
di don Giorgio De Capitani
Il capo banda della Lega Nord,
“grande statista”, così almeno lui si crede,
sarebbe pronto a governare l’Italia.
E quale Italia?
Certamente, l’Italia del nulla!
Forse la Padania?
Neppure la Padania,
nemmeno la nebbia in Val Padana!
Forse Buggiolo?
Non troverebbe la strada per andarci.
Per fortuna degli abitanti di Buggiolo.
Ora è su di giri, gas(s)ato
come una bottiglia di spumante
scossa ripetutamente, pronta per far saltare il tappo,
perché convinto di aver ottenuto un ottimo risultato
nelle ultime elezioni amministrative,
per poi subito, il giorno dopo,
litigare sui meriti, e cercare altre alleanze,
sputtanandosi in continuazione,
pur di trovare un accoppiamento (politico),
dal cui sperma/seme far nascere qualsiasi mostriciattolo,
pur di ottenere qualche voto in più.
Eccolo come un padre eterno
troneggiare su una balla di fieno,
e tutto gongolante danzarci sopra,
con il petto fuori quasi a sfidare tutto il pollame.
Il suo ego di cartapesta
gli ha allargato polmoni e fiato,
e così si è messo a suonare il piffero,
battendo con i piedi come un tamburo
la testa quasi vuota dei suoi fan,
tanto da ridurla in migliaia di pezzi di coccio,
neppure buoni come fondo per asfaltare la strada.
Eppure ha paura anche della sua ombra,
che si allunga più si eleva la sua supponenza,
e teme e non sopporta critiche o contestazioni,
convinto che solo lui abbia il diritto di calunniare,
minacciando chi si ostina a sputtanarlo.
Ed eccolo partire in quinta
– udite! udite! udite! –
scagliandosi contro un prete quasi ottantenne,
per di più emarginato e solo,
querelandolo per farlo zittire!
«Porco boia! Santi numi!
Come faccio a levarmelo dai coglioni!
Costui me li strizza e me li stende al sole cocente!
Io, “pezzo di merda”?
Ma non sono anch’io figlio di Dio?».
Ma questo pretuncolo,
per di più residente in una valle senza gloria,
che cosa ha di così temibile o terribile
da sconvolgere anche le notti amorose
di un re travicello?
Quel prete quasi ottantenne se lo sta chiedendo:
abituato a mandare all’inferno potenti di grosso calibro,
pensava che ridicolizzare un piccolo pallone gonfiato
sarebbe stato come calciare contro un sassolino,
invece ha colpito una piccola serpe.
«Querelato! Taci, prete! Adesso sei steso al suolo!
La legge ti punirà come un cane rognoso!».
Certo, la legge…
Ma quale legge?
Prova a riflettere,
tu che hai ancora la testa sulle spalle:
perché un comune cittadino può essere querelato,
mentre un parlamentare no,
anche se ne combina di tutti i colori,
calunniando istituzioni democratiche, avversari politici,
irridendo senza riconoscenza ex amici di partito,
trattando i più deboli, i disgraziati come rottami?
Mi sai rispondere?
E questo sarebbe giustizia?
Come si può accettare un processo,
che parte con il piede sbagliato:
dove, cioè, sul banco dell’accusa
c’è un parlamentare privilegiato, protetto dalla legge,
e sul banco degli imputati c’è un comune cittadino
che si deve difendere, rischiando di suo,
senza la protezione dell’immunità parlamentare?
E questo si chiama giustizia?
E sì, perché in Italia la libertà di opinione
è solo un privilegio del nostro Parlamento;
fuori, la sola libertà è quella del tacere
davanti alle porcate dei politici più furbastri,
e guai se ti permetti di usare
il loro stesso linguaggio realistico e battagliero,
magari fuori delle righe:
loro sì, noi no!
Loro possono usare gesti scurrili,
a noi tocca prenderlo nel culo!
Questo è giustizia?
