Neuropsichiatria in Lombardia, 10 mila adolescenti in pronto soccorso in un anno: +52% di psicofarmaci alle ragazze. «A rischio le cure ai più piccoli»

dal Corriere della Sera

Neuropsichiatria in Lombardia,

10 mila adolescenti in pronto soccorso in un anno:

+52% di psicofarmaci alle ragazze.

«A rischio le cure ai più piccoli»

di Sara Bettoni
Lo studio sui dati dal 2015 al 2022. L’allarme degli esperti: «Ricoveri in reparti non appropriati e criticità nella continuità delle cure»
L’aumento degli adolescenti con disturbi neuropsichiatrici che si rivolgono ai servizi sanitari pubblici della Lombardia va a scapito dei bambini, che in un sistema con risorse limitate trovano meno disponibilità. «Stiamo lasciano fuori i più piccoli». L’allarme arriva da Antonella Costantino, alla guida della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico.
L’occasione è la presentazione del 48esimo quaderno di Fondazione Cariplo, dal titolo «Neurosviluppo, salute mentale e benessere psicologico di bambini e adolescenti in Lombardia 2015-2022». Un viaggio attraverso i dati per raccontare come gli ospedali e gli ambulatori si sono presi cura del disagio dei giovani e quale è stato l’impatto del Covid.
Nell’ultimo anno preso in considerazione, spiega la ricerca, sono stati 137 mila i giovani lombardi con disturbi neuropsichici che sono stati assistiti dalle strutture pubbliche o hanno preso psicofarmaci. Un dato inferiore rispetto al 2019, picco di un costante aumento del pre-Covid e che può essere visto come spia della «saturazione dei servizi». Non solo: la stima è che un utente su due non sia stato intercettato dal sistema. Possibile che sia stato costretto a rivolgersi ai centri privati per via delle lunghe liste d’attesa, oppure che sia rimasto senza cure.
Colpisce la crescita di casi gravi in arrivo al pronto soccorso, testimoniata molte volte dai primari. Si registra un più 61 per cento rispetto al 2016. Lievitano inoltre le prescrizioni di farmaci antidepressivi e antipsicotici (rispettivamente più 75 e più 60 per cento), soprattutto tra le ragazze, pur essendo l’Italia uno dei Paesi con una bassa propensione alla somministrazione di psicofarmaci ai giovanissimi.
Sempre le ragazzine vengono ricoverate con più frequenza in ospedale (più 16 per cento sul 2019). «Ma i posti nei reparti di Neuropsichiatria infantile in Lombardia sono insufficienti — denuncia Costantino —: sono 112 e tre Ats non ne hanno nemmeno uno sul proprio territorio». Secondo il documento, ne servirebbero tra i 50 e gli 85 in più. Gli effetti di questa carenza? Un aumento di ricoveri di bambini e teenager in reparti inappropriati.
Un altro elemento preoccupante è la difficoltà nel creare percorsi: «Nonostante l’enorme sforzo del personale per garantire risposte — dice la neuropsichiatra —, due utenti su tre tra quelli che arrivano in pronto soccorso e un terzo di quelli ricoverati o che hanno preso psicofarmaci non hanno avuto contatti con i servizi territoriali». Un dato che, sebbene in miglioramento rispetto agli anni scorsi, è «indice dell’estrema criticità nell’assicurare continuità nelle cure». Tra gli aspetti drammatici, l’incremento delle ragazzine che tentano di togliersi la vita: meno di 100 nel 2016, circa 270 nel 2016. Ma il rischio è che il fenomeno sia sottostimato.
Lo studio, coordinato dall’università di Pavia e realizzato insieme alla Bicocca, all’ateneo di Brescia, al Policlinico, al Mondino, agli Spedali Civili e alla Regione, analizza anche il calo di prestazioni ambulatoriali per i bambini da 0 a 2 anni e dai 6 ai 10 anni, calcolato in base alla prevalenza (numero di casi ogni mille piccoli). La conseguenza? Minori «possibilità di intercettazione precoce e di trattamento dei disturbi fin dalle prime epoche della vita». Ovvero più difficoltà nelle cure e maggiori costi. Lo stesso andamento è segnalato per i ricoveri. «L’impatto del Covid sulle nuove generazioni è appena cominciato — la conclusione — e si sommerà agli altri fattori di rischio». Tra le indicazioni per frenare l’emergenza, il potenziamento dell’assistenza territoriale, che argina gli accessi ai pronto soccorso.
Fondazione Cariplo, da parte sua, proseguirà a finanziare per il terzo anno il bando «Attenta-mente», dedicato al benessere psicologico giovanile, come ricorda il presidente Giovanni Azzone. Sul piatto 2 milioni di euro destinati a enti non profit, terzo settore, servizi di neuropsichiatria, scuole.

3 Commenti

  1. simone ha detto:

    Don Giorgio ce lo ripetiamo da anni ormai, la chiesa gestisce strutture, organizza feste, mangiate, crea momenti per evadere dai problemi. Purtroppo in pochi si PRENDONO CURA delle persone…questo è ormai evidente.
    Troppo legati ai riti, all’esteriorità e spesso, mi permetta, preti molto religiosi e poco discepoli. Incapaci di costruire relazioni e sognare nuove strade…il Vescovo è il massimo esempio di tutto questo.
    Mi permetta di dire che alcuni preti ti mettono i piedi in testa, ti obbligano ad obbedire altrimenti fan di tutto per cacciarti e se ti sforzi di rimanere sottomesso, rischi pure di finire in depressione.
    Sempre meno i preti che passano le notti ad aiutare i tossicodipendenti o che visitano spontaneamente i carcerati i malati. Adesso i preti li trovi in palestra, sui social, in vacanza. E il popolo di Dio affolla gli studi di psicologi e psichiatri….e il Vescovo procede spedito senza curarsi delle ferite del suo popolo.

  2. simone ha detto:

    Brutta deriva per le giovani generazioni.
    Mi permetto di indicare alcuni aspetti che stanno condizionando pesantemente la crescita dei nostri ragazzi.
    – Poca socialità
    – Relazioni precarie in famiglia
    – Troppi social / dispositivi elettronici
    – Perdita della speranza da parte della società
    – Società iper-competitiva
    – Attività sportive iper-competitive
    – Attività culturali iper-competitive
    – Poco tempo passato all’aperto
    – Genitori troppo impegnati ad assecondare ogni desiderio
    – Incapacità di costruire comunità accoglienti
    – Frenesia
    – Individualismo
    – Incapacità di sognare in grande
    – Città tristi con edifici tristi e fredde
    Il grigiore delle nostre città è il grigiore dei nostri giovani. Tristi, apatici, freddi, distaccati…come i grattacieli di una Milano che corre, corre, corre e non ha tempo per nessuno.

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