Che cos’è la Democrazia?

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Che cos’è la Democrazia?

Non voglio limitarmi ad una descrizione storica di un pensiero interessante dei filosofi del passato.
Che cos’è allora la Democrazia? O, meglio, come vorrei che fosse la Democrazia?
Scartando a priori un potere da dare al popolo, la Democrazia è assolutamente estranea a qualsiasi concezione ideologica, che è una specie di riempimento del vuoto di un partito politico, la cui finalità sta nel prendersi una fetta anche grossa di potere, per distruggere ogni possibilità veramente democratica.
Se la Democrazia è estranea al popolo, al partito, al potere, e allora che cos’è?
So che dirò cose secondo alcuni assurde, secondo altri difficili, e secondo la maggior parte del tutto discutibili e anche inaccettabili.
Non per questo dovrei deprimermi o rassegnarmi, e lasciar perdere. Tutti dicono la loro, e perché non dovrei dire la mia?
E siccome la concezione che si ha del bene comune è generalista e del tutto scontata, per di più strumentalizzata ai fini elettorali, sento ancor più il dovere di dire qualcosa di nuovo, rischiando di uscire magari troppo dalla generalità e dalla banalità comune così da irritare un po’ tutti quanti.
La Democrazia è quel Bene comune che, prima di essere comune, è il Bene, e che, proprio perché è il Bene, è Universale.
L’aggettivo “comune” è molto equivoco, ma non per questo va scartato. Basta darne una spiegazione. Ma non credo sia necessario, una volta che diventa chiaro che cosa s’intende per Bene Universale.
Anzitutto, chiarisco subito. Parlo di Bene senza dargli alcuna connotazione né religiosa né socio-politica in senso stretto. È il Bene, e, dicendo Bene, usciamo da ogni miopia ideologica, che ancora oggi vorrebbe imprigionare l’Idea di Bene.
C’è differenza tra Idea e ideologia. Idea è qualcosa di alto, di reale, ideologia invece è un surrogato, un insieme di opinioni soggettive, banali e interessate. Si ha in mente un bene che ci costruiamo noi, e poi ne facciamo quasi un ideale, e lo chiamiamo ideologia, per giustificare la nostra misera idea di bene.
Quando parlo di Idea del Bene, intendo l’Idea come una manifestazione oggettiva del Bene, ovvero una emanazione reale del Bene Sommo.
Che senso ha parlare di bene comune, distaccandolo dall’Unico Bene Sommo?
Tutti parlano di bene per il loro piccolo o grande paese e poi non si va oltre, perché basta quella misera idea o ideologia di bene, che solitamente finisce sempre in una azione puramente pragmatista in favore del paese, sconnessa da una visuale di Bene Universale.
Certamente, ogni paese ha le sue cose da fare o da rifare, ma sono cose che, viste nel Bene universale, sono dei particolari. E i particolari vanno considerati e risolti nell’Insieme  dell’Unico Bene che governa il mondo.
La Democrazia (D maiuscola) è questa ampia visuale del Bene universale (che chiamo Sommo Bene), altro che potere da dare al popolo, o ai partiti, o al potere di destra o di sinistra. Il popolo non è il Bene Sommo, così un partito e così il potere. Al di sopra del popolo o del partito o del potere c’è un Bene che va realizzato per il bene dei cittadini, tenendo conto, certamente, delle esigenze peculiari di una Nazione o di un paese.
Certo, parliamo pure di bene comune, ma allargando la visuale al Bene Sommo, così da vedere ogni bene particolare nel suo insieme (comune che significa, se non parte di un tutto?).   
Vi ho confuse le idee? Non so che dirvi. Voi forse avete le idee più chiare, ma sono così banali da rasentare la stupidità. Perché meravigliarsi? Io non mi meraviglio, ma sono particolarmente amareggiato perché vivo in un paese, in una nazione e in un contesto mondiale dove si è letteralmente in stato di prostrazione orizzontale, da non essere più  neppure umani.
Ecco perché finché gli esseri umani, e tutto il resto, non si alzeranno in piedi e non  guarderanno oltre la loro grettezza mentale, chiamata opportunisticamente ideologia, o oltre una concezione carnalmente pancesca dell’esistenza umana, non sarà possibile vivere in una Democrazia.
La democrazia (d minuscola) sarà solo una pura illusione, tanto misera quanto deleteria, che costerà anche sangue.
Guai a colui che illude il popolo di essere il Signore della storia. È una massa di imbecilli che strisciano ai piedi dei loro idoli, fantocci che durano lo starnuto di un asino. 
4 gennaio 2020        
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

 

1 Commento

  1. ECCELLENTE.DA CONSERVARE SUL MARQUE PAGE.GRAZIE DON GIORGIO E BUON ANNO.

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