In ricordo di Carlo Maria Martini: l’omelia di Mario Delpini, una lagna da gelare i pochi fedeli presenti in Duomo

di don Giorgio De Capitani
31 agosto 2017: in Duomo il cardinale Scola ha presieduto la Celebrazione eucaristica di suffragio del cardinale Carlo Maria Martini, a cinque anni dalla scomparsa. L’omelia è stata pronunciata dall’arcivescovo eletto, monsignor Mario Delpini.
Ho sentito l’omelia tenuta dal neovescovo di Milano, monsignor Mario Delpini,  per due volte: la prima volta in diretta, in tv (su Canale 195) e la seconda volta,  il giorno dopo, tramite il video messo su Youtube.
Non giudico la preparazione (leggeva il testo), giudico ciò che ha detto Delpini. Anche a se stante, come commento dei brani della Messa, l’omelia non mi ha per nulla coinvolto. Troppo ripetitiva, verbosa, noiosa, con tono stucchevole, senza alcun mordente, senza passionalità, per nulla originale. Un modo di dire e non dire, classico del maestro che parla ai novizi, incantandoli con un giro di parole che vanno e tornano, senza colpire il bersaglio.
Ma se devo commentare il fatto che l’omelia è stata tenuta per ricordare la figura Carlo Maria Martini, beh, allora non ci siamo proprio. Delpini poteva benissimo dire le stesse cose anche per una qualsiasi celebrazione liturgica. Forse non  sapeva che dire su Martini, forse non poteva parlare, forse ha pensato bene di ignorarlo.
Forse vuole iniziare a modo suo la sua avventura a Milano, chissà pensando di dare una svolta a questa benedetta Diocesi milanese, che in questi ultimi anni sembra aver spento  i pochi tizzoni ancora caldi.
Vorrei tanto sbagliarmi, ma con Mario Delpini assisteremo alla mummificazione di un cadavere, senza più speranza di risurrezione.

4 Commenti

  1. lina ha detto:

    Non ho sentito l’omelia, tuttavia penso che sarebbe buona cosa pregare per il nuovo Arcivescovo, come anche per tutto il clero.

    • Kerigma ha detto:

      Neppure io ho sentito l’omelia. Probabilmente Mons. Delpini ha letto il carisma di Martini in modo molto particolare, distaccato. Tuttavia condivido con lei: diventare Arcivescovo richiede tanto Spirito Santo: a volte la funzione fa l’organo, così come il grado crea il generale. Più che criticarlo, definendo spregiativamente “lagna” quella che comunque è stata un’omelia sarebbe meglio pregare per lui. Buon lavoro, Monsignore, e che la Grazia di Dio sia sempre con lei. Amen!

  2. marco da vimercate ha detto:

    Veramente una funzione “deprimente”: nessun pensiero su cui meditare nel deserto del Duomo, uno squallore assoluto.
    Il motivo dominante sembrava essere: ci tocca ma facciamo in fretta che la cena si raffredda.

  3. coscienza critica ha detto:

    vero, non ce l’ho fatta, e dopo alcuni minuti ho smesso di ascoltare.
    Non so come abbiano reagito gli ascolatori presenti… probabilmente io, se fossi stato presente, mi sarei perso nei miei pensieri, non seguendo più quel che diceva Delpini.

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