Non sono un tipo che si scandalizzi
nel sentire certe parole,
ma mi incazzo quando mi querelano
perché dico “pezzo di merda”
ad un politico in quanto politico
come se offendessi la dignità della persona in quanto tale.
No! Questo no!
Non accetto che io, comune cittadino, sia processato
da un politico che sa di essere protetto dalla legge,
e che dice peste e corna contro tutti e contro tutto,
magari benedetto da qualche prete del cazzo,
e magari sostenuto da una massa di decerebrati
sempre pronti a pulirgli il sedere.
Chi, tra gli amici, mi rimprovera
è per dirmi di fregarmene:
a che serve battermi contro palloni gonfiati,
a cui basterà poco per esplodere?
Perché non aspettare che il tempo faccia il suo corso,
e che come giudice prima o poi condanni i prepotenti?
Forse è vero, anzi tutto vero!
Ma come non pensare alla massa di decerebrati
che mi fanno pena nel vederli legati alla cuccia
come cani rabbiosi?
Come faccio a ignorarli, se ogni giorno ci vivo accanto,
e sento il loro respiro ansimare, ansimare, ansimare,
come un appello verso qualcuno che li possa liberare?
Non sono anch’essi esseri umani da civilizzare,
togliendoli da un analfabetismo di fondo
che impedisce anche al laureato
di usare la propria testa?
Sono qui a pormi mille domande sul perché,
nonostante il progresso sociale/umano,
si sia arrivati a tale degrado culturale.
Ci dovrà pur essere qualcuno
che sfrutti questa massa di rincoglioniti!
E perché allora dovrei starmene zitto?
Meglio un giorno da leone che cento anni da pecora.
L’ammiro don Giorgio.
Don Giorgio, perché dovresti tacere?
Semplicemente per evitare di fare regali agli imbecilli.
Se perdi la causa rischi di diventare un finanziatore della lega.
Ti ho già detto altre volte il mio pensiero: chi stravede o semplicemente simpatizza per Salvini, se dovesse leggere i tuoi articoli nei toni in cui sono scritti si rafforza nelle sue opinioni.
Chi ha già un po’ di cervello, e quindi pensa già di Salvini quello che tu scrivi, non ha bisogno di leggere i tuoi articoli nei termini in cui sono scritti, perché già la pensa come te.
Spero tanto che il giovedì mattina a Lecco vada tutto bene, perché non meriti di essere punito.
Ma ti scongiuro, non devi tacere, ma solo togliere dai tuoi articoli quei termini che possono fare il gioco dei tuoi, dei nostri nemici!
Ricordati che ogni euro che dovrai versare alla lega sarà una coltellata ai tuoi lettori!
I miei articoli vengono sottoposti prima alla approvazione dei miei legali. E poi se hai capito ciò che scrivo non scrivo per colpire Salvini…
Certo che Salvini non viene colpito dai tuoi articoli! Ma se si portano a querele diventano strumenti nelle sue mani! Confido comunque nei tuoi legali. Buon lavoro!
Non so hai capito: gli articoli vengono prima sottoposti ai miei legali. Se mi danno l’ok, li pubblico.
Ho capito benissimo, per questo confido che i tuoi legali leggano bene gli articoli prima di pubblicarli.
Comunque ora sono le 10.30 di giovedì 6 luglio, aspetto notizie!
