che se ne sono andati, non per motivi economici, ma perchè pensano che l’Italia non sia più un paese civile.
    Ecco, quindi, che la testimonainza di Arrigoni dovrebbe farci presente che i diritti umani non sono mai qualcosa di scontato.
    In tal senso, lascio la parola ad un italiano che se ne è andato dall’italia proprio per questi motivi, dal suo blog; Fanelli:
    “Questo e’ un articolo che avei voluto scrivere tempo fa, quando furono picchiati i due ragazzi gay a Roma. Ma lo misi da parte. Poi volevo scriverlo quando un ragazzo venne ammazzato in carcere dalle botte dei secondini. Ma poi, non so perche’, non lo scrissi. Poi volevo scriverlo quando furono assolti i secondini e condannati i medici . Ma anche allora non lo scrissi. Poi avrei voluto scriverlo quando si suicido’ il ragazzo dai pantaloni rosa. Ma temevo di essere accusato di strumentalizzare un morto. Adesso aprono bocca due preti, uno per dire che se ammazzano una donna e’ colpa sua, e un altro per istigare l’uccisione di Margherita Hark e Odifreddi.

    Non ho mai avuto molte simpatie ne’ per Odifreddi ne’ per la Hack, e trovo molte posizioni del movimento degli atei fondamentaliste quanto quelle dei talebani.

    Ma posso cambiare modo di pensare, ma non posso cambiare i fatti che sento. L’ Italia sta lentamente uscendo dalla civilta’. Punto.

    La situazione, il fenomeno, si descrive esattamente cosi’: uscire dalla civilta’. Non essere piu’ nel gruppo dei paesi civili, essere insieme a paesi come l’ Iran, come la Siria, come tutti quei bei paesi incivili -e me ne fotto di chi mi dara’ del razzista per questo- di cui a parole vi sentite superiori.

    In Italia due ragazzi gay possono venire pestati a sangue senza che nessuno chiami la polizia. La polizia, quando arriva, arriva sempre troppo tardi. E guarda caso, se descrivessimo la percentuale di pestaggi omofobi che si risolvono con un arresto, e’ presto detta: ZERO per cento.

    Spesso si legge che a qualche ora da una violenza o da una rapina il balordo viene rintracciato. Beh, non sperateci nel caso dei fascisti: quelli che pestano i gay sono gli stessi che, in divisa, dovrebbero impedirlo.

    In Italia un ragazzo viene ammazzato di botte in carcere. Muore in carcere e il cadavere e’ pieno di bozze. Risultato? E’ morto DI FAME. Un tribunale dice che le botte non c’entrano, e alla fine uno sta due giorni in carcere e muore di fame. Colpa dei medici che non gli hanno dato acqua e zucchero.

    Perche’ succede questo? Perche’ i fascisti che lo hanno ammazzato di botte sono identici ai fascisti che hanno condotto l’inchiesta e sono identici ai fascisti che hanno scritto la sentenza. L’intera struttura organizzativa , la cosiddetta amministrazione pubblica, in particolar modo le forze dell’ordine , gli addetti alla giustizia e in generale chi deve prendere decisioni, sono semplicemente fascisti.

    Lo sono sin dalle alte sfere, quando si pensa che non e’ possibile ancora fare una legge che punisca queste cose. Si oppongono sempre gli stessi. Cattolici. I cosiddetti “moderati”, che sostengono sempre le posizioni piu’ integraliste, fanatiche e fasciste della chiesa cattolica, dicono sempre no a qualsiasi legge.

    Ormai un carabiniere puo’ insultare e molestare due ragazze che si baciano, e potete stare sicuri che il suo superiore non lo punira’: e’ fascista quanto lui.

    Un ragazzo in una scuola si suicida perche’ viene continuamente insultato ed umiliato, perche’ non rispecchia il latinissimo e romanissimo ideale di maschio di Roma, e che cosa succede? Non ci saranno indagini, i professori dicono che non e’ vero, il preside difende la scuola.

