Siamo al colmo della pazzia…
di don Giorgio De Capitani
Dopo anni e anni di un becero vergognoso allucinante campanilismo inculcato da preti religiosamente retrogradi e pastoralmente con la testa fasciata di fobia di sesso, è del tutto comprensibile, per un certo verso, ciò che sta succedendo ancora oggi a Santa Maria Hoè (Lc): un paese tanto fisicamente solare, quanto culturalmente immerso nel buio pesto di una mentalità ermeticamente chiusa ad ogni possibilità di quel bene che, chiamatelo come volete (gli antichi dicevano “diffusivo”), teme solo una cosa: che lo si blocchi entro il cerchio di un buco di terra come fosse un campicello di patate o di cipolle o di cavoli da coltivare “privatamente”.
Sì, ciò che sta succedendo a Santa Maria Hoè è comprensibile, per una lunga negativa tradizione che ha legato e continua a legare un paese a una mentalità distorta, tanto gretta quanto deleteria.
Ma andiamo oltre, e cerchiamo se è possibile di far capire che bisogna rompere gli anelli di questa lunga catena, che preti, amministratori e cittadini locali hanno loro stessi prodotto.
Ma come si può, se le nuove generazioni non capiscono di dare un taglio, ma si giustificano incolpando gli altri, ovvero coloro che vorrebbero che si s-catenassero da quel bieco campanilismo che ancora fascia la testa della gente di Santa Maria, che non sente ancora il bisogno di affidarsi ad amministratori saggi e lungimiranti?
Sì, la cosa impressionante è che le nuove generazioni rimangano chiuse nel buio totale, appoggiando un “demenziale” sindaco, che fa di tutto per creare steccati, ostacoli, impedimenti a quel nuovo che possa far uscire Santa Maria Hoè dal proprio “isolamento”.
Sembra inconcepibile che esistano ancora oggi paesi chiusi e retrogradi, con l’odio da scaricare su quanti vivono già di aperture e di luce.
Io potrei anche rispettare un sindaco che, pur “eccessivamente” attaccato al proprio paese, crede in ciò che fa, si sacrifica, dà prova sulla propria pelle di quanto ami il proprio paese. Ma non accetto, sto male, vorrei fare non so che cosa per risvegliare i cittadini di Santa Maria Hoè, così che capiscano la “bassezza” del loro sindaco, che mischia vita privata e vita pubblica, se la gode fingendo di amare la sua gente, che però non capisce di essere presa per i fondelli da chi conduce una vita spensierata e godereccia.
Sempre in giro a divertirsi, a godersi la vita a dispetto della gente comune, e fa l’eroe autonomista o secessionista del cavolo, davanti a un boccale di birra bionda o nera, e a un bel piatto ricco di ogni ben di dio.
Lui fa il vigliacco, non partecipando al confronto con il Presidente dell’Unione nel Consiglio dell’Unione, e poi rilascia al solito giornalista dichiarazioni, senza naturalmente rendersi conto di ciò che dice, sparando cazzate così belle da impressionare quelli della stampa locale, che naturalmente fanno il loro mestiere di stare nel mezzo, dove c’è la confusione della verità.
Sì, il sindaco secessionista fa il vigliacco, se ne sta a casa, e poi rilascia alla stampa locale commenti a senso unico, rivelando così la sua abile capacità dialettica, quella di un viscido che inganna, confonde le cose, senza naturalmente cessare di godersi poi la vita, sulla pelle della povera gente, che vede e subisce le effusioni mediatiche di un innamorato che sogna di fare il principino in un paese di oche padovane.
L’ho già detto, insisto: chiedo al Presidente dell’Unione, Marco Panzeri, di preparare un volantino, chiaro, senza usare un linguaggio troppo tecnico, così che tutti possano capire ciò che sta succedendo, da distribuire a tutti i cittadini dell’Unione.
Non lasciamo alla stampa locale di confondere ancor più le cose. Ci pensa già il sindaco di Santa Maria Hoè, Efrem Brambilla, a imbrogliare la matassa.
Vi sembra corretto che il cronista di Merateonline abbia interpellato Efrem Brambilla, dopo la riunione di venerdì scorso, quando è stato assente per vigliaccheria? Questo è serio, lasciando l’ultima parola a un demente?
Eccole: «Il Sindaco di La Valletta Brianza a me pare che descriva per il futuro scenari quasi apocalittici, dicendo quello che a mio avviso sembra tutto il contrario di tutto. La verità è che da gennaio Santa Maria Hoè riavrà la sua autonomia e noi staremo molto molto meglio. Nell’Unione i costi aumentano e i contributi che arrivano ogni anno si sono ridotti drasticamente tanto che sono già irrisori per quello che è chiamata a svolgere. Non attacca più lo spauracchio del “‘o fai come dico io, o sarà una catastrofe. Noi attueremo i nostri programmi, senza alcuna incertezza e come previsto».
Non so se bisognerebbe aprire un manicomio, forse no, visto che tutto il paese di Santa Maria Hoè sembra già un manicomio.
Che per scelta non si siano presentati sindaco e i suoi collaboratori è già di per sé grave, e vedere che un cronista lo interpella è veramente il colmo. Ma siamo davvero così in basso?
Si vede come vanno le cose… e ciò che viene sempre oscurata è la verità.
La gente poi crede più alle apparenze, agli inganni che a chi dice il vero.
Spero si faccia chiarezza.