
Un po’ di decoro lo si doveva
almeno per i quattro eminentissimi cardinali di Milano
morti nel mese di agosto,
che il “piccoletto” neppure si ricorda chi fossero,
prendendo in giro anche quei pochi presenti nel Duomo,
anche loro sempre più stanchi
di un pastore con la testa nel sacco vuoto…
di don Giorgio De Capitani
Talora mi sento in colpa, quando penso di essere l’unica o quasi voce dissidente, che alza il tiro – senza nascondere la faccia – per contestare la figura di un pastore che come un’ombra siede, quando c’è, sulla Cattedra così autorevole di Sant’Ambrogio.
E poi, non per gioire, ma solo per avere una conferma della bontà del mio contestare, quando sento, privatamente, altre voci che si lamentano di un vescovo definito “buono a nulla” e di una diocesi che, aggiungo io, è allo sfacelo, allora non mi sento più solo.
Giovedì scorso, 31 agosto, c’è stata nel Duomo di Milano una celebrazione eucaristica (dire “solenne” sarebbe una bestemmia!) per ricordare e per pregare per gli arcivescovi di Milano defunti nel mese di agosto: non si capisce tuttavia la presenza di Giovanni Colombo, morto il 20 maggio, e non si capisce perché nemmeno un accenno a Paolo VI, morto il 6 agosto, che prima di essere eletto Papa nel giugno 1063 era stato cardinale di Milano. Forse ci saranno buone ragioni, che non conosco.
Un amico mi ha fatto sapere che avrebbe presenziato alla cerimonia. Il giorno dopo gli ho chiesto come era andata… La risposta è stata scioccante, anche se me l’aspettavo.


Dunque, cantori pochi, e lasciamo perdere come e cosa hanno cantato (sul coro o coretto del Duomo ci sarebbe tanto da dire); l’omelia del “piccoletto”… penosa come al solito: sinceramente non ho capito che succo avesse; poche persone presenti (cosa allucinante, quando si pensa ai giovani che accorrevano numerosi quando c’era il cardinal Martini). Che cosa aggiungere?
Sono anche stanco di ridire le stesse cose, ma non mi sono abituato a tal punto da non sentire più tanta sofferenza.
Assistendo ad una Diocesi in continuo declino, nella indifferenza generale anche di un clero che borbotta ma finge di nulla per paura di perdere il cadreghino, forse mi sarei aspettato che almeno una voce tra i quattro arcivescovi sepolti nel Duomo uscisse dalla tomba, urlando…
Anche loro muti davanti alla tenacia con cui un vescovo se ne frega di tutto e di tutti, e se la prende anche perché qualcuno lo contesta, appellandosi alla propria coscienza e al giudizio divino.
Forse, per ottenere qualcosa di buono, questa Diocesi così mal messa dovrà prima passare per la prova del fuoco. Un fuoco che divorerà la paglia, ma di paglia ce n’è in una diocesi che da anni ormai è diventata come un fienile.
Sarei tentato di aggiungere almeno qualcosa su quanto è successo, sabato mattina, 2 settembre, sempre in Duomo: due cori (sempre comunque pietosi), tanti preti, vescovi e cardinali (da dove venivano?), tanta gente presente (comprensibile), e, nonostante ciò, sempre la solita stucchevole omelia, per di più fuori posto. E sul personaggio ordinato vescovo, che dire? Basterebbe dire “discutibile e discusso”? Meglio non pronunciarmi avendo un dente avvelenato… Vedremo… Accetto tutto, purché non torni a Milano come successore di Delpini: abbiamo già avuto un caso, Angelo Scola, perché essere puniti con un altro “ritorno”? Dopo Delpini la Diocesi ha bisogbo di risorgere con un vescovo della statura di Martini o ancor meglio.
