Omelie 2021 di don Giorgio: DECIMA DOPO PENTECOSTE

1 agosto 2021: DECIMA DOPO PENTECOSTE
1Re 7,51-8,14; 2Cor 6,14-7,1; Mt 21,12-16
Nei tre brani della Messa, si parla di tempio; nel primo, del tempio di Salomone; nel Vangelo, del tempio di Zorobabele, fatto ampliare da Erode il Grande, mentre Paolo parla di un tempio vivente, contrapponendo il tempio di Dio agli idoli.
L’ho già fatto, ma è sempre interessante almeno sintetizzare la storia del tempio ebraico: come e quando è stato costruito.
Tenda del Convegno
Subito una cosa andrebbe sempre ripetuta. Prima del tempio in muratura, quello di Salomone, gli ebrei veneravano Dio sotto una tenda. Durante il loro cammino verso la Terra promessa, Dio si rendeva presente nella cosiddetta Tenda del Convegno, che, essendo smontabile come qualsiasi altra tenda, accompagnava gli spostamenti del popolo ebraico.
Riflettiamo. Pensate alla bellezza, al fascino di un Dio che accompagna il popolo nel suo cammino. La sua casa non è qualcosa di immobile, legato a un certo luogo, ma è una tenda che si sposta. Già questo dà l’idea di un Dio che non è fisso, condizionato dal luogo, ma libero di spostarsi. Ciò che è materiale per forza di cose dà l’idea che anche Dio sia legato alla materia.
Certo, la vita nomade, se ha un suo fascino, comporta anche notevoli disagi. Ma l’idea di un Dio nomade è sempre affascinante, anche quando Dio fosse costretto ad abitare sotto strutture materiali.
Dio nomade significa che Dio ci accompagna nel nostro cammino. Anche se abitiamo in case materiali, Dio abita in noi, e lo è ovunque andiamo.
Tempio di Salomone
Dopo la conquista di Canaan, sorsero presso le varie tribù d’Israele diversi santuari religiosi. Per evitare questo frazionamento che poteva generare nel popolo l’idea che ci fossero molte divinità, Dio volle che si costruisse un unico Tempio in muratura, nella città di Gerusalemme. Toccherà al successore di Davide, il figlio Salomone, questo compito. Nel primo brano, troviamo la solenne consacrazione. Finito di costruire nel X secolo a.C., verrà poi distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C. Dopo l’esilio babilonese, il Tempio venne ricostruito ad opera di Zorobabele. Erode il Grande, a partire dal 19 a.C., lo fece ampliare; per questo motivo il Tempio di Gerusalemme, da quella data, venne anche chiamato Tempio di Erode. Verrà distrutto nel 70 d.C. dal generale romano Tito.
Riflettiamo
Mi sono chiesto più volte il motivo per cui Dio puniva il suo popolo, facendo distruggere il suo tempio (prima quello di Salomone e poi quello di Zorobabele). Pensate a che cosa rappresentava il tempio per un ebreo. Quando Antioco IV (si faceva chiamare Epifane, “dio rivelato”, mentre gli ebrei ironicamente lo chiamavano Epimane, “pazzo”) profanò il tempio di Gerusalemme facendovi costruire un altare dedicato a Zeus Olimpo al posto dell’altare degli olocausti (“l‘abominio della desolazione”, Dn 9,7, espressione ripresa anche da Gesù nel cosiddetto Discorso escatologico), ebbene ci fu una ribellione, capitanata dai cosiddetti fratelli Maccabei.
Ora gli ebrei non hanno più un tempio. Qualcuno ancora oggi pensa di ricostruirlo. Immaginate un popolo senza un tempio, dove pregare il proprio dio.
Noi cristiani ad esempio abbiamo non so quante migliaia e migliaia di chiese sparse in tutto il mondo, addirittura imponenti cattedrali (pensate al Duomo di Milano).
Eppure, mi chiedo se sia proprio necessaria una chiesa per pregare il Signore. Forse sì, forse no. Tutto dipende dalla chiesa e tutto dipende dalla nostra fede. Forse non è la chiesa o la cattedrale che fa la nostra fede, forse è la nostra fede che fa di una chiesa la casa di Dio.
Si entra da turisti in una cattedrale, e si esce da turisti, oppure si entra in una chiesina, quasi abbandonata, e si prega nello spirito, e se ne esce migliori.
La chiesa è diventata un luogo, dove la carnalità si esprime al meglio (penso anche a certa arte), dove tutto è possibile, anche l’esposizione oscena o dissacrante di un corpo senza pudore.
Dove trovate una chiesa che inviti al Mistero divino? Forse ce ne sono, ma, quando sono sconosciute, e appena crediamo di rivalutarle per la loro importanza magari artistica, subito diventano la meta di curiosi che sono alla ricerca di qualcosa di divertente, ovvero di qualcosa che è fuori della solita evasione.
Oggi si va alla ricerca dell’esotico, nel senso di stravagante, strano, insolito, bizzarro, curioso, eccentrico. Questo non è fede. E siccome un luogo sacro è stato dissacrato per il non uso liturgico, si crede di avere il diritto di adibirlo a qualsiasi uso profano, in nome di una cultura o di un’arte che, chissà per quale motivo, si pensa che siano neutrali.
Non esiste una cultura neutrale, non esiste un’arte neutrale: o è spirituale o non è cultura e arte. Si crede che per il fatto di trattare un argomento religioso l’arte sia Arte nobile o la cultura sia Cultura nobile. Non è il soggetto religioso a rendere Arte un’opera. Ci sono temi religiosi, ad esempio dipinti o statue di madonne o di santi, che in chiesa non vanno bene. L’arte in chiesa ha esigenze che devono rispettare il luogo sacro. La liturgia vive di Arte nobile, conforme al Mistero divino.
La chiesa, santuario o cattedrale, esige rispetto per il Mistero divino. L’arte deve elevare la mente del credente, e non disturbare. Certe chiese sono musei d’arte, più profana che sacra. La parola “profano” vuol dire: sta davanti al tempio, ovvero fuori di chiesa. Preferisco chiese spoglie, essenziali in tutto, anche nell’arte.
Se quando entro in una chiesa la prima cosa che sono costretto a fare è guardare subito questo o quello, perché ogni parete o colonna è sovraccarica di dipinti, credo che non sarei invitato a pregare o a contemplare il Mistero divino.
Sull’arte da chiesa oggi ci sarebbe tanto da discutere. Anche le cosiddette chiese moderne, che dovrebbero rispettare meglio le esigenze liturgiche, non sono case del Signore, ma ambienti dove regna l’imbecillità di architetti carnali.
Chiese chiese, e non saloni dove si svolge lo spettacolo della imbecillità umana.
Forse oggi Cristo non userebbe lo staffile contro i mercanti che stanno davanti al tempio. È nel tempio, nella chiesa che c’è la profanazione del Mistero divino, che è Spirito, da adorare dunque al di là di ogni carnalità artistica.

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