Meloni e familiari, manca solo il padre…

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01 Agosto 2023

L’altra Meloni.

Giorgia ha dato ad Arianna

chiavi e cassa di Fratelli d’Italia

di Pietro Salvatori
Sono lontani i tempi in cui la premier difendeva la sorella dall’ironia del vignettista Natangelo al grido “lei non è un personaggio pubblico”. Ora gli affidato i gangli vitali del partito: le tessere e il patrimonio di Fdi
Quando il vignettista del Fatto quotidiano Mario Natangelo pubblicò una vignetta che raffigurava la sorella a letto con un migrante, ironizzando sulle affermazioni del di lei marito, il ministro Francesco Lollobrigida, sulla presunta sostituzione etnica in corso in Italia, Giorgia Meloni andò su tutte le furie. Incassa attacchi dei più duri, a lei e ai suoi colleghi di partito, spesso sorvola, altre volte mastica amaro ma si morde la lingua. Ma guai a toccare Arianna, un rapporto solidissimo, cementato dall’aver attraversato unite come mai gli anni di un’infanzia e un’adolescenza complicate dall’assenza del padre, come più volte raccontato dalla stessa premier.
Meloni si arrabbiò a tal punto che decise di rispondere dai propri account social: “Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella”. Natangelo fu convocato dall’ordine dei giornalisti, la questione si risolse all’italiana, strascichi di polemiche dentro una grossa bolla di sapone. Al di là delle opinioni di ciascuno, della libertà di satira eccetera eccetera, nella difesa di Arianna da parte di Giorgia un elemento si è dimostrato falso. Nel giro di pochi mesi l’altra Meloni è stata cooptata dalla sorella a ricoprire due ruoli di rilievo nel partito. Un posto da responsabile del tesseramento di Fratelli d’Italia, l’altro da membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione An, la cassaforte meloniana che è una sorta di assicurazione sulla vita politica di tutto il partito.
È stata l’Adnkronos a scoprire che insieme a big del partito quali Ignazio La Russa, Fabio Rampelli e Roberto Menia, da qualche tempo nel board della cassaforte di Fdi si è insediata anche Arianna. L’occhi più fidato potrà controllare da vicino le sorti di un patrimonio stimato oltre 56 milioni di euro.
Gli asset principali sono quelli immobiliari, il fiore all’occhiello la storica sede di via della Scrofa. Racconta un dirigente del partito che “le due cariche non sono casuali, si intrecciano tra di loro e mettono Arianna in una posizione di controllo sull’andamento del partito”. In quanto responsabile del tesseramento, Arianna avrà anche piena voce in capitolo sull’apertura di nuovi circoli e sedi locali, e sulle eventuali dotazioni finanziarie, oltre ad avere sempre il polso della situazione: “Saprà chi ha fatto quante tessere, quante persone sposta ogni singolo dirigente, e anche in base a questo si decideranno le candidature future”. Sono circa 27 i milioni in cui ammonta il valore dei beni immobili su cui la sorella maggiore avrà voce in capitolo, ai quali vanno aggiunti poco meno di 30 milioni di titoli immobilizzati nei principali istituti di credito, e un milione di liquidità disponibile in cassa.
L’inserimento di Arianna nei gangli vitali di Fdi non è un caso. La premier ha sempre visto il suo allontanamento dal partito come un problema da risolvere. Fino all’ingresso a Palazzo Chigi, Meloni curava ogni singolo dettaglio della sua creatura, in stretta collaborazione con la fidata segretaria particolare, Patrizia Scurti. Il progetto di affidare le chiavi al “ragazzo” simbolo della generazione Atreju, Giovanni Donzelli, si è arrestato di fronte alla marea di polemiche che si è attirato addosso il deputato di Firenze.
Tra i parlamentari c’è un gran chiacchiericcio su un futuro congresso, che possa designare per lo meno un reggente finché la premier e Scurti non saranno quasi totalmente assorbite dagli impegni di governo (e guarda un po’ il nome più gettonato è quello di Lollobrigida), ma al momento la capa non ha dato segnali di voler procedere in tal senso. Per colmare il vuoto al momento basta Arianna.
La sua scalata non è una sorpresa. Bastava leggere, nemmeno tanto tra le righe, quel che disse il giorno dopo il trionfo elettorale di Giorgia: “A Palazzo Chigi non andrò. Magari le darò una mano nell’organizzazione del partito”. Detto, fatto, le due sorelle che vivono un rapporto simbiotico guardavano già verso un orizzonte ampio, pianificavano fin da subito quel che sarebbe venuto.
Qualche giorno fa Arianna è stata sporcata dal fango gettato nel ventilatore dalle intercettazioni che hanno smascherato un complotto (da operetta) di piccole frange dell’ultra-destra. Adriano Tilgher, già fondatore di Avanguardia nazionale, millantava al telefonico che un’amica avrebbe sentito Arianna che avrebbe sentito Giorgia, tutte entusiaste del golpe. Si narra che qualche malcapitato direttore che abbia unito per brevità i nomi di Tilgher e di Arianna in uno stesso titolo abbia ricevuto telefonate di fuoco partite dallo studio della premier. Che per il buon nome della sorella è disposta a utilizzare tutta la propria potenza di fuoco
Nei prossimi mesi le potrebbe venir affidato anche uno dei dipartimenti chiave, siamo solo nel novero delle ipotesi, ma dopotutto quelle azzardate qualche tempo fa si sono tutte concretizzate. Una sola cosa non è andata secondo i programmi: “Vorrei che Francesco (Lollobrigida) continuasse a fare il capogruppo alla Camera, visto che avremo una pattuglia di deputati molto molto numerosa”, disse all’alba del nuovo governo. Ma probabilmente la boutade sulla sostituzione etnica, e forse anche la vignetta, sarebbe arrivata lo stesso.
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da Repubblica