***
Vorrei aggiungere un pensiero dopo aver visto l’ordinazione di mons. Di Tolve su youtube: è una questione tra vescovi! Non è solo il popolo “spettatore” di questo rito (ma questo succede sempre, in ogni celebrazione) ma anche i diaconi e i presbiteri sono esclusi. Tra vescovi e cardinali si guardano, ridacchiano e compiono un rito davanti alla mensa tra di loro. Non è concesso a nessun’altro avvicinarsi. E tutta la cerimonia continua così. Giusto durante l’invocazione dei Santi viene chiesto al popolo di inginocchiarsi e pregare poi, sinceramente, la presenza del popolo è ininfluente. C’è un muro ben evidente tra LORO e gli ALTRI. Tengo anche a precisare che i ringraziamenti (lunghissimi) del neo vescovo, in fin dei conti son stati un ringraziamento al papa, ai vescovi….insomma alla gerarchia. Come se il mondo finisse lì, fosse riassunto da quella ventina tra vescovi e cardinali. Chiusi nella loro scatola, con abiti sontuosi e dorati….ecco il loro mondo. Il popolo, quello che lavora ogni giorno, mette su famiglia, educa i figli….sì quel mondo che ogni domenica contestate nelle omelie perchè non prega, non viene a Messa, non educa i figli ai valori cristiani: non c’entra niente con quel rito! Rimane a bocca aperta davanti allo sfarzo e alla “setta” che emerge in queste celebrazioni. Quella superiorità che cercate in tutti i modi di far emergere non c’entra niente col messaggio del Vangelo…
Rimango allibito davanti a tanta, inutile, sontuosità.
Io mi son sposato ma in 40 minuti abbiam fatto tutto e non ho tirato su tutto questo cinema. Certo la mia persona in confronto ad un vescovo non vale niente…non scherziamo io sono un poveraccio, analfabeta, privo di fede, pieno di peccati con una famiglia e un lavoro; non son mica stato scelto dal Signore, non ho ricevuto l’unzione….imbarazzante, davvero imbarazzante questa celebrazione! Uno schiaffo al messaggio evangelico.
L’ex vicario episcopale, divenuto famoso per la sua partecipazione all’assemblea pubblica del 23 luglio 2013, durante la quale fornì spiegazioni tanto fumose sulle cause della rimozione del don Giorgio da suscitare ilarità in tutti i presenti e in tutti coloro che hanno ascoltato via internet la registrazione dell’assemblea, ha provveduto ad assicurare personalmente la S. Messa odierna alla parrocchia di Cernusco Lombardone, facendo capire che ormai bisogna andare avanti alla giornata.
https://www.youtube.com/watch?v=rx63jbniM0o
P.S. Sono giunto alla conclusione che il Vescovo in persona controlla regolarmente il contenuto di questo sito.
Sinceramente non mi intimorisce e non mi inorgoglisce il fatto che il vescovo in persona possa controllare regolarmente il sito di don Giorgio.
Ho scritto più volte al vescovo ricevendo sempre risposte evasive e inconcludenti….adesso scrivo qui.
Pensare di “gestire” il malcontento o di rispondere mediante messaggi pronunciati dalla cattedra non cambia niente.
Se lo Spirito mi suggerisce di intervenire, attaccare, contestare qualcosa…per rispetto dello Spirito lo devo fare. Certo devo agire con attenzione cercato sempre di discernere chi mi spinge a parlare: lo Spirito o il mio ego?
Non mi spaventa pensare che il vescovo poi si arrabbierà o mi risponderà mediante messaggi più o meno diretti, nella prossima omelia.
Mi pare che Gesù stesso non abbia avuto timore nel contestare scribi, farisei e autorità del tempo (sapendo poi come hanno risolto la questione); certo io non mi avvicino minimamente a Gesù ma se riconosco un Suo spunto, non posso ignorarlo. E il vescovo dovrebbe imparare a fare tesoro di certi consigli….almeno dovrebbe avere l’attenzione di ascoltarli, meditarli, portarli nel confronto giornaliero con Dio. Non rispondere di pancia, di ego, difendendo l’onorabilità del vescovo…così non si va da nessuna parte.
Qui l’unica censura che ammetto è quella di don Giorgio che è proprietario di questo spazio.
Devo solo ringraziare don Giorgio per avermi permesso di poter scrivere sul suo sito e per aver sempre risposto alle mail personali. Concordo con Simone nè timore, nè ardore. Solo esprimere con parresìa come fa don Giorgio quello che sentiamo dentro di noi attraverso il discernimento. Ho provato su altri siti o mail senza avere risposte salvo in un solo caso. Di una cosa sono sicuro e dò ragione a don Giorgio, sulla mancanza di decoro di Delpini per chi li ha preceduti, ma aggiungo che ne sia invidioso e geloso. Più che le sue parole sono i suoi atteggiamenti che lo dimostrano. Capisco i fedeli diocesani amareggiati, delusi o altro. AI fedeli diocesani non serve tenerli sulle spine, serve aiutarli a fiorire come le rose perchè possano offrire gratuitamente il profumo che è dentro di loro. E in questo dò ragione a don Giorgio che la Mistica li può aiutare.