    Perche’? PErche’ il preside ed i professori, come ormai l’intera amministrazione pubblica di Roma, sono fuori dalla repubblica, sono fuori dallo stato di diritto, e vivono nel ventennio. Questo e’ il punto.

    Quattro poliziotti uccidono di botte un ragazzo a Ferrara. Lo riempiono di botte e gli saltano sul petto a piedi pari. Vengono ritenuti colpevoli. Vengono condannati. E non solo non finiscono in carcere, ma non hanno nemmeno perso il lavoro.

    Volete sapere la verita’?

    La verita’ e’ che l’ Italia e’ uscita dalla civilta’. Lentamente, un passo dopo l’altro, lo stato e’ stato contagiato dal germe fascista. La scuola, la polizia, la magistratura, i tribunali, ogni pezzo dello stato ed ogni uomo dello stato oggi sono un misto di quel servilismo audace contro i deboli e codardo verso i prepotenti , che costituisce nei fatti il misto di prepotenza e menefreghismo che si chiama “fascismo”.

    Volete ammazzare di botte un compagno di classe omosessuale? Nessun problema. Fatelo. Non vi succedera’ nulla! Non succede MAI nulla.

    Prima il parlamento dira’ che non e’ il caso di punire chi istiga e giustifica queste cose, poi qualcuno dal pulpito di una chiesa – e da quale altro posto altrimenti?- dira’ che se l’e’ cercata. Poi i professori diranno che a scuola andava tutto bene e che non lo avete ammazzato perche’ era gay, quindi stia zitto. Poi la polizia arrivera’ in ritardo , e se anche vi incontrasse sul posto con le mani sporche di sangue fara’ finta di non vedervi. Le telecamere , che normalmente scrutano e riprendono tutto, quel giorno non faranno vedere la vostra faccia. Forse la polizia vi dara’ anche una mano.

    Poi , semmai ancora si andra’ al processo, qualcuno dira’ che il ragazzo e’ stato pestato ma non e’ stato mortale. E poi diranno che e’ morto di fame proprio mentre lo pestavate.

    Questa non e’ un’invenzione. Non e’ un’esagerazione. SONO FATTI. Roba che leggete sui giornali. Roba che succede sul serio.

    La verita’ e’ che oggi lo stato italiano e’ diventato incivile, e’ diventato ormai apertamente fascista: se almeno un tempo si sforzavano di sembrare ancora la pubblica amministrazione di un paese civile, oggi non si sforzano nemmeno. Ormai e’ assolutamente chiaro: se siete omosessuali potete essere ammazzati impunemente , se siete donne potete essere picchiate e anche ammazzate, e lo stato fara’ IL MINIMO per punire il colpevoli, E SOLO QUANDO LA COSA FINISCE SUI GIORNALI.

    E il popolo non e’ da meglio: di fronte al problema delle donne ammazzate il massimo che si ottiene e’ un dibattito… sul fatto che la parola “femminicidio” sia adeguata o meno. Oh, certo: dibattere sul problema e’ troppo pesante, come compito, per essere affrontabile dalla codardia media italiana. E’ meglio parlare di altro, parlare di qualcosa che non ci faccia sentire codardi, fare affettate disquisizioni filologiche se sia il caso di usare il termine “femminicidio” o meno.

    Codardia. Tutto puzza di quella particolare codardia che ha il nome di “fascismo”, l’arte di essere tutti eroi quando la controparte e’ debole e soverchiabile dal branco, per poi accusare qualche straniero di ogni inadeguatezza e di ogni sconfitta quando il gioco si fa serio.

    Tutto quello che sapete fare quando un ragazzo si suicida perche’ dei bulli fascisti – e dietro di loro una scuola fascista – e dietro di loro un parlamento fascista – e dietro di loro una CITTA’ FASCISTA, cioe’ ROMA, portano un ragazzo al suicidio e’ di disquisire, con la Binetti, se le leggi contro la diffusione di odio contro i gay siano o meno da considerarsi pro o contro l’ incesto. Perche’ questo e’ cio’ che ha detto.