L’ascesa dell’altra Meloni:

per Arianna c’è l’idea Bruxelles

Storia di Antonio Fraschilla
ROMA — «Diciamo che stiamo virando verso un partito di stampo monarchico», scherza un deputato di Fratelli d’Italia. Da un collega che siede all’Europarlamento a Bruxelles ha appena ricevuto una telefonata con l’indiscrezione, che gira ormai in casa FdI da giorni, che per le prossime elezioni Europee non solo potrebbe essere capolista al Nord e nelle Isole la stessa presidente del Consiglio per trainare la lista, ma che Giorgia Meloni stia pensando di candidare anche la sorella Arianna nella circoscrizione Centro Italia. A coronamento di un percorso di Arianna in grande ascesa nel partito, dopo essere stata nominata nell’arco di poche settimane prima responsabile del tesseramento e poi componente in quota FdI del consiglio di amministrazione della ricca Fondazione Alleanza nazionale: un ente che ha in pancia depositi bancari per una trentina di milioni e beni immobili che valgono sul mercato circa 200 milioni.
Le sorelle Meloni «se chiudi gli occhi e le ascolti confondi chi stia parlando, perché hanno la stessa intonazione e parlata», dice chi le conosce, sottolineando come entrambe abbiano «la battuta ironica pronta, un po’ per difesa, ma molto per mettere in difficoltà l’interlocutore che le contraddice, cosa che entrambe non amano».
Una al governo, l’altra alla guida del partito che veleggia sondaggi alla mano intorno al 30 per cento e dà la direzione di marcia alla maggioranza in Parlamento. Una sempre sotto i riflettori, ragazza leader di Azione giovani, giovanissima ministra del governo Berlusconi e fondatrice e guida di Fratelli d’Italia. L’altra, la sorella maggiore, sempre nelle retrovie a lavorare dietro le quinte, meno appariscente anche del marito, il cognato d’Italia e ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Ma adesso qualcosa in casa Meloni sta cambiando e Giorgia vorrebbe dare un ruolo istituzionale e politico (e ben remunerato) anche alla sorella: magari, appunto, facendola eleggere all’Europarlamento e togliendole il velo di Cenerentola della famiglia, che ama ripetere sempre di «essere la precaria più longeva nei gruppi consiliari della Regione Lazio», per rimarcare il suo essere una che «non cerca raccomandazioni».
Ma altro che Cenerentola, Arianna adesso sta prendendosi già un pezzo di palcoscenico come vuole anche la sorella. Lo fa a prescindere dal marito-cognato Lollobrigida, pure lui possibile candidato alle Europee insieme a una piccola squadra di ministri FdI perché Meloni (Giorgia) vuole l’impegno massimo di tutti per fare il “botto” alle prossime elezioni Europee. Ma per Arianna il discorso è diverso: una sua candidatura sarebbe un premio e il rafforzamento anche di un messaggio già inviato a tutta Fratelli d’Italia su chi comanda davvero nel partito e controllerà da adesso in poi tutto, fino a ogni spiffero in arrivo dai territori, dove si cerca maggior radicamento.
La nomina di Arianna alla guida del tesseramento è stata letta da molti dentro FdI come un modo per controllare quello che accade anche nell’estrema periferia del partito: avere in mano le tessere significa sapere cosa si muove nelle sezioni più lontane da Roma e verificare in diretta chi nei Comuni vuole fare strada e tentare magari dei blitz. Altri hanno visto in questa scelta anche una sorta di commissariamento di Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito, che è in difficoltà a causa dei tanti impegni parlamentari ma anche per qualche uscita non gradita alla presidente del Consiglio: vedasi le frasi dette in Aula sui colloqui in carcere tra l’anarchico Alfredo Cospito e una delegazione di deputati dem, costate poi l’imputazione coatta al sottosegretario Andrea Delmastro.
Meglio Arianna, quindi, nominata nei giorni scorsi anche nel consiglio di amministrazione della Fondazione Alleanza Nazionale. Una poltrona che conta, perché la Fondazione ha in pancia tra liquidità e patrimonio immobiliare quasi 230 milioni di euro e finanzia iniziative di propaganda e comunicazione a vantaggio della “destra” che non possono andare certo in conflitto oggi con le posizioni della presidente del Consiglio.
Un evento non del tutto impossibile, quest’ultimo, considerando che nel cda siedono anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, Italo Bocchino, Gianni Alemanno e Giuseppe Valentino. Giorgia Meloni vuole che sia la sorella a controllare quello che accade in questo istituto dorato con tante teste calde e poco governabili, diciamo.
Un asse fortissimo, quello delle sorelle, e non solo familiare come raccontato da entrambe più volte soprattutto dopo essere rimaste sole con la madre e giovanissime. È un asse adesso anche politico.
In casa FdI lo sanno e tutti hanno capito l’antifona prendendo atto di chi comanda: non sono ammesse defezioni. Non a caso tutti plaudono alle scelte della coppia Giorgia-Arianna e finora nessuno si permette di alzare nemmeno un sopracciglio. Anche perché chi in passato lo ha fatto, come Fabio Rampelli, è stato allontanato dal cerchio magico. Anzi dalla casa reale Meloni.

Se fosse vivo ancora il padre della Meloni

potremmo parlare di Sacra Corona Unita

 

1 Commento

  1. Giuseppe ha detto:

    Passano gli anni, cambiano i governi, ma il nepotismo è sempre di moda.

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