VERSO UNA NUOVA COMUNITÀ CRISTIANA DI BASE: Al Dio ignoto/16

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di don Giorgio De Capitani
Forse bisognerebbe cambiare l’espressione “Comunità cristiana di base”, perché, tenendola, si rischia di rimanere vincolati al passato. Senza misconoscere il valore di ciò che è stato fatto dalle comunità di base degli anni della contestazione, occorre oggi fare un altro salto di qualità, puntando, più che alla struttura ecclesiastica, alla stessa sostanza dogmatica o alla visuale teologica. Vorrei essere ancor più chiaro.
È sotto gli occhi di tutti che, nonostante la dissidenza talora forte degli anni passati, la Chiesa è rimasta quasi indenne, e, se qualcosa è cambiato, ciò è dovuto soprattutto ad una fisiologica evoluzione. Sembra che i profeti e i dissidenti abbiano inciso poco sulla realtà ecclesiale. E il guaio è che, aperta una finestra, si sono chiuse le porte. Non vedo un tale rinnovamento nella Chiesa da far credere che finalmente essa si sia messa sulla strada radicalmente evangelica. Papa Francesco è il tipico esempio di un rinnovamento di facciata. E sono questi rinnovamenti di facciata che sono ancor più pericolosi, perché illudono, e illudono a tal punto da far cadere nel tranello anche quei movimenti che si dicono di dissidenza ecclesiale. Questi sembrano quasi genuflessi, in devota adorazione!
Eppure, da secoli nella Chiesa c’è una dissidenza, quella autentica, che però è rimasta come ai margini, ed è quella mistica. Una dissidenza talmente radicale da essere presa come passatempo per gente fuori di testa.
No, noi vogliamo essere praticoni che mirano al rinnovamento strutturale della Chiesa. Noi, ancor peggio, se ne stiamo nei salotti a sparare a zero su questo o quello che non va, ma solo a parole, belle parole, parole che passano sopra la testa della gente comune.
A che serve fare i soliti contestatori verbosi, tirar fuori ragionamenti cervellotici, dare la parola ai colti che scrivono e scrivono o incantano durante incontri a porte chiuse, quando è la gente comune che va educata. Sì, educata a tirarsi fuori da una pratica religiosa che, da una parte, soddisfa un certo spirito, e, dall’altra, fa ciò che accarezza il ventre.
L’espressione “Comunità di base” non era stata scelta proprio perché il rinnovamento doveva partire proprio dal popolo? Che cosa s’intende per base? Non è rimasta che la testa intellettualoide!
Non si ha il coraggio di affrontare la realtà, a partire dalla stessa realtà. E la realtà non è quella religiosità che altro non è che idolatria. Il dio delle immagini! Il dio dei dogmi! Il dio etico! Il dio sacramentale! E da qui ogni forma superstiziosa o magica, o quella fuga nel dio bifronte che su un lato porta scritto: Ti sono utile!, e sull’altro: Arrangiati più che puoi!
Il vero problema della Chiesa è Dio. Qual è il Dio della Chiesa? La religione che cos’è se non un legame con un certo dio che la giustifica? Tutto è partito da Gesù Cristo, il quale, morendo, ci ha donato lo Spirito. Lo dicono i Vangeli senza saperlo: morendo, “emise lo spirito”. Cristo è risorto, nello Spirito! Il Cristo carne ed ossa è sparito nella tomba. Non è risorto in carne ed ossa. Rimprovera l’apostolo Tommaso che pretende, per credere, di toccare “il suo corpo”. E Cristo cosa risponde? “Beati” quelli che credono senza vedere o toccare. Ma ancora oggi crediamo se ci sono “segni” tangibili! La corposità della Chiesa che pretende, più s’ingrossa, di essere “segno” di Dio! La spettacolarità! il miracolismo! Il voler “vedere” madonne dappertutto! Toccare, avere prove concrete, carnali, di Dio! Questa è idolatria!
“Beati” quelli che credono senza toccare il corpo di Cristo! 
La nostra fede non deve fondarsi sul Cristo storico, che non c’è più: la nostra fede è lo Spirito di Cristo!
Il nostro popolo, educato da noi preti per millenni a credere ancora al “corpo” risuscitato di Cristo, fa comodo ad una Chiesa che ha costruito la sua struttura proprio su questa “deviata” credenza popolare.
Tocca ora a noi preti riparare il danno, e partire educando il popolo a uscire da questa visuale “carnale” di Dio. Per duemila anni la Chiesa ha fatto sparire lo Spirito santo, pur parlandone in continuazione, ma come l’avvocato o il difensore del Cristo storico.
Quando si parla così dello Spirito santo sembra che si voglia instaurare l’era degli invasati di uno Spirito allucinogeno. Non è così. Io mi sento carne, in tutta la sua esistenzialità, quando lo Spirito rianima il mio essere, nella sua profondità divina.
Mistica significa questo: mi sento veramente un essere umano, quando m’incontro con il Divino che c’è in me. La religiosità parte da qui. E non viceversa: non mi sento essere umano perché sono religioso!
La Chiesa, pur parlando di spirito, di anima, di mondo interiore, di spiritualità, lo fa come se essa stessa, in quanto religione, mi desse una grazia particolare per vivere da figlio di Dio, ma, nello stesso tempo, mi obbliga a credere nei suoi dogmi, a credere nella sua struttura, a vivere di sacramenti, di santi e di madonne, tradendo l’azione dello Spirito santo. La Chiesa è una continua blasfema contraddizione. Si è impossessata dello Spirito, e lo manovra a suo piacimento. È chiaro che lo Spirito santo non ci sta, ma la Chiesa ci fa credere che questo strumento sia lo Spirito santo.
Tutto sta nel rapporto tra il Cristo storico e il Cristo della fede, tra il Cristo storico e l’azione dello Spirito santo. La Chiesa ha posto il problema a modo suo, l’ha sempre risolto a modo suo. Ancora oggi.
E noi siamo qui a contestare la Chiesa nelle sue istituzioni, con l’intento di alleggerirle o migliorarle, e non capiamo che il vero problema non è questo. Il vero problema è la concezione che si ha di Dio, e di Cristo. Il vero problema è che la Chiesa, nonostante la Pentecoste, è rimasta fedele al Cristo storico (riletto naturalmente a modo suo), e prende lo Spirito come un alibi per coprire la propria idolatria.   
 (continua/16)

