ADESSO M’INCAZZO SUL SERIO!
di don Giorgio De Capitani
Vi invito a leggere anzitutto l’articolo che ha scatenato l’ira di alcuni amanti della birra.
Cercherò di non dire parolacce, ma ce le ho sulla punta del… dito.
CAVOLI! Parlo di birra, ed ecco i soliti che commentano ciò che ho scritto, ma senza comprendere il senso di ciò che intendevo dire.
CAVOILI! Ho trattato argomenti scottanti riguardanti il nostro territorio, ad esempio il Piano Gloria, la Cooperativa Molgoretta, la Villa Sacro Cuore, il problema profughi, i disservizi ferroviari, e nessuno di costoro si sono degnati di dire la loro. Beh, per la verità i cittadini de La Valletta Brianza in generale se ne stanno zitti, quando tiro fuori certe problematiche locali. Non so se non hanno nulla dire perché non conoscono le magagne, oppure perché non vogliono pronunciarsi, anche perché di riffa o di raffa si è costretti a tacere, perché imparentati con questo o con quello, o perché le antiche amicizie non si tradiscono mai, neppure di fronte all’evidenza più sfacciata.
CAVOLI! Parlo di birra, e suscito un putiferio! Forse perché tocco qualcuno nei suoi interessi caserecci.
CAVOLI! Certo, non pretendo, quando parlo di mistica o dell’essere, di farmi leggere dagli zoticoni, ma perché non tentare di elevare un po’ la testa da terra, uscendo da quel piccolo mondo borghese (sic!) che neppure la crisi economica ha messo… in crisi? In realtà, in crisi è la cultura che da secoli è rimasta alle poche nozioni mnemoniche del catechismo e ad una gretta visione umanistica. Beh, parlare già di “gretta visione” vuol dire che c’è una certa visione umanistica. Ma si può parlare di umanesimo in una Brianza che riduce tutto a bere o a mangiare, con quel pizzico di solidarietà caritativa tanto per salvare capre e cavoli?
CAVOLI! Parlo di birra, ed ecco uscire dall’anonimato coloro che se ne intendono, e non vorrebbero che si criticassero certi insopportabili e detestabili sotterfugi. Che la birra faccia parte, come il vino, del contesto di una festa, nulla di male, ma non va promossa in nome di chissà quale spirito altruista. Tutto qui!
CAVOLI! Parlo chiaro, scrivo chiaro, tento di spiegare le mie ragioni, e trovo incomprensioni, fraintendimenti. Ho spiegato, nella mia risposta a Marco Casati, la differenza tra una festa paesana in cui si beve anche birra, e il fatto che la birra venga reclamizzata per attirare più giovani, e addirittura si era arrivati a dire, più o meno così: un litro di birra che bevi un metro di acquedotto!
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Il 15 maggio del 2010 ho scritto per il mio sito un articolo, dal titolo già forte: “La bestemmia che il fine giustifica i mezzi: due giorni di musica, di divertimento e… birra per finanziare la costruzione di un acquedotto”. Ve lo ripropongo da leggere.
«In un paese vicino (non dico di proposito il nome per non fare pubblicità) si svolgerà prossimamente (non dico la data) una manifestazione (“sociale”, si dice!) organizzata da una associazione di volontari che si impegnano per aiutare le popolazioni povere in Africa. Fin qui nulla di male. Anzi. Ma ecco come si presenta la locandina: una due giorni di musica, divertimento e… birra per finanziare la costruzione di un acquedotto. Lo slogan della kermesse è “1 litro di birra, 1 metro di acquedotto“. Non è la prima volta che m’incazzo sul serio di fronte a queste manifestazioni che hanno senz’altro uno scopo benefico, ma che usano mezzi o metodi non dico sbagliati ma gravemente controproducenti dal punto di vista educativo. Si fa un’opera buona, ma in che modo? Promuovendo la birra tra i ragazzi? Già è grave – e i Comuni non dovrebbero patrocinarle! – organizzare feste della birra, ma è ancor più grave organizzarle per un nobile ideale. Ma vorrei essere più chiaro. Non è tanto la birra in sé che condanno, quanto il messaggio che viene lanciato ai giovani. Qui sta il punto. Il messaggio è chiaro: bevi la birra più che puoi, e così potrai sostenere una bella iniziativa. Questo è assurdo! E poi… perché non far capire soprattutto ai giovani il valore della gratuità? Perché non dire che per fare un’azione caritatevole senza secondi fini occorre rinunciare a qualcosa di proprio, e non invece comprare un prodotto che ci è utile o soddisfare i propri capricci? Per amor del cielo, tutto può servire per raccogliere fondi per una giusta causa, anche vendere torte o panettoni o piante di fiori ecc… Ma nello stesso tempo perché non far capire che si può fare un’offerta senza prendere nulla in contraccambio? Scusate. Dimenticavo. La manifestazione avverrà nei locali della parrocchia. L’assurdità ha un nome: bestemmia!».
