Seregno, monsignor Elli incoraggia la comunità dopo il caso don Marelli: «Riprenda il cammino del bene»

Monsignor Michele Elli all’altare della basilica San Giuseppe

Troppe parole, troppe ipocrisie, troppi interventi fuori posto, e siamo alle solite…
Lo scandalo rimane, come le ferite…
In certi casi, come questo, perché non chiedersi se la scelta sia stata ben ponderata. In certi campi, come quello dei ragazzi, non si può sbagliare…
Si invochi per mille e più volte lo Spirito santo, in ginocchio, dopo aver fatto un mese di digiuno…

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da www.ilcittadinomb.it
31 marzo 2025

Seregno, monsignor Elli incoraggia

la comunità dopo il caso don Marelli: 

«Riprenda il cammino del bene»

Paolo Colzani
Il vicario episcopale ha presieduto una santa Messa, leggendo un suo comunicato sulla vicenda che vede indagato don Samuele Marelli. Recitato all’oratorio San Rocco un rosario
«Sono qui a pregare con voi, in questo momento molto complicato, come segno di condivisione verso chi sta soffrendo». Monsignor Michele Elli, vicario della zona episcopale di Monza, ha introdotto così domenica 30 marzo la santa Messa che ha celebrato in mattinata a Seregno, nella basilica San Giuseppe, nel pieno della bufera che vede al centro don Samuele Marelli, coordinatore della pastorale giovanile in città tra il 2017 ed il 2024, accusato di abusi sessuali nei confronti di un gruppo di giovani degli oratori locali e, per questo, già processato in primo grado dal tribunale ecclesiastico regionale, che a breve dovrebbe comunicare la sua sentenza, ed indagato dalla procura della Repubblica di Monza.
Abusi sessuali: credere in Dio, non negli uomini
«Noi non crediamo negli uomini – ha spiegato nell’omelia monsignor Elli, con un riferimento quasi naturale a quanto è emerso in precedenza -, ma in Gesù Cristo. Gli uomini tante volte ci deludono, ci rattristano. Tante volte sono occasioni di fatica e di scandalo. Noi crediamo in Gesù Cristo e siamo qui per lui. Dio, solo lui è la nostra roccia». Elli ha quindi provato a delineare una prospettiva futura: «Il nostro è un Dio che non toglie la speranza. Dio guarda al male fatto, ma mai per fermarsi al male. Dio non lascia solo nessuno. Il suo dono di consolatore in questi giorni, per questa comunità, è da invocatore con forza, per tutti».
Abusi sessuali: vicinanza anche da parte del vescovo
Il vicario ha infine letto un suo comunicato, diffuso in tutte le funzioni eucaristiche festive: «Testimonio la vicinanza mia e del vescovo Mario a questa comunità, così gravemente ferita, particolarmente ai ragazzi ed alle famiglie coinvolti. È utile precisare alcuni passaggi, peraltro già presi in considerazione da un comunicato pubblicato sul sito della diocesi di Milano». Questi i suoi elementi più significativi: «A seguito delle notizie diffuse, ricordo che il sacerdote aveva già lasciato la comunità nel gennaio del 2024 e da allora era stato sollevato da ogni incarico. Dopo un’indagine previa, è stato subito avviato al tribunale ecclesiastico lombardo il processo canonico, di cui si attende la sentenza. Il riserbo mantenuto fin qui era a tutela delle persone coinvolte e delle loro famiglie, di cui abbiamo ascoltato le sofferenze e gli interrogativi. Le risorse sono state indirizzate ai giovani, che stanno approfondendo l’accaduto affiancati da professionisti, che li assistono anche dal punto di vista legale. Gli oratori stanno affrontando una fatica, ma i ragazzi non sono soli. Sono stati vittime anche di un abuso di fiducia: la comunità si stringe a loro e li supporta, perché la ferita si rimargini al più presto e riprenda il cammino del bene. Che Dio ci assista, in un percorso complesso e non semplice».
Abusi sessuali: recitato un rosario meditato all’oratorio San Rocco
Sempre domenica 30 marzo, in serata, la chiesa del Sacro Cuore, interna all’oratorio San Rocco, ha ospitato la recita di un rosario meditato, con la finalità di dare forza ai giovani loro malgrado coinvolti. «La partecipazione è stata numerosa -ha commentato don Paolo Sangalli, agratese, classe 1985, dal settembre scorso nuovo responsabile della pastorale giovanile locale-. È stato un bel segno di condivisione e vicinanza».
Poco prima, il sacerdote aveva inviato tramite WhatsApp un messaggio alle famiglie dei giovani che frequentano gli oratori.
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Il messaggio di don Paolo Sangalli

