L’EDITORIALE
di don Giorgio
L’essenziale e i particolari
Parto con un aneddoto, che ho letto nei giorni scorsi. Un amico aveva chiesto al famoso giornalista Indro Montanelli come facesse, nei suoi articoli e nei suoi libri, a rendere tanto chiara la realtà che semplice, invece, non è mai. «Hai ragione», aveva risposto Montanelli, «io sono un semplificatore. Per me far capire l’essenziale a chi mi legge è più importante che spiegargli tutto. Se dico tutto, spesso il lettore medio può fare confusione. Allora in un certo senso truffo, perché faccio credere che tutto il problema consista in quell’essenziale che a me sta a cuore».
Forse la parola “semplificatore” può indurre qualcuno a intenderla in senso negativo come di chi banalizza le cose credendo così di catturare più facilmente l’attenzione della gente. Ed è quanto sto notando soprattutto oggi anche tra i preti, giovani e non giovani, che, quando tengono le omelie, cercano ogni metodo con parole e gesti che alla fine danno ben poco di sostanzioso.
È chiaro che l’essenziale può essere soggettivo, essenziale per me e non per un altro, e talora si è ben lontano dalla vera sorgente della verità.
Può far colpo dire che bisogna puntare sull’essenziale, ma succede che il mondo politico e il mondo ecclesiastico intendano per essenziale quella carnalità che rende di più.
Tuttavia ogni parola ha un proprio significato, e bisogna stare alla sua etimologia più stretta. Ora, essenziale deriva da essenza, e l’essenza richiama l’essere.
Montanelli aveva ragione nel dire che occorre far capire alla gente l’essenziale, per non confonderla nelle idee presentando la realtà troppo complicata: il problema sta dunque nel cogliere in ogni evento l’aspetto essenziale, senza perciò soffermarsi eccessivamente sui particolari così come fanno solitamente i cronisti che vanno sempre alla ricerca del particolare più piccante per dare alla notizia qualcosa di più “interessante”, anche per prolungare l’attenzione dei curiosi malati anche di una certa morbosità innata.
Ma spogliare gli eventi di ogni particolare eccedente richiede attenzione: ci sono particolari che talora risultano poi determinanti al fine di un giudizio più completo dell’evento. Vorrei però aggiungere: è sempre dall’essenziale che dipende l’importanza anche dei particolari, i quali, dunque, dovranno sempre essere relativi all’essenziale.
Quando i Mistici medievali, e prima di loro i grandi pensatori greci, in particolare Plotino, parlavano di distacco, intendevano proprio questo: togliere l’eccedente per cogliere il cuore della realtà, che nella sua natura è essenziale. Spesso l’essenziale è coperto da strati di inutilità che, se non vengono tolte, impediranno all’essenziale di venire alla luce.
Ogni particolare eccedente assume un aspetto carnale, tale da ingannare portando fuori strada colui che vorrebbe conoscere la realtà dei fatti o i fatti nella loro veridicità.
Diciamo anche che ci sono particolari che possono essere un invito o un primo passo ad accostarsi alla realtà, ma, una volta colta la realtà, occorre selezionare bene ulteriori esigenze di particolari per evitare di cadere di nuovo nel rischio di allontanarsi dalla giusta strada.
Una cosa è certa: la realtà umana ha già di per sé una sua complessità, che aumenta man mano aumentano i problemi a causa di una cattiva gestione politica o di una cattiva gestione educativa. L’assommarsi dei problemi porta in un tale labirinto, da cui uscire risulta sempre più difficile, anche perché le segnalazioni per uscire sono così disparate tra loro che confondono maggiormente le idee fino allo sfinimento naturale.
Semplificare non significa far finta di nulla o prendere le cose alla leggera oppure per quel tanto che ci serve per sopravvivere.
Semplificare porta al cuore del problema, ed è qui il punto: colto il cuore, le soluzioni si possono trovare come chi, in un labirinto, sa che deve andare verso nord per uscire, perché il nord è il cuore del problema. Ci saranno sempre difficoltà, ma è già essenziale sapere dove sta la verità.
Se il cuore del problema è dentro il nostro essere, allora dovremo fare una sola operazione: rientrare in noi stessi, e scopriremo l’essenziale. E più ci avvicineremo all’Essenziale divino, ogni particolare sarà di troppo, da eliminare, se vogliamo dare tutto quello spazio che l’Essenziale esige per farsi presente totalmente.
3 febbraio 2024
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