dal Corriere della Sera
Encefalite da zecca: 18 casi in Veneto.
I medici: «I nostri monti?
Pieni di questi parassiti, consigliamo il vaccino»
di Michela Nicolussi Moro
Dieci i casi di prognosi impegnativa. Come si trasmette la malattia e come proteggersi
Non sono casi isolati la dodicenne e l’uomo di 67 anni finiti all’ospedale di Treviso con la Tbe, l’encefalite da zecca. In realtà quest’infezione è molto diffusa tra i frequentatori, anche occasionali, della montagna, al punto che l’Usl Dolomiti ogni anno vaccina (gratuitamente) migliaia di persone, tra adulti e bambini. Secondo l’ultimo bollettino sulle arbovirosi diffuso dalla Regione, i casi di Tbe finora rilevati sono 18: otto nella forma meno invasiva, l’infezione virale da zecca, e dieci di encefalite.
La situazione in Veneto
«Noi abbiamo appena dimesso tre pazienti cinquantenni — rivela il dottor Renzo Scaggiante, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Belluno, centro di riferimento regionale per diagnosi e cura delle patologie da zecche — un altro, di sessant’anni, è invece appena stato trasferito dalla Terapia intensiva in reparto. Ma la prognosi è impegnativa, non riesce ancora a respirare da solo. Purtroppo per la Tbe non esistono terapie mirate, dobbiamo ricorrere a cortisone e anti-infiammatorio e tra l’1% e il 2% dei pazienti incorre in insufficienza respiratoria. In compenso il vaccino funziona molto bene, non ha effetti collaterali, quindi lo consigliamo». Prevede tre dosi, più i richiami, dal 2019 è gratuito per i residenti nella provincia di Belluno ed è prenotabile sul sito www.aulss1.veneto.it.
Dal 2016 al 2022 l’Usl Dolomiti ha somministrato 85.193 dosi anti-Tbe, ma il vaccino è disponibile anche nelle altre otto Usl del Veneto, dietro pagamento di 25 euro di ticket. L’anno scorso, nel resto del Veneto, sono state somministrate 30.359 dosi. Si può assumere a partire dall’anno di vita. È inoltre importante la prevenzione negli animali domestici.
Come viene trasmessa la malattia
La malattia viene trasmessa all’uomo e agli animali dal morso di zecche infette, non c’è una trasmissione tra esseri umani. I «serbatoi» del virus sono roditori, cervi, ovini, bovini, caprini, uccelli e cani. «Nel 70% dei casi l’infezione si presenta con sintomi lievi — recita il bollettino regionale —. Nei rimanenti casi dopo un periodo d’incubazione compreso fra tre e 28 giorni si manifestano sintomi simil-influenzali, come febbre alta, cefalea, mal di gola, astenia, mialgie e artralgie. Nel 20%-30% dei soggetti infetti dopo un intervallo senza sintomi di 8-20 giorni emergono disturbi del sistema nervoso centrale (meningo-encefalite). L’infezione si complica con conseguenze neurologiche a lungo termine fino al 30% dei casi e provoca la morte nell’1%-2% dei pazienti. Il decorso è più mite in bambini e giovani, per diventare via via più severo al progredire dell’età».
Monti affollati di zecche
«La meningo-encefalite da zecca è stata diagnosticata per la prima volta nel Bellunese nel 1994, quindi in tempi recenti — aggiunge il dottor Scaggiante —. Le nostre montagne sono purtroppo i luoghi più affollati di zecche, seguiti dai rilievi del Vicentino, del Trentino e del Friuli. Per fortuna non tutte trasmettono la Tbe, solo una percentuale ridotta, ma bisogna stare molto attenti quando si va in montagna. Sono parassiti piccoli come una capocchia di spillo, quindi difficilmente visibili, che però provocano migliaia di morsi. Per trasmettere l’infezione devono restare attaccate al soggetto per ore o giorni e spesso basta una doccia per liberarsene, ma talvolta no. Se si individuano, vanno rimosse subito. Grazie al vaccino i casi che vediamo sono largamente inferiori rispetto al potenziale».
Come difendersi
Ma come proteggersi se non si è vaccinati e si decide per una vacanza o semplicemente una gita in montagna? «Bisogna camminare sui sentieri privi di erba alta, dove le zecche si annidano — spiega il primario degli Infettivi — non volano e non saltano, quindi il passaggio all’uomo o su animali avviene per contatto. E poi è necessario coprirsi il più possibile e usare i repellenti, il semplice Autan, come si fa per difendersi dalle zanzare. Dopo le zanzare, le zecche sono infatti i parassiti più diffusi al mondo e si trovano anche in pianura, sempre nell’erba, ma di solito non sono infette».
Commenti Recenti