Su Merateonline del 14 maggio, ecco già pronta la risposta dell’’Associazione.
Lettera dal Gruppo Binario per l’Africa
Spett. redazione di Merateonline, abbiamo risposto sul sito di Don Giorgio, siccome l`argomento viene ripreso sulle vostre “pagine” vi chiediamo la cortesia di poter pubblicare anche sul vostro sito la stessa lettera che abbiamo inviato al sito di Don Giorgio. Vorremmo solo ribadire due aspetti importanti:
1) l`oratorio che ci ospita (Rovagnate) non ha colpe sullo slogan, non è stato sottoposto a loro per approvazione
2) invitiamo Don Giorgio a venire a prendere un caffè alla manifestazione, sarà ospite gradito Vorremmo inoltre approfittare di questo spazio per ringraziare i 6 gruppi che si esibiranno e le persone che si occuperanno della parte tecnica e del mixer durante le serate. Sono tutte persone che lo fanno a titolo completamente gratuito, senza nemmeno il rimborso spese. A dimostrazione del “valore della gratuità” . Grazie a Merateonline per l`ospitalità.
Associazione Binario per l`Africa
Sito Internet: http://binarioperlafrica.wordpress.com
Mail: binarioperlafrica@gmail.com
Caro Don Giorgio, abbiamo letto l`articolo sul suo sito dove parla della festa della nostra associazione. Aldilà dei post che poi sono giunti a commento del suo articolo in cui ci sembra che qualcuno stia facendo di tutta un`erba un fascio, riteniamo che lei abbia colto nel segno. Abbiamo commesso una “leggerezza” in quello slogan, lei lo ha fatto presente e la ringraziamo. Ne terremo conto in futuro, non certo rinunciando ad una manifestazione che ci permette di fare raccolta fondi e di coinvolgere sempre più gente nei nostri progetti, ma prestando cura agli slogan, in modo di non diseducare. Ci permettiamo però una riflessione, il problema dell`alcool non dipende dallo slogan di una festa, e non si risolve con l`ipocrisia. Sia noi che lei sappiamo che molte parrocchie, non solamente quella che ci ospita…..probabilmente anche la sua, organizzano o danno il loro spazio a feste o sagre dove l`alcool viene venduto e consumato anche senza limiti. Anche partiti politici fanno feste con alcool, anche associazioni nazionali e tanti tanti altri sodalizi. Per correttezza è giusto anche dire che la parrocchia che ci ospita non è “colpevole” dello slogan, l`abbiamo creato noi e non gli è stato sottoposto per approvazione. Detto questo, che ci sembra doveroso, vorremmo approfittare dell`occasione per segnalarle che lei ha perfettamente ragione nel sostenere che bisogna passare il messaggio del “valore della gratuità” . A tal proposito ci preme dire che ogni anno l`associazione, come anche le altre, va in Africa con un gruppo di persone volontarie che si pagano viaggio, cibo, spostamenti, vaccinazioni, visti di ingresso…tutto! Non hanno niente di materiale in cambio, se non la realizzazione di un sogno o un completamento personale. Quest`anno andranno in Kenya 18 volontari e purtroppo, per motivi logistici, almeno altri 20 che hanno chiesto di andare rimarranno a casa. Durante l`anno molte persone , e per nostra fortuna molti giovani, prestano il loro tempo e i loro soldi per iniziative dell`associazione….anche qui senza niente di materiale in cambio. Di sicuro non basta e si dovrebbe fare di più. Le persone che verranno alla nostra manifestazione non troveranno solo la birra ma anche materiale informativo, immagini, filmati e altro ancora che hanno lo scopo di passare il messaggio del volontariato, che significa gratuità. Un`ultima cosa, la invitiamo alla manifestazione, venga a prendere un caffè da noi e a fare una chiacchierata. Se invece non avesse il tempo di venire ci farebbe piacere incontrarla nella nostra sede, lei sa dove ci troviamo. Grazie dell`ospitalità, a presto.
Associazione Binario per l`Africa (Perego)
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Gli interventi che vi segnalo d’ora in poi si trovano sulla pagina Facebook “Voci da La Valletta Brianza”.
Ed ecco la risposta dell’Associazione S. Anna Social Club al mio intervento di oggi, 3 gennaio 2016.
Alessio Colombo Buongiorno Don,
Faccio parte dell’associazione S. Anna Social Club che ogni anno organizza la Festa di S. Anna, Kasaterfest e il ciclo di testimonianze per adolescenti “Gente che vive duro” in cui abbiamo avuto ospiti tra i tanti la sig.ra Egidia Beretta e il sig. Giovanni Impastato (fratello di Peppino).
Volevo cogliere l’occasione per invitarla l’anno prossimo a farci un giro così che si possa rendere conto di che tipo di festa si tratta, di quanti giovani mettano a disposizione il loro tempo gratuitamente (divertendosi!), di quante famiglie con bambini partecipano e, certamente, di quali tipi di progetti riusciamo a finanziare…insomma, mi sembra sicuramente riduttivo il suo intervento che ha considerato solo il titolo dell’articolo e non il cuore della nostra associazione.
