Il nemico immaginario. Adesso pure i giudici: avvisate Meloni, non è il 2011

www.huffingtonpost.it
02 Ottobre 2023

Meloni attacca il giudice di Catania:

“Un pezzo di Italia fa tutto il possibile

per favorire l’immigrazione illegale”

di Huffpost Italia
Un post su Facebook della premier dopo la sentenza che ha rimesso in libertà un immigrato. Salvini: “La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento”. L’Anm di Catania: respingiamo con sdegno le accuse alla collega
Ci ha pensato qualche giorno Giorgia Meloni. E stamattina si esprime, a testa bassa, su Facebook sulla sentenza di Catania che ha rimesso in libertà tre immigrati. La solita tirata retorica sul governo impegnato ogni giorno a combattere l’immigrazione illegale e poi l’attacco al giudice: “Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano”.
Ecco il post integrale:
Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa.
Lo facciamo con serietà ad ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto ad essere accolto.
Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza.
Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto.
Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura.
“L’Anm di Catania esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”, dice, dopo le critiche rivolte alla giudice catanese che non ha convalidato i trattenimenti di tre migranti, il presidente dell’Anm di Catania Alessandro Rizzo.

A dare manforte alla premier ci pensa il vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “Le notizie sull’orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma purtroppo non sorprendenti. Già nel 2019, quando ero al Viminale, ci scontrammo con giudici del Tar che cercavano di boicottare i Decreti sicurezza e che sposavano pubblicamente le tesi della sinistra. Il tutto senza dimenticare le rivelazioni di Luca Palamara e le intercettazioni contro il sottoscritto che ‘va fermato anche se ha ragione’. La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento, perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra. Io, venerdì, andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della Giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano”.

***
www.huffingtonpost.it
02 Ottobre 2023

Il nemico immaginario.

Adesso pure i giudici: avvisate Meloni,

non è il 2011

di Alessandro De Angelis
È bastato un anno per passare dalla retorica della castigamatti al complotto virtuale, che disvela però una debolezza reale
Cozza un po’ cotanto trionfalismo per un anno di governo, messo financo nero su bianco su un libricino redatto per le recenti celebrazioni, con cotanto complottismo, diventato la cifra comunicativa di Giorgia Meloni da quando Lampedusa è al collasso e la Finanziaria ha indossato il loden dei tagli. Inseguita dai problemi reali e dallo spettro dell’incoerenza rispetto a quanto blaterato per anni, dai blocchi navali al bengodi redistributivo, la premier si inventa i nemici immaginari, secondo un canovaccio in cui confluiscono diverse suggestioni, più o meno riadattate: dal solito ritornello che la destra italiana si racconta sul “golpe” del 2011 al cospirazionismo vittimistico tipico del populismo su poteri forti, finanza internazionale, Goldman Sachs, la Trilateral, e Soros, che finanzia l’immigrazione per operare la “sostituzione etnica” e favorire manodopera a basso costo.
E se ieri i protagonisti della Spectre erano i non ben precisati “soliti noti” che vorrebbero disarcionarla per piazzare un governo tecnico, oggi sono i magistrati che non applicano l’ultimo ritrovato propagandistico della cauzione per i migranti, la cui illegittimità era già scritta nella sentenza della Corte di giustizia europea del maggio 2020, a proposito dell’analoga norma varata da Orban. Motivo per cui il provvedimento non viene applicato senza neanche passare per la Corte costituzionale. Sarebbero loro a favorire l’immigrazione illegale, invettiva che magari funziona pure, a favor di curva, se qualche giudice, invece di parlare solo per sentenze, fa svolazzare la toga su facebook esponendosi all’accusa di pregiudizio.
Insomma, l’evocazione permanente del mondo ostile che rema contro come alibi di fronte alle difficoltà, rese crescenti dal susseguirsi di provvedimenti “bandiera” serviti pressoché a nulla: dalla “cauzione” alla stretta sui minori, passando per caccia agli scafisti sull’orbe terraqueo. La retorica sul cambio di paradigma e le foto con Ursula non bastano a coprire l’insuccesso di un paese trasformato nell’hotspot europeo dei migranti. E alla vigilia del Consiglio europeo di Augusta di venerdì prossimo, invece di presentare un piano per l’immigrazione o di dare un corpo al fantasma del famoso piano Mattei, Giorgia Meloni se la prende con un giudice di Catania, in attesa del prossimo nemico.
Si consiglia, per tornare nella realtà, l’intervista di Giulio Tremonti che suggerisce di non agitarsi più di tanto per lo spread, ma piuttosto di tenere d’occhio il debito. E smonta la retorica di un remake del 2011. C’è da fidarsi essendo stato allora parte in causa nel logoramento di Berlusconi, che trovava proprio in un governo guidato dall’allora ministro del Tesoro un’ipotesi di transizione su cui erano a lavoro pezzi di maggioranza.
Della grande trama evocata dalla premier mancano invece i presupposti reali, col paradossale effetto che, nell’ansia vittimistica, finisce, nel racconto, financo col dare ai presunti avversari una forza che neanche hanno e di mostrarsi più debole di ciò che è: assediata, affannata, agitata. I numeri, innanzitutto: imparagonabile l’oggi col contesto parlamentare del 2011, terremotato dalla scissione di Fini e dall’ostilità della Lega sulla riforma delle pensioni (altro che le chiacchiere di Salvini) chiesta dell’Europa. Imparagonabile il contesto internazionale: lo spread, la lettera Draghi-Trichet che annunciava il commissariamento dell’Italia, la sfiducia delle cancellerie europee, altro che l’atteggiamento indulgente sullo sforamento di oggi. Imparagonabili i presunti complottardi: la magistratura del post Palamara, nulla che vedere con la sua esondante soggettività dei tempi d’oro; la sinistra, fragile nel palazzo e nel paese; gli alleati rivali, va bene, magari qualcuno strepita per qualche voto in più, ma nessuno ha la forza di costruire alternative, né interne né esterne, all’attuale inquilina di palazzo Chigi né i partecipanti alla seduta spiritica di Paestum né l’orfano del Viminale alla ricerca di riscatto sui migranti. Insomma, non c’è una sola cosa, di quelle che non vanno, ascrivibile ad agenti esterni, a impedimenti interni, a regole che blocchino l’agire. E’ bastato un anno per passare dalla retorica della castigamatti al complotto immaginario che, nell’evocazione di nemici virtuali disvela una debolezza reale.
***
www.huffingtonpost.it
02 Ottobre 2023

