Una diocesi nel baratro della nullità

Una diocesi nel baratro della nullità

Qualcuno mi ha chiesto di realizzare un video sul cardinale Carlo Maria Martini, morto il 31 agosto 2012, l’anno prima che fossi stato preso a pedate nel sedere dalla curia milanese (allora c’erano come Vicario episcopale Maurizio Rolla, come Vicario generale Mario Delpini e come arcivescovo di Milano Angelo Scola).
Ad affidarmi la comunità di Monte nel 1996 era stato proprio il cardinale Carlo Maria Martini.
Ieri, 1 settembre, ho fatto un video, e poi l’ho buttato nel cestino. Mi ero troppo arrabbiato, dopo aver letto l’omelia di Mario Delpini durante la commemorazione liturgica di 4 cardinali che si è svolta il 31 agosto: Alfredo Ildefonso Schuster, Giovanni Colombo, Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.
E così tutti e quattro sono stati liquidati con una sola Messa e con un’omelia che, come al solito, non sapeva di niente. La diocesi milanese, dopo Tettamanzi, è piombata nel buio totale.
Però mi chiedo una cosa: a iniziare da Sant’Ambrogio, non c’è un arcivescovo che si dia da fare lassù nel cielo?
Silenzio tombale!
La nullità regna sulla cattedra di Sant’Ambrogio!
E contro le nullità non serve neppure la bomba atomica.

4 Commenti

  1. Simone ha detto:

    Don Giorgio il suo ‘amico’ vicario generale mons. Agnesi ne ha combinata un’altra: le professioni senza popolo. Da simbolo della devozione popolare a simbolo del clericalismo.
    Qualche confraternita che si è trovata senza nulla da fare deve aver rotto e per salvare la tradizione e questi gruppi di fanatici il vicario ha subito legiferato l’assurdo.

    https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/processioni-nota-del-vicario-generale-331450.html?fbclid=IwAR18Wek9gmwcAoEI_CMi9aZkvN1HHYurrG2bj9t_PE7hEoAG6p77CsmJe_A

    Dopo la messa senza il popolo le processioni senza il popolo (anzi col popolo alla finestra).
    Agnesi in pochi mesi ha prodotto una riforma liturgica più profonda di quella del concilio.
    Ma questo è del mestiere? Ce l’ha un minimo di ragionevolezza?
    Se fare il vicario generale significa accontentare chiunque con decreti assurdi allora può farlo chiunque.
    Che disastro!

  2. Luigi ha detto:

    La maggioranza dei preti della diocesi milanese è responsabile delle umiliazioni subite dai suoi fedeli migliori. Alcuni, nonostante le umiliazioni, sono rimasti. Altri se ne sono andati. Ritengo più fortunati i secondi perchè non subiscono più le amarezze e le delusioni. Nelle quattro foto degli arcivescovi manca Montini (Paolo VI). Se sia un messaggio non lo so, però non appare. Delpini per me è un Ridolini. Quando l’ho visto nel Duomo in Tv a benedire dietro gli altri prelati non sono riuscito a trattenermi dal ridere. Quando una diocesi diventa comica è segno che è mal ridotta. Non ho ricette da consigliarle, ma almeno risparmi ai suoi fedeli di essere ridicola.

  3. marco ha detto:

    Ho letto l’omelia di Delpini. Poteva essere pronunciata anche per la commemorazione di D’Artagnan e i tre moschettieri

  4. simone ha detto:

    Mi verrebbe da dire che i santi vescovi milanesi abbiano voltato le spalle davanti alla nostra ipocrisia.

    I valori trasmessi dal clero milanese sono chiari: ipocrisia, sbandamento, nervosismo, costrizione, insoddisfazione.
    Sono piccoli soldatini privati di ogni libertà di azione. Per evitare sensi di colpa obbediscono osservando senza alcun fremito la caduta a picco della barca.
    Bravi ad inventare proposte, concorsi, momenti aggregativi ma incapaci di parlare al cuore. Manager ma non pastori. Distaccati, presuntuosi, superiori.
    Basta che “l’azienda” sia ben organizzata e a posto coi conti….il resto è secondario.
    Sì, è diventato secondario amare la gente, coltivare vocazioni, dare una testimonianza coerente!
    Un buon prete ormai si giudica su come organizza, su come amministra, su come comanda.
    Chiaramente esistono eccezioni ma la maggioranza (la massa) ragiona così. E il declino è irreversibile!

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