Giorni di pecora e… un grande leone!

EDITORIALE
di don Giorgio

Giorni di pecora e… un grande leone!

Nei giorni scorsi in cui i soliti giornalucoli della sinistra più ottusa, vedi Il Manifesto, o del perbenismo più snob ma della stessa risma – qui i nomi sarebbero tanti –, non facevano che osannare alla vittoria del bel greco ateo Alexis Tsipras, qualcuno in Italia, guarda caso l’odiato ex sindaco di Firenze, ricompattava il Pd, scontrandosi col Patto del Nazareno, sul nome scelto come candidato per la Presidenza della Repubblica.
Su Tsipras ho già pronte alcune riflessioni personali. Dico solo: noi italiani teniamoci caro Matteo Renzi!
Voglio, tuttavia, soffermarmi su ciò che è successo sul nome scelto da Renzi: Sergio Mattarella. Tutti – tranne Beppe Grillo, che ha iniziato a tirar fuori il veleno, dimenticando le sue magagne giudiziarie! – hanno riconosciuto la personalità autorevole e credibile di Mattarella. Tuttavia, alcuni della Destra berlusconiana hanno contestato il metodo scelto da Renzi, e da qui ne è nato quel gran casino a cui tutti, allibiti, abbiamo assistito. Tutti, ovvero quelli, naturalmente, che hanno ancora un po’ di buon senso.
A parte il fatto che condivido che in certi casi il metodo è del tutto relativo (relativo al Bene comune), non accetto che si dica: ”Sono d’accordo sulla persona scelta, ma non sul metodo della scelta, per cui voto contro, o metto scheda bianca”. Questa, per me, è ottusità politica!
Il metodo sarebbe, dunque, più importante della persona? Sarebbe da preferire la democraticità del metodo piuttosto che la validità di un politico? Meglio, allora, che si scelga un metodo “democratico”, scegliendo magari una persona sbagliata?
Io non ragiono così, da mentecatto! E non accetto più di assistere a fenomeni da baraccone! Tirare in ballo i capricci dei bambini, sarebbe offensivo nei riguardi dei piccoli, che agiscono secondo la loro natura capricciosa.
Se Renzi avesse scelto una persona sbagliata, non all’altezza dell’attuale situazione italiana, peggio con degli scheletri nell’armadio, sarei stato il primo a contestarlo, ma non certo per il metodo scelto.
Prima citavo i bambini, ma perfino loro capirebbero dove sta la stupidità di una politica che ragiona sempre con i criteri delle alleanze, in base alle quali stabilire i criteri per la scelta delle persone, senza guardare anzitutto al Bene comune.
Certo, in questo caso, e non solo,  ci son volute la determinazione e la lungimiranza di un Renzi, il quale, quando occorre, sa mandare a quel paese tutti quanti, amici e nemici. E fa benissimo!
Ma quale concetto abbiamo noi di Democrazia? Cavoli!
Per me Democrazia è, anzitutto, Bene comune. E il Bene comune è al di sopra delle alleanze, o dei vari patti, o dei vari compromessi politici.
Con questo non intendo dire che Sergio Mattarella fosse il migliore in assoluto sul mercato. Senz’altro, è una gran bella figura, che ha un passato di tutto rispetto. Qualche ombra? E chi non le ha! Il problema non sta nelle sue eventuali ombre, vere o presunte che siano, ma nella maturazione di un vero Politico che è rimasto sempre al di fuori di ogni faziosità o di quegli interessi personali che, in questi ultimi anni, hanno condizionato il mondo politico italiano.
Sì, è vero: perché me la sto prendendo così tanto per i vari Salvini o Grillo e banda bassotti, quando ci vogliono anche loro per capire dove sta l’intelligenza politica? Senza i vari Grillo e Salvini, forse non capiremmo di essere nel giusto. Ma il problema è un altro: dietro a questa gentaglia (politicamente parlando) c’è una massa di coglioni che li seguono, ma anche qui diciamo: se non ci fossero Salvini e Grillo, forse non ci accorgeremmo di vivere, tutti i giorni, accanto a gente mentecatta.
Nel frattempo, godiamoci una bella pagina di Democrazia, che, forse senza la baraonda nata sul metodo, non avremmo gustata così come ora ce la stiamo gustando, ringraziando soprattutto il vero regista: Matteo Renzi.
Tutti i miei auguri a Sergio Mattarella, perché ci apra un po’ il cuore alla speranza.  
Notabene.
Sui due candidati scelti dal Movimento 5Stelle, Ferdinando Imposimato, e dalla Lega di Matteo Salvini, Vittorio Feltri, che dire? Imposimato oramai è in fase discendente, nel senso che mi pare, da qualche anno, un po’ fuori di sé. Sarebbe stato un Presidente “rimbambito”! Qualche prova ce l’avrei. Su Vittorio Feltri sarebbe meglio che non mi pronunciassi.  Dire, come ho sentito, che era un candidato autorevole e indipendente, è la più grossa bestemmia del secolo. Indipendente? Autorevole? Ne ho avuto anch’io personalmente una prova della sua ottusità mentale e della sua deformazione giornalistica. Lo chiamavo “capo mafioso”, nel senso che sguinzagliava i suoi scagnozzi giornalisti, dando ordini ben precisi di colpire, attraverso interviste, le sue vittime, tra cui il sottoscritto. Forse ci siamo dimenticati del caso Boffo?  E come possiamo dire che è un direttore indipendente quando ha sempre diretto giornali della famiglia Berlusconi? Ma i leghisti queste cose non le sanno, o fingono di non saperle. Già, loro vivono su un altro pianeta. Quello delle patate fritte e rifritte!
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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1 Commento

  1. Mathilda ha detto:

    Come darle torto, don Giorgio? In questo nostro Paese dove ci si riempie la bocca della parola “democrazia”, sembra che essa debba corrispondere ad una divisione della torta, per cui la spartizione–un pezzetto a te e un pezzetto a me– dovrebbe equivalere al bene del popolo. Ma siccome, a dire il vero, il bene del popolo sta a cuore a pochi politici mentre a molti interessa solo soddisfare il proprio orgoglio ed essere pagati lautamente per il male che fanno a chi li ha eletti, finisce che si stravolge il significato vero del termine.
    Anche di fronte alle persone serie, oneste e qualificate si accampano pretesti che fanno capire chiaramente che la politica è in mano a degli incompetenti presuntuosi che dovrebbero togliersi dai piedi e fare altri mestieri.

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