Sto sempre dalla parte di chi, prete o non prete, sfida la legge umana, pur di applicare la legge universale, che è poi la legge divina.
Don Massimo, non aver paura di quattro imbecilli del Comune, schiavi delle leggi di potere.
Quattro cagasotto che si fanno forti con i deboli, ma tu non sei debole: sei forte in nome dei diritti dei più deboli.
Mandali a zappare la terra, o a preparare la fossa per quando creperanno.
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www.iltirreno.it
30 giugno 2023
Il caso
Multa da 20mila euro a Vicofaro,
il Comune di Pistoia sanziona don Biancalani
Il parroco: la Chiesa accoglie da 2000 anni, non sarà la giunta a impedirmelo
PISTOIA. «La Chiesa fa accoglienza da 2000 anni e non sarà certo il Comune di Pistoia a farla smettere».
Sicuro delle sue parole, don Massimo Biancalani commenta così la sanzione amministrativa di 20 mila euro, comminatagli dal servizio urbanistica e assetto del territorio dell’ente locale. La pena pecuniaria scaturisce, secondo il dispositivo dell’atto, dall’inottemperanza dell’ordinanza n° 1142 del 20 ottobre 2022, con la quale si dichiarava l’inagibilità dei locali della canonica e la conseguente inibizione degli stessi agli usi di accoglienza. In pratica, il servizio urbanistico, come riporta la stessa sentenza, aveva rilevato nell’uso a dormitorio dei locali ai numeri civici 71 e 74 del complesso di santa Maria Maggiore a Vicofaro, un cambio di destinazione e d’uso rispetto alle loro funzioni originarie.
A questa osservazione, è lo stesso don Massimo che risponde sdegnato: «Il Comune sostiene che i locali della canonica debbano essere utilizzati esclusivamente per il culto, dimenticandosi che l’accoglienza è uno dei valori imprescindibili della Chiesa cattolica. Inoltre, Vicofaro non è un luogo di residenza fissa: da noi i migranti sostano alcuni giorni per poi proseguire il loro cammino. Solo coloro che hanno delle criticità restano e, per questi soggetti, sia la Regione Toscana che il Comune avevano promesso un aiuto che ancora non si è visto».
Attualmente a Vicofaro sono ospitati circa 150 migranti, la maggior parte giovani e d’origine africana. Fra questi, ve ne sono circa 30 con patologie psichiatriche che, per il momento, impediscono loro un’esistenza autonoma. La notifica dell’atto è avvenuta lo scorso 10 maggio. Gli avvocati Elena Baldi e Fausto Malucchi, che da sempre seguono le peripezie giudiziari di don Massimo, sono in dirittura d’arrivo per la presentazione del ricorso al Tar. Intanto, don Massimo si è visto confermare, con l’atto che gli è stato notificato, l’inagibilità dei locali della canonica per usi residenziali, come già ravvisato nei rapporti di Asl e vigili del fuoco, già contenuti nel provvedimento del 20 ottobre 2022. Il provvedimento redatto dal servizio urbanistica, oltre ad aver emesso la sanzione di 20 mila euro, inibisce l’uso attuale dei locali non residenziali (la chiesa) per una non corretta gestione igienico sanitaria dell’accoglienza. Inoltre inibisce anche l’uso dei locali residenziali per la mancanza della dimostrazione di legittimità ad usi di accoglienza.
Su questo aspetto, l’avvocata Baldi puntualizza: «Si è giunti a una situazione di totale stallo: il Comune teme che don Biancalani voglia cambiare la destinazione d’ uso dei locali e per questo, i tecnici che hanno in carico la pratica non vogliono prendere in esame la sanatoria del 2019 fino a quando non sarà dato seguito all’ordinanza del 17 aprile scorso, quella che appunto commina la sanzione, che richiama la precedente ordinanza del 20/10/ 2022». Questa situazione rende particolarmente perplesso Giovanni Cicco, storico collaboratore di don Massimo: «In pratica non si vietano i lavori di adeguamento, fra cui gli impianti elettrici, idraulici e gli allacciamenti fognari, molti dei quali don Massimo ha già portato a termine. Contestando la variazione di destinazione d’uso, si vuol, mettere don Massimo con le spalle al muro, obbligandolo ad allontanare lui stesso i suoi ospiti».
Come è difficile fare del bene!
m.to rev.do don Giorgio la ringrazio per la segnalazione e sono pienamente d’accordo con le sue consdirazioni.
cordialità, Giuseppe