Carissime famiglie,
le notizie delle ultime ore ci disorientano, ci preoccupano e ci fanno arrabbiare. Tra di noi ci sono persone che hanno molto sofferto, che ancora soffrono moltissimo e che portano un grosso peso da tanto (troppo) tempo.
Questo però sia il tempo per ritrovarci uniti, parlarne, anche arrabbiarci, se serve; urlare tutto il turbamento che portiamo nel cuore: pregare, se ce la sentiamo. Ma restiamo insieme! Il male divide, spezza, ci mette l’uno contro l’altro; noi invece vogliamo dire che ancora crediamo nel Bene, che desideriamo il bene per noi e per i più giovani che ci sono affidati. Non è facile, ma possiamo riuscirci solo insieme.
Il silenzio di questi mesi ha permesso non solo lo svolgimento efficiente delle indagini, ma soprattutto che chi è più coinvolto in questa tristissima vicenda venisse accompagnato con delicatezza attraverso un percorso psicologico, psichiatrico e spirituale. Ci siamo affidati a professionisti e a esperti che stanno vivendo con noi momenti decisivi. E ci stiamo già attivando per creare spazi e tempi perché nessuno nella nostra comunità rimanga solo o si senta abbandonato. Tanto abbiamo già fatto, ancora di più possiamo e dobbiamo fare.
Noi ci siamo, con voi e per voi. Sempre! Vi aspettiamo e vi vogliamo bene.
don Paolo con gli educatori
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da www.chiesadimilano.it
27 Marzo 2025

Nota della Diocesi su una vicenda 

che coinvolge don Samuele Marelli

Un comunicato inviato alla stampa dall’Ufficio diocesano comunicazioni sociali offre alcune precisazioni in merito a quanto è stato pubblicato dai media ed esprime la vicinanza della comunità di Seregno, dell’Arcivescovo e della Chiesa ambrosiana alle persone coinvolte
Con riferimento ad alcuni articoli pubblicati oggi, giovedì 27 marzo, su stampa e web in merito a una vicenda che coinvolge don Samuele Marelli, presbitero della Diocesi, si precisa quanto segue.
Durante le festività natalizie del dicembre 2023 sono giunte formalmente all’Ordinario diocesano alcune segnalazioni di comportamenti non appropriati da parte di don Marelli – in quel momento Vicario della Comunità pastorale San Giovanni Paolo II, a Seregno (MB) -, rispetto al proprio ministero di sacerdote e al proprio ruolo di educatore. Subito, a titolo prudenziale, si è ritenuto di chiedergli di allontanarsi da Seregno e di sospendere qualunque attività pastorale, per procedere poi a una verifica di queste segnalazioni, per quanto compete all’autorità ecclesiastica, secondo le normative canoniche.
In quella situazione e per quelle che erano le informazioni allora disponibili, si è valutato non opportuno comunicare pubblicamente le motivazioni dell’allontanamento di don Marelli, soprattutto a tutela delle persone eventualmente coinvolte e delle loro famiglie, e del diritto alla buona fama.
Già dal mese di febbraio 2024 è stata avviata la cosiddetta “indagine previa”, ovvero quella fase prevista dalla normativa canonica finalizzata a verificare la probabilità effettiva circa la commissione di un delitto canonico, i cui atti sono stati inviati al Dicastero per la Dottrina della Fede. Nel mese di giugno 2024, secondo le indicazioni ricevute dalla Santa Sede, il Tribunale ecclesiastico regionale lombardo ha avviato il processo canonico in primo grado di giudizio, la cui conclusione è prevista nelle prossime settimane.
A coloro che hanno segnalato i suddetti fatti all’Ordinario diocesano è stato ricordato che era loro garantita la possibilità di presentare denuncia anche in sede statale.
Tutte le energie di sacerdoti, laici e laiche della comunità di Seregno sono da mesi indirizzate ai ragazzi, ai giovani e alle loro famiglie, che stanno affrontando un tempo di analisi dell’accaduto, insieme a qualificate professioniste, che li sostengono e li affiancano, ascoltando e accogliendo le loro sofferenze, preoccupazioni e interrogativi. Nelle scorse settimane il Consiglio pastorale è stato informato sulla vicenda. La parrocchia, l’Arcivescovo con i suoi collaboratori e l’intera comunità diocesana sono vicini alle persone coinvolte.

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