Parole Proibite: Santanché tra affari e politica

Parole Proibite:

Santanché tra affari e politica

Michele Santoro presenta
30 giu 2023
Bilanci irregolari, passaggi di rami di azienda con valori gonfiati e plusvalenze fittizie, drenaggio di denaro da società quotate a danno dei soci di minoranza. E ancora: lavoratori licenziati senza ricevere stipendi e Tfr, contributi e tasse non versati, fornitori non pagati. Ci sono questi ingredienti nelle indagini giudiziarie su Daniela Santanchè, ministro del Turismo dal 22 ottobre nel governo Meloni.
Sulla sua gestione di Visibilia Editore, una delle aziende sotto inchiesta, pende anche l’accusa di falso in bilancio della Procura di Milano. In sostanza Santanché è accusata di aver svuotato e spolpato le aziende e di essersi arricchita a danno del mercato e degli azionisti. C’è un conflitto d’interessi tra questa situazione e il ruolo di ministro? Santanché dice che si è liberata della proprietà di queste società e non ha più cariche. Ma questo, e neppure le sue eventuali dimissioni da ministro, non è sufficiente a risolvere i problemi che ha causato e i danni a dipendenti, fornitori e piccoli azionisti.
Ne parliamo nella puntata di Parole proibite: Santanché tra affari e politica.
Con Gianni Dragoni, ci sono Giorgio Mottola, giornalista di Report, Paolo Cirino Pomicino, ex ministro del bilancio e della programmazione economica, Gian Gaetano Bellavia, specialista di riciclaggio, Giuseppe Zeno, azionista di Visibilia Editore, e Alfredo Faieta, giornalista di Milano Today.

7 Commenti

  1. Alonso ha detto:

    Non ho messo tutti sullo stesso piano né su piani diversi né dato giudizi su nessuno. Ognuno può stabilire chi è più vicino alla verità.

  2. Giuseppe ha detto:

    Che c’entrano questi commenti con l’argomento dell’articolo? Lo so che la Santanché non è più interessante del confronto tra religiosi attivi sui social. Comunque per quanto riguarda padre Livio lo ricordo giovanissimo quando era al pensionato don Guanella di via don Gnocchi in cui ho vissuto per motivi di lavoro per un paio d’anni, ed era molto diverso dal fulminato sulla strada di Medjugorie.

  3. Alonso ha detto:

    Ascoltando i discorsi di personaggi quali Don Giorgio, Padre Livio Fanzaga, Don Alberto Ravagnani, Don Antonio Mazzi, Don Marco Tenderini, Giuseppe Giralico da Veroli ecc., ciascuno parla di cose completamente diverse da quelle di cui parla ciascuno degli altri, tanto che se un non credente volesse sapere di più sul cristianesimo resterebbe strabiliato da questa varietà di ragionamenti.
    Comunque, il caso più incredibile è quello di Padre Livio, il quale parla da decenni, due ore al giorno tutti i giorni, dei segreti di Medjugorie. Essendo che i segreti sono ignoti per definizione, non si capisce come uno possa parlarne per più di 10 minuti, figuriamoci per decine di migliaia di ore.

    • luigi ha detto:

      Tra i personaggi da lei citati c’è differenza. Don Giorgio rischia in proprio e non si è arricchito come padre Livio, o non ha avuto aiuti come don Mazzi (mi pare anche da Berlusconi come avevo ascoltato da un frate anni fa). Per un non credente come me in passato occorre saper discernere tra un cristiano autentico da quello che non lo è. Don Giorgio lo è e la sua testimonianza le è costata cara quando non è stato più protetto da Martini e Tettamanzi. Qui sta la differenza. Se non riesce a capire questo, le parole sono inutili.

      • luigi ha detto:

        Uno dei miei cugini quando andava al lavoro ascoltava padre Livio su Radio Maria e recitava tutte le mattine il rosario in macchina. Passando dalle parti di Erba ero curioso di sapere dove fosse. Sapevo però che a Eupilio c’era padre Antonio Gentili indicatomi da un maestro di yoga cristiano. Sulla via trovai subito il luogo del barnabita. Mi accolse in silenzio (non disse una sola parola). Mi portò in un luogo silenzioso davanti ad un grosso crocifisso e mi lasciò solo. Girovagai in quel luogo e poi dopo un certo periodo me ne andai. Fu l’inizio del lungo travaglio demtro le varie fedi cristiane e non cristiane prima di scoprire il blog di don Giorgio che continuo a seguire. So che ci sono altri blog che mi capita di visitare, ma non con continuità come quello di don Giorgio. E’ da queste esperienze che non accetto che don Giorgio venga accomunato con altri personaggi. Don Giorgio è unico, come dovremmo essere noi, se vogliamo essere autentici anche senza essere o peggio dichiararsi (falsi) cristiani come la pitonessa (Santanchè) o Salvini e Meloni. Per essere unici occorre seguire l’oracolo di Delfi: “conosci te stesso” o per chi “crede” di essere cristiano o seguace della Via ascolti il vangelo secondo Luca dove c’è scritto:”Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. …” Altrimenti è meglio lasciar perdere e seguire altre vie con il rischio di fare come il cane che gira su sè stesso per prendere la propria coda: girare a vuoto.

    • Don Giorgio ha detto:

      Certo, mi verrebbe da sorridere vedere il mio nome accanto a preti che ho contestato anche duramente. Non credo che questi preti siano stati emarginati come il sottoscritto. A parte Padre Livio che penso abbia qualche problema di carattere fondamentalista e nello stesso tempo populista (secondo me anche problemi psichiatrici!), gli altri (don Ravagnani, don Mazzi, don Tenderini, Giralico non so chi sia) sono preti “ortodossi”, ovvero sono in linea di pensiero con la Chiesa istituzionale. Sono “eterodossi” solo nelle formalità, e in questo caso la Chiesa istituzionale se ne frega di preti simili, che anzi fanno comodo alla stessa Chiesa, la cui unica preoccupazione, ancora oggi, è di far fuori i preti dissidenti nel pensiero, e non nelle formalità o nella pelle. Credo di essere stato chiaro.
      Lei, signor Alonso o pinco pallino che sia, non mi conosce, quindi si informi e poi cambierà parere: non voglio confondere le idee di nessuno, solo chiarire che il Cristianesimo (che non è una religione: non è un mio personale pensiero!) è una realtà ben diversa da come viene presentato dalla stessa Chiesa istituzionale. Il discorso si farebbe lungo. D’altronde ho scritto moltissimi articoli, ho realizzato un mucchio di video. Si informi…

    • Martina ha detto:

      Non si può mettere sullo stesso piano don Giorgio e gli altri da lei citati e si capisce che questi altri sono dentro la Chiesa istituzionale, anzi, la portano avanti.
      Quando ho conosciuto don Giorgio, dentro ho capito subito che avevo di fronte a me quel vero cristiano radicale di cui parla lo stesso Cristo.
      Proprio per questo, messo fuori da una Chiesa che non ne vuole sapere di prendere la Via giusta e alla quale fanno comodo tutti questi preti da lei citati.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*