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Empoli piange il ‘prete operaio’:
si è spento don Renzo Fanfani
30 maggio 2017
Si è spento Don Renzo Fanfani. Lo storico parroco di Spicchio, Avane, Tinaia e Pagnana, da tutti conosciuto come ‘prete operaio’ per le sue battaglie a favore dei diritti civili e per la sua gioventù in fabbrica da vetraio e fabbro aveva 82 anni. Era ospitato da qualche giorno, dopo un periodo in ospedale al ‘San Giuseppe’ di Empoli, nella residenza sanitaria ‘Vincenzo Chiarugi’ di Empoli. Prima ancora ha vissuto a Limite sull’Arno per qualche tempo.
Chi era don Renzo Fanfani?
Renzo Fanfani era nato a Firenze e dopo gli studi di ragioneria a 19 anni entra al lavoro alla Pignone di Firenze. Nel 1955 s’iscrive all’Accademia militare di Modena; supera brillantemente le selezioni ed entra nell’Esercito Italiano frequentando il 12º corso allievi ufficiali. Dopo otto anni di servizio, raggiunto il grado di capitano, lascerà l’esercito. Nel 1966, a 31 anni, diverrà sacerdote. Inizia la seconda vita di don Renzo, continuando il suo lavoro di operaio inizialmente pure senza il permesso del cardinale. Spazierà dalle aziende chimiche alla fonderia fino alle vetrerie empolesi e al mestiere di fabbro. Avane accoglie don Renzo nel 1990. Il borgo e il sacerdote si sosterranno a vicenda. Ma a balzare agli onori delle cronache saranno le innumerevoli prese di posizione: nel 1999 contro i 400 licenziamenti alla Nuovo Pignone, nel 2006 contro il referendum costituzionale apporrà 4 grandi striscioni rossi con scritto No sul campanile della chiesa. La costituzione, per don Fanfani, è la ‘Bibbia laica’ di ogni italiano. La consegnerà, assieme alla Bibbia vera, a ogni cresimato in occasione della cerimonia. Nel 2007 viene chiamato per andare in Val di Non, a Mollaro, dove un tempo c’era un prete operaio. Dirà la sua ultima messa nel salone della Casa del popolo, fatto non irrituale per uno come lui. Oltre 300 persone parteciparono allora a quello che pareva essere un addio definitivo. Non lo fu: ritornò dopo breve tempo. E la comunità empolese lo accolse a braccia aperte.
Il 30 novembre 2014 Empoli tributa il Sant’Andrea d’Oro alla figura di don Renzo: «Per aver rappresentato una guida morale e spirituale per tutta la comunità empolese interpretando pienamente il senso profondo di identità civile e l’orgoglio di appartenere ad una comunità che, glorificando chi si impegna per lei, esalta in realtà tutta se stessa».
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Se la Chiesa è ancora in piedi lo deve soprattutto a preti come questo, e per fortuna ce ne sono ancora tanti.
Ciao don Renzo.
Magari i preti fossero tutti così!!!!
Una di quelle figure di sacerdote operaio, che in un certo contesto fecero scalpore.
Non mi ripeto, anche per non tediare con inutili ripetizioni, rinviando per mie analisi più dettagliate del fenomeno dei preti operai, ad altri interventi.
In questa occasione mi limito a chiarire qual’era talora il senso ideologico di certe posizioni.
Non so se quanto segue rientrasse anche nel pensiero di tale sacerdote, ma comunque per molti non si trattava solo come dire… di svolgere un’attività diversa da quelle solitamente gestite da un sacerdote, più sovente docente, organista, ecc.
Era anche il voler dire che non si ritenevano inconciliabili le posizioni del cattolicesimo con certe impostazioni di sinistra.
Come ebbi modo di dire in altri contesti, a mio avviso c’era sopratutto un errore, come dire….di collocazione.
Essendo il cattolicesimo, per sua definizione, gerarchicamente definito nei contenuti, contenuti che, ricordiamolo, videro anche l’intervento di scomunica dei cmounisti (quindi cattolicesimo che riteneva la scelta politica eticamente pregnante, altrimenti perchè un siffatto pronunciamento?) invece per buona parte dei cosiddetti preti operai si voleva definire un contesto..come dire…di conciliabilità.
Di qui anche il sorgere dell’espressione cattocomunista.
In cosa consisteva l’errore?
Nel fatto che il cattolicesimo, se è tale, non definisce i contenuti, siano essi dottrinari o morali, come dire…democraticamente, ma per struttura gerarchica.
Giusto, sbagliato?
Si può pensare tutto ed il contrario di tutto, ma se quello è il cattolicesimo ( e lo è..); non possiamo considerare posizioni diverse, come cattoliche, da quelle formalmente definite tali dal cattolicesimo stesso.
Pertanto il prete operaio, se sostiene o sosteneva certa conciliabilità, poteva sicuramente farlo tra cristianesimo e marxismo, ad esempio, ma non certo tra cattolicesimo e marxismo, sopratutto per il motivo ricordato.
Quanto a don Fanfani, come mia abitudine, non avendolo nè conosciuto direttamente, nè tramite eventuali suoi scritti, preferisco lasciare la parola a chi ne abbia avuto una conoscenza personale, diretta.