Il clero ambrosiano: di animo berlusconiano, di fede leghista, come stile di vita… borghese

di don Giorgio De Capitani
Il clero milanese è tutto, tranne che radicalmente evangelico.
Sì, anche custode di antiche e stantie tradizioni popolari, ma che servono a far soldi e a coprire quel pauroso vuoto pastorale, dove i credenti si sono talmente scristianizzati da spigolare in ogni campo ogni piacere della vita.
Perfino le anime si nutrono di “carne”, e la “carne” si divinizza nella “pancia”.
Parlo di anima: parlare di spirito sarebbe assurdo in una religione che conosce lo spirito solo quando invoca la colomba che, per ripicca, lascia i suoi escrementi sulle teste profumate di preti, monsignori e cardinali.
La Chiesa non conosce lo spirito dell’essere umano: conosce solo l’essere umano nella sua esteriorità, preferibilmente dalla cintola in giù.
E il clero milanese si distingue per la sua efficienza ed effervescenza pastorale, una macchina superbamente organizzativa che si nutre di ogni ben di dio imbandito sulle mense gestite da rozzi praticoni analfabeti leghisti, senza nulla togliere allo spirito di stampo berlusconiano che dà la giusta carica per combattere in difesa dei valori cosiddetti “cattolici” che hanno, tra l’altro, un grande privilegio: di vedere tutti uniti “oves et boves et universa campi”, così dicevano gli antichi a indicare ogni risma di moralità ed immoralità, di onestà e disonestà, di allocchi e scaltri, insomma una somma di contraddizioni da lasciare a bocca aperta perfino il demonio.
Ciellini (ce ne sono ancora), berlusconiani (duri a morire), leghisti (più numerosi di quanto ci si immagini) in buona parte borghesacci pronti a godersi qualche sano orgasmo, ecco, mi chiedo come si possa tacere da parte di un vescovo che dovrebbe, per la sua stessa missione di pastore, vigilare perché il suo clero rimanga fedele al mandato divino.
No, questo vescovo, Mario Delpini, sembra vivere nelle nuvole pensando alle cose grandi, dimenticando il suo popolo che è guidato da pastori piccoli piccoli.
Non so perché, ma mi rimane impresso nella mente il ricordo di una pianta di limoni, comperata lungo la strada da un mio parente, che era rimasto colpito dall’abbondanza dei frutti già pronti per essere colti. A casa, si era accorto che i grossi limoni erano infilzati nei rami di una pianta forse selvatica.
Ecco, così mi sembra la diocesi milanese.
E poi si ha la spudoratezza di parlare di nuova evangelizzazione, come se già pronunciarne il nome bastasse a convertire i cuori alla Buona Novella.
Ma di quale buona novella si tratta? 
Vedo solo un insieme di parole vuote che girano nei documenti, nelle conferenze, nei convegni, nei sinodi maggiori o minori, impegnando inutilmente tempo ed energie, lasciando ancora in una spasmodica attesa lo Spirito, che vorrebbe intervenire, ma non può, se gli spazi sono già tutti occupati dalle stupidità ecclesiastiche.
Sognavo che a Milano arrivasse un grande vescovo: grande per una profonda spiritualità, per una forte carica mistica; un vescovo che facesse subito qualche scelta radicale.
No! Ecco un pastore piccolo piccolo (non per statura fisica!), che è partito in quinta a fare, a fare, a fare cose… inutili.
Almeno si fosse preoccupato anzitutto del suo clero!
Eppure, ce n’è bisogno.
Le pecore se ne vanno a brucare erba altrove. Forse meglio così.
Ma nell’ovile chi è rimasto?
Una mandria di buoi scatenati. 
E il vescovo, come un ebete, tace, mentre la diocesi è razziata dai barbari.
Delpini, continua così e anche tu avrai i giorni contati! 

3 Commenti

  1. Paolo ha detto:

    Ottimo articolo Don Giorgio, Mi permetto di chiederLe una informazione semplice semplice su un libro che in questi giorni stò terminando la lettura di un certo teologo belga Roger Lenaers.Il libro porta il titolo :”Il sogno di Nabucodonosor”con il sottotitolo “o la fine di una Cheesa medievale”. Ha avuto occasione di leggerlo, se si mi piacerebbe leggere un suo comento al riguardo. Personalmente fino ad ora l’ho trovato un libro estremamente interessante per la quantità di informazioni che non conoscevo. Sono un pensionato metalmeccanico e amante della scienza nei vari aspetti. Ovviamente il libro mi è arrivato tra le mani perchè mi piace lalettura ed in un certomodo cercare di tenersi informato su vari fronti. Grazie per la sua attenzione e Le porgo cordiali saluti in attesa di una sua eventuale risposta. Paolo

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