È incredibile constatare come nell’arco di una settantina d’anni si sia verificato un deprimente decadimento nel settore politico del nostro paese. Una volta i leader dei partiti erano uomini come De Gasperi, Togliatti, Nenni, Almirante, Saragat … persone colte e preparate che avevano una formazione sociale e politico-economica di primo piano ed erano in grado di confrontarsi senza alcun timore reverenziale con i giganti delle relazioni politiche internazionali, ricavandone stima ed apprezzamento. E, pur essendo, come tutti del resto, soggetti a sbagliare, c’era qualcosa in loro che incuteva rispetto e infondeva fiducia, dando alla gente la sensazione di sentirsi ben rappresentata e protetta. Adesso invece, nonostante il presunto rinnovamento che ha accompagnato l’avvento della cosiddetta seconda repubblica (definizione già di per sé senza senso) ci troviamo di fronte a una schiera di personaggi da farsa o, nel migliore dei casi, da commedia dell’arte, ridicoli e maldestri, che in comune hanno solo una presunzione smisurata e, di conseguenza, si sentono dei padreterni intoccabili e dei grandi strateghi. Forse, è quello che ci meritiamo, vista l’epoca sguaiata ed esibizionista in cui viviamo, e costoro sono un po’ l’immagine specchiata della nostra società, ma siccome esistono anche delle eccezioni (poche e, per lo più, guardate con sospetto), non sono affatto d’accordo con questa ipotesi. Ovviamente il “pittoresco” Salvini non fa eccezione, anzi, direi che è quasi un simbolo di questa mediocrità insulsa ed ignorante, eppure, misteriosamente, attira la simpatia di qualche mattacchione dalle idee confuse, ma pieno di rancore e disprezzo verso gli stranieri diseredati (per definizione clandestini tout court) e impastato di intolleranza e razzismo nei confronti di chi è estraneo alla schiera degli associati.
I personaggi pubblici, di cui i politici sono parte integrante, avendo fatto questa scelta di vita dovrebbero essere consapevoli di essere esposti a critiche, anche aspre e in certi casi fuori dalle righe e, secondo il buon senso, fare buon viso a cattivo gioco, ma evidentemente la suscettibilità è inversamente proporzionale all’intelligenza, per questo le aule di giustizia sono tanto affollate e i processi per querela sono così diffusi. Stranamente però, spesso sono celebrati contro gente comune, che in teoria appare più vulnerabile, ma molto di rado il presunto offeso usa quest’arma contro chi è importante, o comunque potenzialmente in grado di metterlo seriamente in difficoltà e ridimensionarlo.
Sulla insindacabilità parlamentare occorre dire che sussiste solo se funzionalmente collegata alle funzioni parlamentari.
Fuori da tale contesto, non vale.
Peraltro un giudice può avviare un processo anche nei confronti di un parlamentare, senza previa autorizzazione a procedere.
Sarà semmai poi il parlamento a definire una situazione di insindacabilità, da cui poi il giudice deferirà il conflitto di competenza alla corte costituzionale, che deciderà se procedere o meno.
Traggo spunto da tali principi, per dire che ora, a maggior ragione, in questo caso ben si possono confrontare opinioni e sopratutto modalità di esprimersi di Salvini con quelle di don Giorgio.
Visto che Salvini è avvezzo ad un certo linguaggio, occorre dire che allora non si comprende come possa sentirsi offeso chi lo stesso linguaggio usa per fini di critica politica.
Credo sia un’argomentazione ulteriore, rispetto a tutte le altre che si possono formulare e che sono analoghe a quelle dell’altro procedimento.
Non mi soffermo, quindi, ulteriormente sul tema, rimanendo comunque convinto, personalmente, sopratutto di due cose.
Intanto che il reato in oggetto sia stato implicitamente abrogato con l’entrata in vigore della costituzione.
Inoltre che si tratterebbe, comunque, più di ingiuria che di diffamazione, e quindi depenalizzato.
Si dirà che già un giujdice ha deciso diversamente nell’altro caso, ma bisogna vedere se il giudice è lo stesso.
Inoltre conta la sentenza definitiva, non quella di primo grado, e probabilmente, anzi quasi sicuramente, anche in caso di proscioglimento, poi il pm farebbe ricorso, quindi bisogna vedere cosa pensi il giudice di ultima istanza.
In generale è comunque curioso questo fatto, di un politico e parlamentare che si ritiene in diritto di offendere tutto e tutti, ritenendo il proprio linguaggio dettato, evidentemente, da funzioni politiche, ma poi non conceda lo stesso diritto agli altri.
CORAGGIO, SE SEI DALLA PARTE GIUSTA NON STARE MAI ZITTO