Spero di averla informata in modo esaustivo!
Buon anno,
Alessio
-SASC-
Ecco la mia contro-risposta.
Non metto in dubbio l’Associazione in sé, ma non sopporto che si tiri in ballo la birra, reclamizzandola come fonte di guadagno per fare un’opera buona. Fino a quando le cose saranno così, a queste feste non parteciperò mai. Ognuno poi è libero di fare le proprie scelte, come la signora Egidia o il signor Giovanni. Rispondetemi: dovevate sì o no guadagnare di più per sostenere maggiori opere assistenziali? Questo è il punto. C’era bisogno di tirare in ballo la birra?
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Da ultimo riporto il commento di Marco Casati.
Eppure caro Don, Lei è stato per anni parroco di una località anche famosa per la sua festa patronale nel piazzale della chiesa, dove i momenti di laicità e canti e momenti pochissimo sobri di persone che avevano voglia di divertirsi e stare insieme, hanno riempito le cassette delle offerte. Perché non lo ha impedito?
Non è la prima volta che le sento dire questa cosa che proprio non condivido. Le auguro un SERENO anno nuovo
Così ho risposto.
Mi rincresce contraddirti. O tu non sai leggere riga per riga ciò che scrivo oppure non riesci a capire ciò che dico, e allora è un problema di comprendonio. E la cosa è grave.
Anzitutto, non ho scritto e non ho mai detto che la birra vada assolutamente proibita durante le feste (comunque, non ci sarebbe solo la birra, ma anche il vino e gli alcolici in genere). È tutta questione di moderazione. Interroga quelli di Monte, se vuoi sapere come la pensavo sulla festa del 15 agosto. Comunque, ti assicuro che c’era qualche addetto preoccupato di evitare gli eccessi, soprattutto tra i giovani. Ma il problema non era tanto l’interno della festa, dove, ripeto, era possibile consumare vino e birra, ma sempre entro certi limiti: c’era anche un ristorante vicino, e non potevo certo proibire ai ragazzi di prendere birra e vino, per poi stendersi ubriachi sulla scalinata della chiesa. Anche qui, c’erano controlli. In ogni caso, sulle locandine la birra non era nominata per incentivare i giovani a partecipare, come invece si vede solitamente sulle locandine delle feste organizzate da certe associazioni benefiche!
Detto questo, ciò che tu proprio non vuoi capire (anche perché ti fa comodo non capire) è quando si fanno le Feste della Birra, e si prende la vendita della birra come guadagno per fare opere buone. Intendo dire: si promuove la birra perché: tanto più birra tanto più guadagno tanto più faccio del bene. In altre parole, si promuove la birra per sostenere opere caritative. Sì, sono contrario alle Feste della Birra, peggio se sono patrocinate dal Comune, e sono veramente disgustato quando, durante le solite feste della Birra, per giustificarle c’è sempre di mezzo un missionario. Non faccio esempi, perché toccherebbero alcune associazioni di Perego (ex Perego) e di Santa Maria Hoè. Chi ha orecchi per intendere, intenda!
come dire “se non li puoi battere, alleati” …che schifo
Cosa si aspettava, caro don Giorgio?
Purtroppo nella miseria culturale e sociale della nostra Brianza, birra e salamelle la fanno da padrone e riempiono il vuoto.
Questa estate sono andato alla festa di S. Anna a Casate: la chiesa era desolatamente vuota e riempita dall’odore delle salamelle, mentre le persone erano sotto il tendone a riempirsi la pancia!
Questo è quanto ho scritto a “Merate on Line” il 12 maggio 2010 a proposito della manifestazione “1 litro di birra per 1 metro di acquedotto”
A proposito della manifestazione “Deragliata” organizzata dall`associazione “Binario dell`Africa” che si terrà a Rovagnate il 15 e il 16 maggio e di cui date conto in un Vs articolo odierno, due pensieri mi vengono in mente, uno “positivo” e uno “mica tanto”.
Quello “positivo” è senza dubbio l`atteggiamento di solidarietà certamente da apprezzare ed imitare (tanti giovani perdono tanto tempo in cose senza senso e senza valori che lasciano gli stessi vuoti e scontenti).
L`altro pensiero riguarda lo slogan della manifestazione, messo in bella evidenza anche nel Vs articolo, “1 litro di birra per 1 metro di acquedotto”.
A me sembra proprio un messaggio molto negativo da dare ai giovani, perchè è a loro che la manifestazione si rivolge. Si fanno dibattiti in TV e in radio, articoli su articoli sui giornali, campagne di Pubblicità-Progresso contro il consumo di alcool e poi quando si va sul concreto…
Spiace che una manifestazione sponsorizzata dai Comuni e che si tiene negli spazi Oratoriani dia (oltre all`ottimo messaggio di solidarietà) il messaggio “chi più beve più fa del bene!”
Dario Colombo