3 Commenti

  1. GIANNI ha detto:

    Per problemi tecnici il commento lasciato prima è scomparso prima di postarlo.
    Riassumendo: se la Chiesa è una continua blasfema contraddizione, perchè farne parte?
    Per trasformarla?
    Secondo me non ha senso……
    come se uno volesse far parte di un’associazione mafiosa, sperando di convertirla sulla retta via…..
    Chissà, non fosse che sono stato battezzato,forse mai avrei potuto definirmi cattolico….
    troppo diverse le esperienze….diciamo anche metafisiche, rispetto all’insegnamento della dottrina…..

  2. Giuseppe ha detto:

    «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato nelle mani dei miei nemici, ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu l’hai detto, io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla parte della verità, ascolta la mia parola». E Pilato gli chiese: «Che cos’è la verità?»
    Purtroppo il vangelo di Giovanni , da cui ho liberamente tratto questo passo, si ferma qui e non menziona la risposta di Gesù, ammesso che ci sia stata.
    Probabilmente mi ripeterò, ma secondo me l’errore fondamentale della chiesa cattolica è di aver creato un regno in questo mondo, con la struttura del Vaticano, tradendo così la parola del suo maestro. E tutta la storia successiva alle prime persecuzioni , dalla conversione di Costantino in poi, ne è la testimonianza. Se la chiesa è o si comporta come una organo politico, strutturato come stato monarchico con il suo apparato e i suoi organismi di governo, viene meno inevitabilmente la sua natura spirituale, perché le necessità e i problemi mondani (per non parlare dei lussi) finiscono per prendere il sopravvento: “non si possono servire allo stesso tempo e allo stesso modo Dio e Mammona”. E così è avvenuto anche per la maggior parte dei gruppi e dei movimenti spontanei che sono sorti al suo interno, che a poco a poco si sono trasformati in centri di potere, alla stregua grosso modo, di quanto è accaduto nel mondo laico con la massoneria. Basta pensare, tanto per fare qualche esempio, all’Opus Dei, a Comunione e Liberazione, alla Compagnia delle Opere, al movimento dei Focolari, ai Neocatecumenali, ai Legionari di Cristo, e così via. In tutto ciò come poteva trovare spazio la parola di Dio e il suo spirito santificante? Mi rendo conto perfettamente che, nonostante tutto, di quando in quando sono sorti spiriti liberi ed illuminati che hanno ravvivato le coscienze con i loro insegnamenti, ma soprattutto con il loro esempio, indicando al cristiano la via da seguire, perché la provvidenza divina e l’opera dello spirito agiscono indipendentemente dalla volontà dell’uomo e dal suo operato, anche se il creatore si ostina comunque a cercare, almeno in parte, la sua disponibilità e la sua collaborazione. È sintomatico però, che questi spiriti eletti siano fioriti e si siano sviluppati soprattutto al di fuori delle istituzioni e dell’apparato ecclesiastico.

  3. pierluigi ha detto:

    Il ricorso allo Spirito ed ai Misteri della Fede è la strada ideale per una “struttura” che non ha la necessità di fare morti e feriti (in senso politico), religiosi dissidenti sono pochi, la base anche e, se anche dovesse moltiplicarsi, con un paio di encicliche si comprime la dissidenza per un paio di lustri; campa cavallo.

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