    L’ Italia non fa piu’ parte dell’insieme delle democrazie. Non fa piu’ parte dell’insieme dei paesi civili o civilizzati. Terzo mondo, un terzo mondo che indossa vestiti firmati e si sente moderno perche’ segue – in apparenza- l’ultima moda.

    Come in Iran, come nel Cile di Pinochet, in Italia si muore ammazzati dalle botte della polizia. Come in Iran, in Bielorussia o in qualsiasi altro paese totalitario ed incivile in Italia la polizia puo’ prendervi da parte ed ammazzarvi. E la vostra litania e’ sempre la stessa canzone del codardo “tanto non succede a me , succede solo a chi se la cerca”.

    La canzone del codardo.

    Le donne vengono ammazzate perche’ se la cercano, vengono violentate perche’ se la cercano, i gay vengono pestati e uccisi, o vessate dalle camicie nere del caso, perche’ se la cercano. Si muore pestati di botte nelle caserme della polizia perche’ , ma tanto, succedera’ sempre e solo a qualcun altro.

    Sapete perche’ non succedera’ a voi? Perche’ credete che la VOSTRA codardia sia un’assicurazione sulla vita. Tutti lo pensano. Ed e’ vero: voi farete la vostra vita da codardi, farete finta di non vedere e di non sapere, e tutto quello che succedera’ e’ che alla fine – forse – non vi faranno nulla. Ma quel -forse-, quella speranza che la codardia sia “saper stare al mondo” e’ tutto quel che vi resta.

    Ora, non mi importa. Se io scrivessi quel che penso della Chiesa Cattolica ci sarebbe – oh, per quella non c’era pericolo- una legge che mi punisce. Ma se un prete scrive che le donne ammazzate di botte se la cercano perche’ servono piatti freddi allora non c’e’ la legge giusta. E se ci fosse la polizia – che e’ dalla loro parte- se ne scorderebbe. E se anche la polizia fosse costretta ad intervenire per il clamore mediatico, ci penserebbe un giudice a dire che e’ morta di fame mentre la pestavano – cosa che, secondo i periti, puo’ solo far bene.

    So benissimo che in un gregge di codardi c’e’ poco da lottare e da sperare. Ma ogni cazzo di giorno che passate in quel posto, non fate altro che nascondere la verita’. Molti sono fuggiti da paesi incivili perche’ incivili. Molti -io tra questi- hanno preso la decisione di andarsene non perche’ gli mancasse il reddito, ma perche’ vedevano venir meno i requisiti MINIMI di civilta’.

    Beh, mi spiace. Che la polizia abbia dei problemi a vederci a destra non e’ un fenomeno solo italiano. Ma che possano farlo a viso aperto, di fronte a tutti, senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo, e’ un fenomeno solo italiano.

    Perche’ ormai e’ ufficiale, di quell’ufficiale che in Italia si dice “lo sanno tutti”.

    Una chiesa DA SEMPRE schierata dalla parte dei fascisti, se non addirittura germe e terreno di coltura per il fascismo stesso, una Roma ed un intero Lazio ormai cosi’ inquinati dal fascismo da far dubitare che sia mai caduto il regime, un paese ove ormai succedono, sotto gli occhi di tutti, le cose che avvengono in Iran, e nessuno si scomoda piu’ di tanto, se non una Chiesa che ha preso il posto della propaganda di Goebbels e dice “se la sono carcata” , una pubblica amministrazione, uno stato ed un parlamento di codardi, tutto insieme, formano quel blocco di codardia , menefreghismo e prepotenza che prendono il nome di fascismo.

    Siete un paese fascista perche’ lo stato ormai ha abiurato alla sua costituzione democratica nelle sue istituzioni e negli uomini, e siete un paese incivile perche’ avete iniziato, come ogni paese incivile, a seguire il delirio di qualche religione che vomita dal pulpito le sue solite, malvagie ed arcaiche cazzate.

