Quando un vescovo copre e difende i preti pedofili e fa fuori i preti dissidenti
di don Giorgio De Capitani
Non solo vediamo con la fascia tricolore, nei piccoli paesi e nelle grandi città, sindaci burattini della propria immagine, ridicoli rappresentanti di un bene comune, che è solo un fittizio immaginario prodotto di una mente alla mercé del vuoto più assoluto; non solo vediamo politici e partiti, come grumi di cervelli spappolati, di demenze senili già nella loro età di giovincelli frustrati, aborti di coiti impazziti; vediamo anche nel campo ecclesiastico preti e vescovi che occupano posti di potere, con una tale supponenza da credere di poter ancora tenere a bada un gregge oramai nelle mani di lupi rapaci.
Non è l’incapacità che condanno, ma la superbia di un potere civile e religioso, che sembra l’appannaggio dei più cretini che indossano la fascia tricolore, o che si arrogano il diritto di assumersi importanti cariche istituzionali, o di occupare una cattedra episcopale, senza neppure avere un benché minimo pudore di chiedersi: “Ne sono degno? Sono in grado? Non è che mi senta un verme?».
La cretineria sembra la qualità del potere, piccolo o grande, della società e della Chiesa di oggi.
Credevo che oggi, a differenza di ieri quando si desideravano con ansia cariche e onori, ci fosse una maggiore consapevolezza degli oneri, legati ad un potere che sembra far paura perfino ai giganti.
E invece mi sbagliavo.
Rimaniamo nel campo religioso. Anche qui mi pare di assistere ad una corsa alle onorificenze, mi pare di vedere una bramosia di essere nominato vescovo di quella determinata città o diocesi, per tenere in mano un pastorale e indossare abiti vescovili o cardinali che onorano una carriera fatta di compromessi o di silenzi opportunistici, quasi un premio per una fedeltà supina alla Santa Madre Chiesa.
Pensate alla Cattedra di Sant’Ambrogio, vescovo di Milano.
Sembrerebbe naturale o istintivo sentirsi il culo bruciare sedendovisi sopra! O, per lo meno, che a nessuno verrebbe voglia di fare il pagliaccio!
Non è segno di umiltà almeno riconoscere che si è come fuori posto o, diciamo, sentire un certo disagio, assumendo di conseguenza un atteggiamento congruo, senza compiere gesti scriteriati?
Comprendo anche la santa follia di chi si mette pienamente nelle mani di Dio, ma, quando Dio sembra scomparire perché nauseato dalla stupidità dei suoi ministri, allora mi chiedo che cosa sia rimasto di evangelico sulla cattedra di Sant’Ambrogio.
Mi sarei aspettato dal nuovo vescovo di Milano un segno di richiesta di aiuto alle persone più intelligenti e agli spiriti più aperti.
Mi sarei aspettato un gesto di umanità, di quella vera umanità che non richiede sorrisi ipocriti, ma quella buona volontà di ricuperare gli spiriti liberi.
No! Si dà perdono ai preti porconi e ai preti stupratori di ragazzini, e si chiudono le porte ai preti dissidenti.
Anche la curia milanese paga le spese processuali dei suoi preti pedofili, difendendoli con avvocati pagati per questo, e lascia con le loro condanne chi sta lottando per degli ideali.
Già! Come non capire? Lottare per la libertà di opinione non è per nulla concepibile in una Chiesa dove non esiste la libertà di pensiero!
I preti pedofili fanno meno danni alla Chiesa che non gi spiriti liberi!
Credevo che la diocesi milanese, dopo Angelo Scola, riprendesse la strada di Martini e di Tettamanzi, invece è caduta nelle mani di un uomo piccolo piccolo, insulso e saccente, che siede sulla Cattedra di Ambrogio, con tanti sorrisi, ma con il cuore di pietra.
https://youtu.be/IsG6jbwsaPU
Nella società “civile” i parametrei usati per dispensare cariche e titoli sono spesso incomprensibili, per non dire sospetti. Nella mia vita lavorativa frequentemente mi sono dovuto confrontare con capi e quadri intermedi quasi mai promossi per merito (inteso come valore, competenza e capacità di farsi ripettare senza dover ricorrere all’autoritarismo) o nominati per la loro esperienza e le abilità organizzative e manageriali. Ormai sono pensionato e perciò lo posso affermare serenamente, senza acredine, né cedere alla tentazione di scadere nel pettegolezzo o nelle malignità, o peggio amcora.
Non vedo ragioni per cui la stessa cosa non possa accadere anche in seno alla chiesa cattolica…
una volta qualcuno molto in gamba, che ne sapeva più di me, mi disse: “… di solito, solo gli incapaci fanno carriera, perché le persone competenti servono a mandare avanti la baracca… ”
Avrò tanti difetti, ma non credo proprio di essere un disfattista.
Anche questo commento è stato corretto in italiano dal mio amico Franco che, questa volta, lo ha anche allungato, introducendo concetti anche suoi.
E, come l’altra volta, sintetizza in unico commento l’opinione relativa agli ultimi articoli. Le critiche sono condivisibili.
Ma, più che di opinione, trattasi di domanda: lei, don Giorgio, giustamente negli ultimi articoli critica a fondo comportamenti di taluni soggetti, in particolare del sindaco Brambilla e del vescovo di Milano.
Aveva anche detto che non avrebbe guardato in faccia a nessuno, in queste critiche, neppure agli amici.
La domanda è questa: ma Lei, per amici, viste appunto le critiche degli articoli, intendeva anche questo Brambilla e Delpini (critiche condivisibilissime), oppure dobbiamo attenderci ancora le critiche contro altri, che lei considera, o considerava, suoi amici?
Anzitutto Mario Delpini non è mai rientrato nella categoria dei miei amici. Sul sindaco Efrem Brambilla, è vero, c’è stato un rapporto diciamo confidenziale, ma man mano capivo che dietro c’era qualcosa che non andava. Poi ho avuto diciamo il coraggio di smascherarlo. Sugli altri cosiddetti amici, dipende. Talora mi sembrano amici, poi gratta gratta noto che non c’è vera amicizia. Ci sono persone che credevo amiche, e che per il fatto di criticare quuesto papa mi hanno voltato le spalle. Che ne dici?
vero, fin tanto che non si toccano temi scomodi o autorità riconosciute, tutti amici…poi però…
Un detto dice: l’amico si vede nel bisogno, ma forse anche nel momento in cui si dicono verità scomode….
Di amici veri se ne possono contare sulle dita di una mano, forse meno.
Un amico può essere tale anche se non condivide le tue idee, non ti pare?