Il professor Fulco Lanchester:

“Il tribunale ha applicato le norme.

Il problema è che quei decreti

non sono scritti bene, violano la Costituzione”

di Huffpost
Il docente emerito di Diritto Costituzionale dell’Università La Sapienza di Roma, intervistato dal Corriere della Sera: “Oramai c’è una perenne campagna elettorale: su questo tema ci sono contrapposizioni interne al governo e all’opposizione”
La decisione del tribunale di Catania, che ha accolto il ricorso dei quattro migranti sbarcati a Lampedusa e portati nel nuovo centro di Pozzallo, ha destato numerose critiche da parte della maggioranza e della Premier Giorgia Meloni. Il giudice aveva giudicato “illegittimo in varie parti” il recente decreto Cutro, in particolare sul tema delle espulsioni accelerate a seguito del trattenimento e sul decreto attuativo che introduce una garanzia finanziaria di quasi 5.000 euro.
Sulla questione è intervenuto in un’intervista al Corriere della Sera il professore emerito di Diritto costituzionale italiano e comparato de La Sapienza Fulco Lanchester, che appoggia la scelta del giudice di Catania: “Il tribunale ha applicato le norme. Il problema è che quei decreti non sono scritti bene, violano la Costituzione”, afferma Lanchester, e spiega, “All’articolo 10 perché la mera provenienza da un paese sicuro (sa Iddio se la Tunisia lo è riguardo alle libertà democratiche e ai diritti umani) non può automaticamente escludere dalla richiesta di asilo, come prevede il decreto Cutro. E all’articolo 13, perché la libertà personale è inviolabile e la Costituzione non ammette alcuna forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge».
Una critica non velata all’aspetto di gestione emergenziale della migrazione, su cui il professore non ha dubbi: “Siamo già fuori dalla normalità. L’emergenza va contenuta, ma sta ormai diventando permanente. E l’emergenza permanente rischia di porsi fuori dalla stessa Costituzione. Un simile trend prefigura il pericolo dell’avvento di uno Stato amministrativo, in cui potere legislativo e giurisdizione vengono emarginati a favore dell’amministrazione pilotata dall’esecutivo, dove la discrezionalità diviene arbitrio”. E se per l’Italia la dimensione è questa, Lanchester afferma che in altri Paesi Ue, come Francia e Germania “scatta il meccanismo di Dublino, approvato negli anni ’90, e che secondo lo stesso presidente Mattarella è oramai preistorico. È evidente che noi siamo la punta dell’iceberg di una situazione irrisolta, ma bisogna mantenere i principi dello Stato di diritto costituzionale”
Dure le critiche della maggioranza sulla decisione del tribunale, ma infondate: “Il magistrato ha fatto il suo mestiere. Il ministero ha già fatto ricorso e sarà l’istanza giurisdizionale superiore che ora deciderà. Ciò che trovo più grave è, però, attaccare l’ordine giudiziario come fosse un nemico””, afferma il professor Lanchester, che vede come soluzione alla campagna anti-magistratura “un adeguamento normativo, previo accordo europeo. Queste norme dovranno essere valutate anche dalla Corte costituzionale. Il problema è, però, che siamo oramai in una perenne campagna elettorale e su questo tema ci sono contrapposizioni interne al governo, all’opposizione e allo stesso mondo cattolico. Lasciamo almeno fare alla magistratura il suo mestiere in tranquillità”.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*