    E cosi’ vengono ammazzate donne senza che nessuno intervenga davvero, con uno stato che fa il minimo indispensabile e solo obtorto collo, quando la stampa lo esige, e una chiesa che puntualmente spiega ai fedeli che quelle puttane se la sono cercata, coi loro vestiti succinti e i loro pasti serviti freddi.

    Oh, certo, le scene sembrano diverse. Sembrano diverse perche’ tutto questo succede SEGUENDO LA MODA: quando una donna viene ammazzata in un paese islamico e’ sharia, mentre in Italia si chiama Stalking, e poi Mobbing, che e’ una cosa alla moda, quindi non e’ sharia. La poveretta non e’ in grado di testimoniare quanto simili siano le due cose, purtroppo.

    Cosi’ come si vedono adolescenti impiccati a Roma come in IRAN, ma un conto e’ finire impiccati perche’ lo dice il corano, un conto perche’ portavi i pantaloni rosa. Venire ammazzati perche’ si offende un dio e’ roba da medioevo, venire costretti al suicidio perche’ offendi LA MODA e’ piu’ italiano. E’ moderno. E’ come la differenza tra escort e bagascia: nessuna, ma vuoi mettere come suona in inglese?

    Non so per quanto tempo ancora potrete illudervi di essere ancora tra i paesi civili. Vi ricordate ancora di quando eravATE. Ancora parlate della ricchezza del triveneto -ormai evaporata- come se fossimo negli anni 90. Parlate della quinta potenza industriale come se fossimo negli anni ’80. Non vi accorgete che il tempo passa e quei posti li avete persi.

    Beh, e’ ora che apriate gli occhi: nel vostro paese si muore ammazzati di botte nelle caserme della polizia o per le strade, e ai poliziotti non succede nulla. Donne e gay sono pestati , vessati, uccisi o umiliati senza che ai responsabili, a coloro che dovevano almeno impedirlo, succeda nulla. E lo stato , i suoi uomini e le sue istituzioni sono TUTTE E SEMPRE DALLA PARTE DEI FASCISTI.

    E’ inutile che parliate dell’ Egitto e degli altri paesi islamici con il tono di chi si chiede se e quando arriveranno i diritti e la democrazia anche da loro. Togliete l’ “anche”, perche’ da voi non ci sono.

    Siete molto bravi a mantenere delle apparenze, ma potete ingannare tutti per qualche tempo, qualcuno per tutto il tempo, ma non tutti per tutto il tempo.

    Prima o poi qualcun altro vi dira’ le stesse cose che sto scrivendo io. Mentre vi caccia dal consesso delle nazioni civili. E voi festeggerete pure, perche’ adesso potrete finalmente celebrare le vostre “tradizioni” e le vostre “usanze” nella loro purezza. Ammazzare donne, picchiare gay, e sentirvi uomini per questo.”.

  6. Rosy Pozzi ha detto:

    Questo libro l’ho acquistato immediatamente appena pubblicato perchè volevo sapere altro del nostro amato VIK, del nostro “Vincitore”… Ne ho acquistate alcune copie da regalare in questi giorni ed il mio lo leggo e lo rileggo e lo rileggo ancora ed ogni volta devo riaprirlo per rileggere qualcosa…e giorno e notte mi tiene incollato a Lui ed alla Sua breve ma intensa valorosa eroica vita spesa per la giustizia e la salvaguardia dei diritti umani. Quella desiderata giustizia che l’ha portato a sacrificare la Sua vita…ma per una giusta causa. Quella causa che, come egregiamente sta facendo la mamma, deve essere raccontata e portata in ogni angolo del mondo anche da noi. E fra poco, nel viaggio di solidarietà che affronterò, accompagnerà anche me per essere raccontato ad altri poveri abitanti nel mondo che anche Vik ha incontrato… come RESTARE UMANI e come l’abbiamo imparato soprattutto da Lui, il nostro eroe. Rosy

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